Grotta del Fico Sardegna – Foto di kamikazey
La costa orientale della Sardegna è un vero paradiso per gli amanti del trekking, per gli speleologi e gli esperti di arrampicata; ma non solo dal momento che il mare e il panorama che si gode dalle montagne vicine è di una rara bellezza .
Siamo nella costa di Cala Gonone dove, spingendoci tra le le spiagge di Cala Biriola e Cala Mariolu si trova la Grotta del fico, famosa per essere stata l’ultima casa della foca monaca.
La Grotta del Fico ha il suo ingresso a circa 10 m. dal livello del mare nella splendida parete calcarea del Golfo di Orosei.
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La prima esplorazione della grotta risale agli anni sessanta e si deve al gruppo speleo di Padre Antonio Furreddu, uno dei pionieri della speleologia sarda che ne misurò l’effettiva estensione (allora circa mille metri) e condusse numerosi studi sulla grotta e l’ambiente al suo interno.
La grotta infatti ha un’importante valenza sia sotto l’aspetto concrezionale, sia sotto l’aspetto faunistico, infatti proprio al suo interno durante le loro prime esplorazioni gli speologi sardi scoprirono la presenza della specie “Monachus Monachus”, la foca monaca.
Padre Furreddu ritornò più volte nella grotta vivendo per giorni e notti a stretto contatto con il suo abitante più grande e compiendo alcuni studi che svelarono numerosi misteri su questo simpatico animale.
Negli anni settanta inoltre accompagnò nella grotta un gruppo della Universities Federation Animal Welfare di Londra che aveva mandato sull’isola il Prof.Scott, uno specialista in materia di foche e problemi sugli animali in estinzione.
Purtroppo per una serie di fattori pare che la foca monaca sia oramai estinta; la grotta del fico pertanto rappresenta e viene spesso definita come l’ultimo rifugio della specie.
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Per milioni di anni un fiume sotterraneo ha modellato le lunghe gallerie della grotta, dal 2003 facilmente visitabili grazie ad un sistema di passerelle che consente di visitare gran parte della cavità in assoluta sicurezza.
Il percorso turistico prevede le soste nella Sala del Lago, nella Sala Pio XI, e nella spettacolare Sala del Vecchio di Mare, antica denominazione usata localmente per identificare le foche del mediterraneo.
Dal 2006 è aperta inoltre un’altra parte della grotta che dopo un percorso di 80m conduce ad un pozzo verticale di 40m (vedi foto all’inizio) e sul fondo è possibile ammirare il mare che si collega all’esterno attraverso un cunicolo sommerso chiamato ‘Sifone della Foca Monaca’.
Pare infatti che proprio attraverso questo sifone la foca monaca accedeva alla grotta e al mare per raggiungere le spiaggette interne dove andare a riprodursi in tutta tranquillità.
La presenza di stalattiti, stalagmiti e colonne, di dimensioni e colori diversissimi, permettono di godere di un fantastico spettacolo; il tutto messo ancor più in evidenza dai giochi di luci create al suo interno dall’acqua cristallina.
Lo sviluppo della cavità è passato negli anni dagli 800 ai 1.200 metri ed è tuttora in fase di esplorazione dai numerosi gruppi speleologici sardi, che pare siano arrivati ad esplorarne circa 2.700 metri.
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Si arriva alla Grotta del fico prendendo una delle motobarche che quotidianamente effettuano minicrociere lungo la costa di Baunei, dai porti di S. Maria Navarrese, Arbatax, Cala Gonone e La Caletta di Siniscola.
Solitamente partono alle 9,00 del mattino per rientrare intorno alle 17,30/18,00.
La grotta è apertura da Giugno a Settembre tutti i giorni dalle 9,00 alle 17,00.
Il prezzo del biglietto di ingresso , generalmente non compreso nel prezzo dell’imbarcazione, è di € 8,00 per gli adulti e € 4,00 per i bambini dai 6 ai 12 anni.
Per informazioni sulla grotta puoi chiamare il gruppo della Società Speleologica Baunese ” Gestione Grotta del Fico” tel. 333.9634349 che sarà bel lieto di soddisfare le tue domande e le curiosità.
Una giornata diversa in uno dei dei tratti più affascinanti di tutta l’isola, un paesaggio che non sarebbe potuto esser dipinto in maniera migliore e al quale oggi manca solo una cosa: la presenza della foca monaca, oramai non più avvistata da anni.
Ma chissà forse è solo troppo timida per farsi vedere dalle migliaia di persone che ogni anno arrivano in questa zona con la speranza di poterla avvistare.
Articolo di
Bianca Ferracani