Te lo dico subito, oggi non parlo “solo” di viaggi e soprattutto questo articolo è scritto per me, una sorta di ripasso su concetti che ritengo importanti, se non vitali.

E… altra cosa, purtroppo NON è mio!

Avrei voluto essere io l’autore ma i meriti vanno a Turner Wright, autore-giornalista acuto, pungente e davvero fuori dal coro che scrive per il network Vagabondish

Dico questo non per prendere le distanze, anzi,  la penso come lui e lo ammiro (invidio) per quello che ha scritto ma solo per dovere di correttezza.
Mi sono preso la libertà di tradurre il post e adattarlo alla cultura europea quindi se leggi delle cavolate è opera mia e Turner non ne ha nessuna colpa.

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Viaggiare equivale a estendere se stessi, muoversi oltre le percezioni di società chiuse imparando come le persone di altre culture vivono le loro vite simili alle nostre.

Il tutto viene fatto spingendo te stesso attraverso avventure di ogni tipo, come scalare una montagna o andare incontro all’ignoto e allontanarsi dalle comodità.

Eppure, con tutte le comodità che abbiamo nel nostro secolo, si potrebbe dire che vivere giorno per giorno è il compendio della pigrizia.

Tutta la tecnologia e il modo di pensare della popolazione di oggi ha portato verso la pigrizia, in sostanza ha creato l’antitesi di quello che i vagabondi desiderano.

Le comodità hanno eliminato qualunque esigenza di fare attività fisica; il modo di fare informazione ha inibito la crescita incitando la gente a non pensare.

Ecco le quattro che aiutano a rimanere grassi, stupidi e non viaggiatori:

1 – Shopping Online

Oggi possiamo avere tutto e subito, con una carta di credito e qualche click qua e là.

Perchè uscire a fare la spesa se posso farla online e il supermercato me la porta a casa in 2 ore?

Non devi fare la fila in nessuna libreria per l’uscita mondiale del libro che aspettavi da anni, Amazon (in Italia IBS ad esempio) te lo consegna a casa in sole 24-48 ore e tu non rischi di rimenere a mani vuote.

Lo shopping online ha realizzato una metà del sogno americano: una pillola per essere perfetto e un bottone da premere per ottenere qualsiasi cosa.

Sfortunatamente senza la pillola, il corpo e la mente vanno in decadimento; si perde ogni cognizione di vivere nel mondo reale.

Perchè andare al cinema con gli amici quando puoi scaricare il film dalla rete?

Perchè accontentarsi di qualsiasi cosa semplice possa venirti in mente quando ti puoi far recapitare a casa il meglio di ogni settore?

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2 – Fast Food

Sappiamo tutti che i fast food sono un rischio per la salute fisica, ma il fatto stesso che tali luoghi esistano costituisce un pericoloso precedente.

Non solo non hai il tempo di sederti e godere di un pasto sano, ma puoi anche evitare di consumare l’energia per uscire della tua auto grazie ai “xxxdrive”.

L’autore ammette: la produzione di massa funziona piuttosto bene per Ford e l’assemblaggio di auto, ma l’equazione salta quando si tratta di cibo.

In questo caso, la produzione di massa e i bassi costi possono solo portare a colesterolo alto e a fare meno esercizio fisico.

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3 – Il mondo è “Troppo Pericoloso”

Se ti affidi all’informazione quali stampa e televisione ogni giorno si cerca di enfatizzare ed esagerare le notizie che giungono da luoghi lontani.

In pratica la loro missione è quella di portarti a pensare:

“La casa è al sicuro, comoda, bella e tranquilla mentre il resto del mondo è là fuori per ucciderti o almeno farti soffrire.”

So benissimo che il mondo è pieno di paesi con disordini politici e disastri ma descrivere qualunque luogo come una trappola pronta a fare del male all’ignaro e incauto viaggiatore è manipolazione bella e buona.

Volete davvero sapere in che condizione è un paese?

