E’ gennaio e ad Amsterdam il respiro si congela.
Dalle sciarpe dei passanti escono vapori raffreddati che si dissolvono al loro passaggio.
Soggetti incappucciati camminano con il volto abbassato per evitare che l’aria si possa violentemente infiltrare.
Ce ne sono altri, a mio avviso più temerari, che corrono in tenuta estiva lungo i ponti dei canali.
In quel punto l’aria soffia veloce e con lama di spada aspetta di trafiggere anche i corpi maggiormente temprati.
Addocchio un tizio che indossa una t-shirt a manica corta…
Sogno o son desta?
La maglietta si gonfia a causa della “ventilazione” creatasi al suo interno, ma noncurante dell’accaduto, prosegue disinvolto il suo cammino.
Che sia soleggiato, freddo, nevoso, Amsterdam gira in bicicletta.
Questa città si muove su due ruote a pedali e non importa che livello di temperatura ci sia…
Le biciclette si spandono a macchia d’olio, unendosi in un formicaio vivente in qualsiasi condizione climatica.
Esco dall’hotel e la temperatura percepita è – 8.
Mi accingo ad attraversare la strada e mi sfreccia accanto di gran carriera una bicicletta, poi un’altra, e un’altra ancora…
Nessuno dei ciclisti è munito di un qualsiasi copricapo o sciarpa che sia, mostrano il viso sofferente dall’aria tagliente.
Ciò nonostante continuano la pedalata.
Incrocio un ragazzo durante la corsa mattutina, quasi nudo e soddisfatto.
Anch’esso sferra un ghigno rosso e alquanto in tensione.
All’interno di Vondel Park, corrono “mamme” con passeggini dentro ai quali spuntano i visi paffuttelli dei loro figli .
A fianco passa una bicicletta alquanto anomala, munita di cestino a misura di bambino ricoperta da un telo di plastica trasparente.
Lì sono comodamente seduti due bambini che giocano e leggono giornalini.
L’aria del nord si fa sempre più pesante, arriva con decisione lungo tutto il corpo ma…
Amsterdam si muove comunque a piedi e in bici, sfidando i modi più disparati per superare il freddo e dire…
“Corri che ti passa”!
Ciao,
Chiara