ATTENZIONE:
Alcuni racconti inviati risultano già pubblicati su altri siti di viaggio (es: Turisti per Caso, Ci Sono Stato, ecc…).
In questi casi ho deciso di pubblicare solo le prime righe dello stesso per evitare i famosi “contenuti duplicati” e poi aggiungere il link alla continuazione verso il sito corrispondente.
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Andorra
Andorra è un piccolo stato che si erge sulla catena montuosa dei Pirenei incuneato tra Spagna e Francia.
Logisticamente la sua posizione geografica non è delle migliori, e la mancanza nelle vicinanze sia di aeroporti che di ferrovie fa sì che solitamente non venga inserita negli itinerari turistici più classici: insomma, per visitare Andorra bisogna andarci apposta.
A noi l’occasione capita al termine di una decina di giorni trascorsi a Barcellona: siamo in macchina e desiderosi di mettere piede nel piccolo principato pirenaico.
Percorriamo circa 200 km nel cuore della Catalogna e via via che l’altitudine aumenta, la temperatura si abbassa gradualmente liberandoci dal caldo opprimente che ad agosto regna a Barcellona.
Arriviamo verso l’ora di pranzo al confine tra Spagna ed Andorra: ci aspettiamo un confine virtuale come quello tra Italia e San Marino, senza posti di controllo, ma ci sbagliamo.
Entriamo senza essere fermati, ma vediamo una lunga serie di veicoli fermi alla dogana nell’altro senso di marcia, evidentemente ci sono controlli abbastanza fiscali sull’esportazione di beni quali sigarette ed alcoolici, che qui costano poco grazie al particolare regime fiscale che vige da queste parti.
Appena varchiamo il confine, notiamo subito quale sia la forza propulsiva dell’economia andorrana: lo shopping.
Il paesaggio è tipicamente montuoso, ma a differenza degli usuali villaggi alpini cui siamo abituati, qui è pieno di grandi centri commerciali.
Ci fermiamo in uno di questi a comprare qualcosa da mangiare e poi iniziamo il nostro pomeriggio dedicato ad Andorra.
Il traffico è abbastanza intenso nell’arteria principale, quella che collega tra loro i maggiori centri del paese e congiunge la Spagna con la Francia.
Troviamo parcheggio (rigorosamente a pagamento) convinti di essere già arrivati nella capitale La Vella, e soltanto nel leggere lo scontrino rilasciato dal parcometro ci rendiamo conto di trovarci invece a Sant Julià de Lòria, capoluogo di una delle sette “parròquias” in cui è suddiviso amministrativamente questo piccolo stato.
Il riferimento religioso è probabilmente un retaggio del passato di Andorra, che ancor oggi presenta una forma di stato decisamente singolare, visto che è un coprincipato retto contemporaneamente dal vescovo di Urgell (diocesi spagnola) e dal presidente francese, nonostante ormai il loro potere sia poco più che simbolico.
Decidiamo di visitare questo piccolo centro, e lo troviamo piacevole.
Lasciati i centri commerciali al di fuori del centro abitato, la cittadina si presenta molto caratteristica: le stradine si snodano in continui saliscendi, comuni ad ogni località di montagna, e frequenti sono le costruzioni in pietra, come ad esempio il municipio, tipiche dell’architettura pirenaica.
Sant Julià de Lòria è bagnata dal torrente Valira, sulle cui sponde trova posto anche un campeggio: segno che Andorra, che già di per sé ha costi piuttosto bassi rispetto alla media dell’Europa occidentale, vuole aprirsi anche a forme di turismo ancor più economiche.
Trascorriamo il tempo principalmente a passeggiare e a godere la freschezza del clima locale, anche perché qui non c’è molto da vedere da un punto di vista turistico.
Nonostante da più parti si legga come le lingue più parlate siano lo spagnolo e il francese, ed il catalano sia soltanto la lingua ufficiale, abbiamo notato come venga invece utilizzata correntemente dagli abitanti, che parlano le lingue “straniere” soltanto con i turisti.
Dopo aver fatto qualche acquisto esentasse, da Sant Julià de Lòria ci dirigiamo verso la capitale La Vella, che vedremo però soltanto dai finestrini dell’auto, essendo ormai prossimi all’imbrunire e dovendo proseguire il nostro viaggio.
L’idea che ne riceviamo non è comunque delle migliori.
Si tratta di una cittadina piena di negozi di ogni genere, che assomiglia più ad un vasto centro commerciale che non ad una graziosa capitale di un piccolo stato.
Di sicuro Sant Julià de Lòria ci è parsa più caratteristica.
La strada verso il confine francese è meno trafficata rispetto al tratto precedente e questo ci dà modo di godere, evitando code, della vista delle montagne andorrane e dei loro pascoli.
Facciamo una breve sosta per vedere più da vicino una chiesetta in pietra immersa nel verde e, ripreso il viaggio, in pochi minuti arriviamo al confine francese che, a differenza di quello spagnolo, non presenta dogane di alcun tipo.
Continuiamo il nostro percorso scendendo i Pirenei con qualche rammarico per non aver avuto più tempo da dedicare a questo Stato ma allo stesso tempo soddisfatti per averci, comunque, messo piede!
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A domani per un nuovo racconto di viaggio,
Un saluto
Cristiano