Leggete la sua storia, i molti racconti di persone comuni, cercate di capire le ragioni di entrambe le parti e poi valutate… è davvero così nera la situazione?

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4 – Newspeak

Newspeak è la nuova lingua (contrapposta alla vecchia lingua, oldpeak) di cui parlava George Orwell nel romanzo “1984“, una lingua creata appositamente dai governi per evitare ogni altra forma di pensiero.

Se vuoi maggiori informazioni:

=> Newspeak (in inglese)

=> Neolingua (in italiano)

Dubito che Orwell pensasse a Internet quando scrisse il romanzo ma si è trattata di una bizzarra coincidenza (e inquietante) se la vediamo con gli occhi di oggi.

Non mi credi?

TVB, ke, IMHO, LOL, xkè, 😉

ora suona familiare?

Sono più che semplici abbreviazioni, rappresentano un nuovo modo di esprimersi e di relazionarsi.

Quando è stata l’ultima volta che hai scritto un messaggio con il cellulare scrivendo per intero tutte le parole?

Ridurre le informazioni all’essenziale e tenere fuori emozioni e poesia dalle frasi e “Newpeak“, pura e semplice.

Anche i social network più famosi come Twitter o Facebook limitano a zero il tuo potenziale, con le loro regole di scrittura veloce e condivisione virtuale.

Hai mai lasciato a casa il telefono e una volta fuori ti è successo qualcosa e hai pensato:

“Appena torno a casa lo scrivo su Facebook (Twitter, ecc…)”

Non fraintendermi, i social sono utilissimi per allacciare amicizie e condividere idee ma se continua di questo passo nel 2050 il programma nei licei di tutto il mondo sarà:

– “Danish prince dies” = Hamlet
– “Boy loves mother, kills father” = Oedipus Rex
– “God did it” = The Bible

(li ho lasciati in inglese perchè sono capibili e soprattutto sono stupendi e cattivissimi, il secondo e il terzo mi fanno morire!)

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Qualche considerazione mia, molto personale.

Sono d’accordo con l’autore e questo non vuole dire che sputo nel piatto dove mangio, la tecnologia è importante ma si deve capire come sfruttarla senza farsi sfruttare.

Prenotare un biglietto online per la tale attrazione ed evitare file chilometriche è una “buona cosa” (ogni tanto… e anche qui ci sarebbero i contro), acquistare libri online allo stesso prezzo che in libreria solo perchè non si ha voglia di uscire è una “cosa cattiva“… insomma ci siamo capiti.

L’informazione libera esiste ancora, e qui ci aiuta la rete (credimi non è contraddizione) e i pochissimi programmi televisivi mandati in onda a orari improbabili.

Basta cercare e non avere pregiudizi, un esempio lampante è la storia dell’influenza “suina” (poveri maiali… non c’entrano nulla), quante persone pensi abbiano rinunciato alle ferie già prenotate per paura del virus?

Tante, e francamente se vuoi la mia opinione personale hanno sbagliato di grosso; lo dimostra il fatto che se solo c’è la possibilità di sbattere in prima pagina una qualche tragedia più cruenta ecco che l’nfluenza sparisce dalle notizie.

Per l’ultimo punto non rientro molto nella “neolingua“, non sono mai riuscito ad abbreviare ciò che scrivo, non ci riesco e basta.

Infatti quando scrivo un sms ne uso sempre almeno 2, con conseguenze tristi per la bolletta… e quando scrivo una mail perdo sempre mezz’ora come se scrivessi un articolo.

Utilizzo (non molto) “le faccine“, le famose emoticon e anche qui a dir la verità ne uso solo 2, triste e felice… forse sono un po’ antiquato?

A me l’articolo è piaciuto tanto e me lo sono stampato, spero di non averti annoiato, da domani ricomincio a parlare di viaggi… promesso!

La verisione originale dell’articolo la puoi leggere qui:

=> Why It’s Easier to Stay Fat, Stupid and Untraveled

Un saluto,
Cristiano