Iniziare a parlare d’Israele da subito con consigli e informazioni?
Sì, potevo farlo, non sarebbe stata la prima volta e nemmeno sarà l’ultima; ma ho deciso invece di buttar giù una piccola “intro“.
Come il profumo leggero lasciato da una bella ragazza in una stanza che ha appena attraversato, ho ancora in testa frammenti di emozioni che passando i giorni diventeranno ricordi (bei ricordi), si sedimenteranno, ma non avranno più la poesia delle prime ore dopo il rientro.
Credo che queste “scie” di emozioni possano fare da introduzione a quello che verrà dopo, all’approfondimento dei luoghi che ho visitato grazie a Visitare Israele.
Seguimi in questo viaggio di fotografie emozionali.
Tel Aviv
Essendo sinceri ho accettato l’invito soprattutto per Tel Aviv, ne leggevo da un paio d’anni e volevo vedere coi miei occhi la città.
Al primo impatto delude – esteticamente soprattutto – ma se hai un po’ di pazienza ti conquista e capisci il perchè tutti ne parlano.
Ha una parte storica – pur essendo una città giovanissima – con la vicina Old Jaffa e il porto.
Ha i mercati tipici del Medio Oriente, dove traboccano colori e profumi e musiche.
Ha una delle più vive nightlife che mi è capitato di vivere, i locali sono pieni zeppi OGNI giorno della settimana, si fa prestissimo a fare amicizia e a scambiare due chiacchiere.
Ha una vita culturale in pieno fermento, ci sono fiere dell’elettronica di fama mondiale, teatri costruiti da poco, concerti in moltissimi locali, ecc…
Ha il mare “cittadino” azzurro e io non avevo mai visto una grande città con un mare da cartolina.
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Alta Galilea
Il verde di questa zona di Israele mi è rimasto impresso nella retina.
Non me lo aspettavo… la zona del Mare di Galilea (Tiberiade) è un misto tra roccia rossa e folta vegetazione, i colori – soprattutto all’alba e al tramonto sono qualcosa di impressionante.
Gli amanti della natura e dei parchi non rimarranno delusi da un viaggio in questa regione.
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Gerusalemme
Non sono religioso, sono arrivato in città privo di ogni suggestione possibile.
Ma qui c’è qualcosa, la città è unica al mondo, un crocevia di religioni, di correnti interne alle religioni, di storia.
Una ragazza conosciuta pochi giorni prima di partire mi ha detto: “Quando arriverai sotto il muro occidentale sentirai un’energia fortissima“.
Dentro di me ho pensato: “Mi piacerebbe, ma io non sono il tipo… bisogna essere spirituali per sentirla“.
E invece quella forza, una sorta di elettricità silenziosa, scorre eccome e il corpo ne è pervaso.
Stessa cosa con la visita al Santo Sepolcro alle 6.30 del mattino, con la luce appena spuntata, i cristiani copti che cantano i salmi, i cattolici che seguono la messa e i greci ortodossi con la loro austerità che fanno spostare gente.
E anche al tramonto di ogni giorno, mentre il muezzin disperde la sua voce melodiosa per tutta la città tu stai passeggiando e incontri ebrei ortodossi, cattolici, etiopi.
Ti sfido a rimanere indifferente.
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Il cibo
Falafel, hummus, succo di melograno, kebab di agnello, la pita, il pane del sabato, insalate di cous cous.
Mi fermo qui solo per non annoiarti; è una cucina fresca, speziata ma digeribile, sapevo di esserne invaghito ma ora credo sia un amore importante 🙂
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I panorami dalla Fortezza di Masada
Lascia perdere la storia di questo luogo – ne parlerò a suo tempo perchè merita alla grande – ma il panorama che ammirerai da quella cima lo porterai con te per sempre.
Roccia color ocra, le acque del Mar Morto e le montagne in secondo piano… da mozzare il fiato.
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La sottile tensione che si percepisce
Inutile nasconderlo, soprattutto nei territori contesi, si respira un po’ di tensione.
Israele è una terra di contrasti, i controlli in aeroporto all’andata e al ritorno sono estremi, quasi un interrogatorio, non li fanno solo perchè si devono fare, vogliono evitare qualsiasi problema.
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Lo Yad Vashem
E’ un pugno nello stomaco, vedere le immagini e i video di 1.500.000 di bambini scheletrici a cui viene dato un nome e un cognome, vedere la foto del carnefice nazista che non è un mostro ma un uomo comune anch’esso con nome, cognome e famiglia… è tanto più terrificante.
Sorgono domande del tipo: “Ma forse non meritiamo davvero l’estinzione se accettiamo simili massacri?”
Come ti ho detto si tratta solo di una breve introduzione, ma anche qui ho dovuto frenare le dita sulla tastiera, avrei scritto molto di più, invece voglio approfondire ogni luogo per bene, il paese lo merita!
Nooooo… non posso chiudere senza citare la passione di Menachem, nel voler rivivere la vita in Galilea di 2.000 anni fa nella sua Kfar Kedem.
Più che la ricostruzione storica (molto interessante comunque) quello che ti rimane è proprio la SUA passione, lui è il primo a entusiasmarsi per un piccione che porta un messaggio, per il latte di capra che diventa ricotta e per la natura che lo circonda.
Basta! Mi devo fermare 🙂
Un saluto,
Cristiano