Ti ho lasciato appena sbarcata sulle Bijagos, in particolare sull’isola di Bubaque: questa si trova al centro dell’arcipelago ed è il principale nodo dei trasporti.
Arrivando via mare vieni subito colpito dalla rigogliosa vegetazione e dalla grande distesa di spiagge bianche, mentre le strade sono tutte sterrate di terra rossa, ai lati delle quali sorgono botteghe o capanne col tetto in paglia.
Per dormire ci sono diverse possibilità: io ho scelto Casa Dora, un hotel gestito da una famiglia portoghese costituito da 16 bungalow, dotati di bagno con doccia (non c’è acqua calda), molto pulito.
E’ situato vicino al porto ed è abbastanza economico: la doppia costa circa 12 euro al giorno a persona compresa la prima colazione, inoltre per prezzi molto bassi a richiesta preparano anche la cena (con pesce freschissimo).
Se vuoi spendere ancora meno, per circa la metà del prezzo a nemmeno un chilometro da Casa Dora affittano delle stanze in appartamento (Casa Creola), mentre se preferisci maggior confort ti consiglio il residence Kasa Africana.
L’elettricità sull’isola è disponibile solo la sera, mentre la copertura cellulare è limitata: se il tuo soggiorno è prolungato e hai necessità di essere reperibile ti consiglio di acquistare una carta pre-pagata (4 euro circa) e spenderai davvero poco anche per chiamare in Italia.
Se proprio non puoi stare lontano dal tuo mondo c’è perfino un internet cafè, naturalmente funzionante durante l’orario in cui è disponibile l’energia elettrica, quindi prevalentemente dalle 19 alle 23.
Sull’isola quello che ti consiglio di fare se vuoi entrare nella vita locale è di prendere e camminare senza mèta: addentrandoti verso il cuore dell’isola puoi attraversare i loro villaggi ricevendo sorrisi dai bambini e rubare attimi di vita quotidiana.
La popolazione è molto gentile e per niente invadente: se vuoi scattare delle foto ti consiglio di chiedere prima il permesso, onde evitare spiacevoli inconvenienti, in quanto non tutti sono disposti ad essere ripresi.
Non è insolito vedere donne che trasportano pesi ingenti sulla testa o recuperare l’acqua dal pozzo e trasportarla fino al villaggio: uno dei segni questo di una società profondamente matriarcale, a differenza del resto della Guinea Bissau.
Sono le donne infatti a gestire la famiglia, a decidere e amministrare: scelgono perfino il marito, il quale non ha potere di rifiutare.
Sull’isola trovi poi un piccolo museo che custodisce maschere e statue, una Casa dell’ambiente, dove chiedere informazioni sulla riserva della Biosfera, e la sede di una radio, Radio Djandjan, principale mezzo di comunicazione tra le isole.
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Se vuoi trascorrere un po’ di tempo al mare ti consiglio di andare alla spiaggia di Bruce, situata a circa 18 chilometri dal porto: puoi raggiungerla noleggiando una bicicletta o facendoti portare da un’autovettura locale (per l’andata e ritorno chiedono circa 30 euro, ma può portare fino a 8 persone).
La spiaggia bianchissima è completamente isolata e deserta, quindi se pensi di rimanerci a lungo porta con te acqua e viveri: al massimo ti può capitare di vedere qualche mucca o qualche pescatore in barca.
Se vuoi farti il bagno approfittane al mattino con l’alta marea, altrimenti dovrai attraversare una distesa di terreno fangoso per raggiungere l’acqua, oltre ad affrontare fastidiosi animaletti.
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Vale la pena anche fare una passeggiata al mercato vicino al porto, dove bancarelle di frutta e verdura si alternano a piccoli banchi di abbigliamento: nessuno ti disturberà né cercherà di venderti per forza qualcosa, ma se vuoi fare acquisti non ti dimenticare di contrattare.
Per mangiare ci sono diverse possibilità: innanzitutto molto comoda è una bottega gestita da marocchini dove puoi comprare pane e acqua ma anche tonno in scatola, biscotti o qualunque altra cosa ti serva magari per il tuo pranzo al sacco.
Il mio consiglio poi è di non fermarti ai luoghi con l’indicazione di “ristorante”: la maggior parte infatti non espone nessun cartello ma solo entrando e chiedendo puoi scoprire che è un locale aperto al pubblico.
Uno di questi è un piccolo ristorante senegalese che si trova proprio di fronte a Casa Dora: cucinano solo su ordinazione, quindi passa la mattina a prenotare il tuo tavolo a lume di candela.
Un’altra possibilità, più convenzionale, è il ristorante sulla salita che parte dal porto: è facilmente riconoscibile perché è accanto all’unica discoteca dell’isola, e si mangia del buon pesce fresco (io ho preso il barracuda) accompagnato da riso e patatine fritte.
Bubaque, grazie alla sua posizione centrale, è un ottimo punto di partenza per visitare le altre isole, ma per saperne di più dovrai aspettare il nostro prossimo appuntamento.
Simona