Il Vietnam è anche storicamente diviso in due, il nord con la capitale Hanoi ed il sud con Saigon. Imprescindibile non visitarle entrambe e le differenze si vedono ad occhio nudo.
Tutto il paese è accomunato da un’operosità perpetua, trasversale, scorgi solamente gente che cammina non per raggiungere un obiettivo, lo sta già compiendo, in pratica un gerundio presente senza interruzioni.
L’arrivo ad Hanoi è ovviamente il saluto con una capitale asiatica, ma attenzione, differente dalle altre.
A prescindere dal numero di abitanti la sensazione è quella di una città circoscritta, provinciale e forse un po’ sorniona. Non si ha notizia, ancora, di zone verticali in cui le gru si muovono giorno e notte, non ho memoria della presenza di grandi arterie urbane come in altre realtà asiatiche.
La quotidianità delle persone, pur sempre dei cittadini, non è stata contagiata dall’economia che galoppa e dagli smartphone per qualsivoglia.
Il tutto si è sviluppato intorno al grande lago dell’Ovest e a quello di Hoam Kiem. Io ti consiglio di dormire qui vicino, magari nel vecchio quartiere. Se non hai contattato un’agenzia locale utilizza i risciò a pedali per brevi distanze e i taxi per tutto il resto. Per quanto riguarda questi ultimi devi conoscerne il numero di telefono, non ne passano molti in strada. Quindi occhio, se credi di utilizzare questo mezzo ti converrà comprarti una sim locale, il costo telefonico come l’abbonamento ad internet, per adesso, hanno costi proibitivi.
Intorno al lago Hoan Kiem o “Della spada restituita” puoi vedere al mattino le persone che praticano tai chi, che ballano, leggono, giocano. È meritevole di qualche foto l’insieme del lago con il ponte arcuato rosso che conduce al minuscolo tempietto “della montagna di giada” e con la torre della Tartaruga dal lato opposto del lago. La sera tutto è illuminato.
Se sei già stanco puoi farti un giro sull’auto elettrica aperta che percorre il perimetro del lago … Non si vede granché.
Proprio di fronte al ponte rosso c’è il teatro dell’Opera in stile parigino aperto solo per gli spettacoli: un classico e turistico sono “Le marionette sull’acqua”. Non è costoso, dura 45 min e ci sono più spettacoli tutti i giorni. Le marionette si muovono nell’acqua al ritmo di musica tradizionale dal vivo, la storia invece è raccontata in vietnamita ma gli episodi sono corti e semplici, di facile deduzione. Ispira giocosità ma non ha nulla a che spartire con i pupi siciliani.
Il vecchio quartiere è forse quello che rimane più impresso. Un dedalo di strade a cui 500 anni fa erano state nominate come la merce che insite vendevano: latta, bambù, calzature ecc. Oggi la divisione non è più così netta ma rimane il piacere di ficcanasare nei negozi appiccicati. Entra nei vicoli, troverai sicuramente quelli più autentici e meno cari e sarai a riparo dal traffico. Persino per i souvenir ti consiglio Hanoi, a parer mio la più economica del Vietnam.
La piazza principale ospita il mausoleo di Ho Chi Minh, sempre affollato di vietnamiti in fila per poter ringraziare il loro Giuseppe Mazzini. Assomiglia a Piazza Tienanmen, ma ancor più austera. Accanto vi è il palazzo reale con entrata a pagamento. L’edificio costruito dai francesi è giallo, ospita riunioni e incontri con i capi esteri. Più avanti si possono comodamente vedere dalle finestre esterne le zone pubbliche di Ho Chi Minh e dei suoi collaboratori, comprese le vetture a lui regalate e la zona privata, il laghetto e l’elegante casa in stile palafitta costruita come da tradizione completamente in legno. La visita di per sé piacevole non regala né grande interesse né emozioni, non dedicarle più di un’ora.
