Quando parti per un paese meno agiato dell’Italia, il consiglio che do è di mettere sempre qualche penna, quaderno ma volendo anche peluche, fermagli e braccialetti prima di chiudere la valigia e fallo fare anche ai tuoi compagni di viaggio.
Prova questa esperienza.
Durante il viaggio ritagliati qualche ora o organizzati una vera e propria tappa in una scuola, in un orfanotrofio, in un ospedale.
Puoi chiedere informazioni alle guide che incontrerai, alla gente del posto, al sacerdote in una chiesa.
Meglio se ti fai accompagnare.
Sarà più facile spiegare chi siamo e perché siamo lì: semplicemente consegnare queste poche cose che saranno poi distribuite, direttamente da loro, secondo il merito o le necessità.
Vedrai che dopo un po’ di sconcerto sarai ben accolto/a.
Ci è capitato spesso di essere accompagnati a fare il giro dello stabile, vedere le classi, le attività che fanno e di assistere addirittura alle prove della recita scolastica.
E di essere poi ripagati, come ci è successo in Sudafrica, con un aiuto fondamentale: spingere l’auto in panne fino alla strada principale asfaltata e perfino correre sull’altro poggio a prendere i cavi per far ripartire quella dannata batteria scarica!
Solo in Perù mi è stato consigliato dall’agenzia turistica del posto, di dare direttamente il materiale ai bambini, perché nei villaggi più poveri poteva accadere che le maestre si appropriassero del materiale per poi rivenderlo.
Così una mattina degli ignari scolari, vestiti di tutto punto, si sono visti consegnare due quaderni e due penne ciascuno da tre beate donzelle che li hanno fermati sul tragitto per la scuola e chiesto loro di rispondere alle annali domande: quanti anni avessero, se sapessero leggere e scrivere e se amassero andare a scuola!
Invece, quando siamo stati in Namibia e precisamente alle Epupa Falls, siamo andati a visitare un villaggio Himba.
Gli Himba sono un popolo che vive di pastorizia e ancora riesce a non essere inquinato dal mondo esterno.
L’immagine degli Himba sono le donne completamente tinte di rosso.
Gli uomini restano fuori dal villaggio l’intero giorno per controllare il bestiame, ed infatti al mattino abbiamo trovato solamente le donne e i bambini.
Abbiamo portato loro un grosso sacco di riso ed uno di zucchero.
D’altra parte quando si va a casa di qualcuno non si porta un presente?
L’atmosfera che si è creata non potrà mai essere descritta.
Abbiamo parlato della mistura di burro e color ocra che ogni mattina si spalmano addosso.
Che pelle morbidissima!
Ci siamo abbracciate e toccate reciprocamente i capelli, i loro tutti acconciati e i nostri (in)spiegabilmente biondi, rossi e castani.
Gli abbiamo mostrato le nostre foto e ovviamente nessuna si piaceva, in particolar modo una di loro che non si era ancora ben sistemata!
E che ridere quando parlando di quei giorni (si proprio quelli!) ci hanno spiegato i loro metodi e noi abbiamo fatto vedere i nostri, mentre la nostra guida (uomo) impacciata traduceva!
Invece per quanto riguarda i medicinali o le scorte di bagnoschiuma e shampoo, puoi donarli a fine vacanza nelle mani dei diretti interessati, come appena suggerito, oppure trovandoci in genere nella capitale, andando presso un’associazione o un ospedale statale.
Questo è un modo semplice, diretto e onesto, lontano dai danni creati dai turisti per regali dati alla rinfusa e indistintamente.
Articolo di
Silvia Balcarini