Poco lontano si giunge a piedi alla Pagoda ad un solo pilastro, è solo una replica, l’originale è stata distrutta dai francesi durante la guerra. Oggi il pilastro non è più in legno ma in cemento dal diametro enorme e dall’estetica inesistente. Il nome di questa pagoda significa felicità e prosperità e sono tanti i vietnamiti che passando di qua si fermano per un’offerta o una preghiera. Il mio consiglio è quello di tener riposta la macchina fotografica e goderti questo passaggio, i gesti, la frutta, i fiori, l’incenso.
Il tempio della letteratura merita una visita, è un raro esempio di stile vietnamita ed è quasi tutto originale; costruito nell’anno 1070 e dedicato a Confucio fu la prima università del Vietnam. Tempio e scuola trovano spazio nei 5 cortili. Affascinante vedere le stele dove anticamente veniva scritto il miglior studente.
Specie al sabato e alla domenica è occupato da gruppi di laureandi che si riuniscono tutti insieme per le foto classiche, made in USA, con il lancio del famoso cappello. È interessante vedere l’organizzazione che c’è dietro quelle foto. Oltre al fotografo c’è infatti uno speaker che chiama a turno i gruppi, controlla le posizioni dei ragazzi e da loro il via per il sincrono del lancio. Le ragazze sono sicuramente le più interessanti perché indossano l’abito tradizionale Vietnamita, l’Aodai, originariamente solo nel colore bianco per la casacca e nero per i pantaloni, adesso è indossato in tutti i colori con o senza decorazioni, l’importante è che sia di seta. Colpisce quanto sia elegante nonostante il taglio semplicissimo che dona alle fanciulle more e filiformi un atteggiamento raffinato; peccato però che le scarpe alte, messe solo per l’occasione, facciano male ai piedi ed inclinino il quadro con quel passo dolorante e poco femminile.
Che bello vederli, questo è un momento tutto loro, qui non ci sono genitori o parenti. I ragazzi si sono rivestiti per l’occasione qualche giorno dopo la laurea. E le foto continuano, ognuno con il proprio fotografo oppure con i selfie insieme ai propri compagni e amici, per i giardini, Tutte fotografie molto sceniche e posizioni talmente fantasiose che ci si chiede se i ragazzi vietnamiti abbiamo un dono particolare per questo!
Alla cittadella ritrovo altri ragazzi e altre foto, persino una coppia di sposini. Mi hanno raccontato che il matrimonio dura più giorni ma in genere gli sposi tutti imbellettati si fanno fotografare alcuni giorni prima della cerimonia! Il giro all’interno è abbastanza breve, ci sono due piccoli musei, il primo racconta la storia del Vietnam il secondo raccoglie alcuni reperti storici o decorazioni originali della cittadella stessa.
Hanoi è più una città da girandolare, da assaggiare. Non ti consiglio di decidere dall’inizio cosa vedere ma di procedere a casaccio, la città deve avere la precedenza sui monumenti. Mangia per strada seduto sui mini sgabelli ai mini tavoli, prova la pho locale, la zuppa della città, mangia la pasta fritta di farina di manioca, il dolce venduto nelle scatole al lato delle strade; è una foglia di carta di riso con zucchero e cocco. Prendi i dolcetti dai cesti delle nonne in strada: miele, sesamo, fritti, dolci, buoni o stantii. Osserva i giardinieri piegati perfettamente ad angolo retto ripulire per ore le aiole. Sono i certosini della città.
Prova ad entrare in un museo che ti incuriosisce o in un tempio dove non c’è nessuno. Mangia una fetta di torta francese, osserva le fruttivendole come decorano la frutta, assaggiala, bevi una birra, prendi un the, contratta in un vicolo per delle mascherine da scooter, fai quello che vuoi, parla con chi vuoi, ti risponderanno tutti, la lingua non ha importanza.
Articolo di
Silvia Balcarini