La domanda è diretta: perché a tutti questi bei fusti marmorei in fila, che pare vogliano accoglierti, gli hanno asportato gli organi maschili?
Posso anche immaginare il perché, posso persino informarmi attraverso differenti canali ma resta sempre una domanda a cui non so rispondere: nel 2015, in un grande museo come Palazzo Pitti come mai non vi è una dannata audioguida sapientemente programmata?
Per la mia Domenica al Museo ho scelto questo enorme palazzo fiorentino che ospita differenti musei. Senza girarci intorno ho risparmiato (parlando di prezzi cumulativi per tutti gli ingressi) dagli 11,50 ai 15,50 euro a persona.
Il banchiere Pitti era un po’ il vicino invidioso che si fece costruire la residenza sulla base del disegno commissionato per i Medici ma da essi abbandonato.
La storia però lo portò a venderlo proprio alla famiglia vip e a morire in prigione. Entrando, si è subito catturati dalla presenza di una fontana posta in alto quasi sospesa in aria, in realtà è nei giardini siti nella parte sovrastante il palazzo. Il fatto che non sia funzionante è un peccato capitale.
Il gran pasto del Palazzo è la Galleria Palatina con l’Appartamento degli Arazzi ove, appunto, si schierano le statue sopracitate. In questo momento l’Appartamento ospita una mostra temporanea su Carlo Dolci, pittore ritrattista coevo dei Medici e apprezzato in tutta l’Europa del tempo.
Più che le pitture appese sono stata ammaliata dal soffitto all’entrata, i colori monocromatici e tenui potrebbero benissimo comparire in un blog di arredamento odierno. Favolosi, con quelle applique e lampadari ridondanti ma leggeri, tutte completamente in vetro o in cristallo, chissà.
È per questo che è scandaloso a mio avviso che all’interno delle sale ci sia poca illuminazione rivolta unicamente alle opere, lasciando dai circa due metri di altezza in su il fumo di Londra. Sicuramente è per questo che a me sto Dolci non è rimasto molto simpatico … Insieme a lui presenti i suoi fedeli e i suoi colleghi. Alcune cornici sono pazzesche, quella con i draghi ad esempio è parte integrante del dipinto.
Non puoi non notare La Madonna con il Bambino delle Pietre Dure.
Palazzo Pitti fa parte dei tanti musei del torcicollo. La posizione del collo infatti è sempre un po’ scomoda e quanto mai rivolta in alto. Le tele, tante, tantissime, un po’ come agli Uffizi ti guardano da ogni angolo, altezza e dimensione. Fortuna che qui le sale sono grandi, possiedono ampie vetrate e centrali sedute dove puoi sederti e ammirare meglio le opere. Nonostante questo, mai e poi mai passeggerei qui da sola di notte sotto gli occhi di tante amanti, complottisti, arrivisti e chissà cos’altro.
Magnifica la sala dell’Arca, la sala piccola adiacente invece propone piccoli quadri di per sé poco luminosi a cui nessuno ha pensato di dare un po’ di luce. Quelli sulla mensola in alto nemmeno si vedono. Si evidenza tra la tanta gente appesa la dama con i capelli lunghi di Rubens.
Il quadro del groviglio dei dannati all’inferno pare uno stereogramma. Hai notato che sono tutti uomini dal fisico statuario? Occhio se appartieni a questa categoria, potresti finire negli inferi!
Gli enormi putti tridimensionali fisicamente presenti e leggeri come gli angeli. Ho trovato un panchetto rotondo perfetto per il mio angolo del salotto, ma non avevano la plastica con i pallini per incartarmelo. I numerosi tavoli con complicate lavorazioni di intarsi di pietre dure, i colori sfumati, le proporzioni perfette.
Mi chiedo se questi artigiani non avessero al tempo dei marchingegni per produrli e poi non li abbiano sotterrati da qualche parte per prenderci per i fondelli!
La sensazione uscendo dalla Galleria Palatina? Ma quale sindrome di Stendhal?
Io ho quella da stordimento dopo una serata in discoteca.
Qualcuno dovrebbe salire su un tavolo, all’entrata, di fronte a tutti, e urlare a perdifiato che non si sopporta il ciabattare continuo che rimbomba nei musei, per natura luoghi silenziosi e che, se gli stilisti hanno deciso che gli shorts vanno di moda dovrebbero aggiungere sul cartellino le avvertenze per l’utilizzo.
È inguardabile una fiumana di gente abbigliata da lungomare. O è per questo che il periodo in cui viviamo potrà essere definito dagli storici come decadimento?
Per motivi di sicurezza gli Appartamenti Reali sono chiusi durante la Domenica al Museo, causa carenza di personale e paura che gli arredi possano facilmente essere violati. Capibile o meno, sarebbe professionale avvertire già fuori, alla biglietteria.
E posso dirla tutta? Perché i turisti non italiani possono usufruire della domenica gratuita? Lo so, il mio è un capriccio, ma per una volta vorrei provare l’ebbrezza di sentirmi unica per il mio paese.
Il Museo del Costume mi ha delusa. Pochi i pezzi meritevoli, solo quelli nelle prime sale. A naso una parte del museo era chiusa e nessuno ha avvertito. Fammi sapere se l’hai vista e hai un’opinione differente. Ok per la sala, che accoglie niente po’ po’ di meno che i vestiti di morte di Cosimo de Medici e signora, che per non essere logorati sono tenuti in appropriate teche in una stanza buia. Inutili però i pannelli esplicativi che non si vedono a meno che non si usi l’app torcia.
Al secondo piano c’è il Museo di Arte Moderna. Niente buchi su tele o robe simili. Qui per moderno s’intende la pittura post rinascimento fino ai primi del novecento. Se sei stanco, ti capisco, ma se non sei ancora svenuto è interessante anche solo attraversare le stanze senza soffermarti più di tanto perché colpisce in un solo frangente quanto gli artisti cambino i loro soggetti dai Signori, Papi e nobili, alle persone umili, le vite difficili, i problemi, le abitudini.
Poi però si capisce che il mecenatismo serve. L’arte crea economia e non esiste senza di essa. Si torna quindi alle raffigurazioni delle famiglie borghesi, a chi quella tela può comprarla o commissionarla. Interessante allo stesso modo il cambiamento delle modalità di pittura, dei colori ecc…
Finita la Galleria d’Arte Moderna e quella del Costume ti conviene tornare sui tuoi passi e al negozio scendere dallo scalone e dirigerti quasi all’entrata dove si trova il Museo degli Argenti. Il Museo della Ceramica è infatti all’interno del giardino di Boboli, potrai visitarlo per ultimo, in barella.
Il museo degli argenti si presenta con una piccola sala a destra cui fanno bella mostra ceramiche. È normale che ti chieda di essere nel posto giusto specie se hai qualche ora di visita alle spalle. Le grandi sale ospitano anche le mostre temporanee, nel mio caso I lapislazzuli (notevole).
Al piano mezzano (come lo chiamano loro, ma che in realtà non lo è), ossia dopo due rampe di scale, eccoci tra miniature, e poi via con argenti delineati in stoviglie, servizi da toilette, piatti e qualsivoglia chiudendo nell’ultima stanza con i gioielli contemporanei.
Ancora protagonisti i soffitti, più bassi e le pareti decorate persino con animali immaginari.
Il Giardino di Boboli e il Museo della Ceramica non li avrei potuti visitare che in carrozza o in barella. Sarà per la prossima volta. E ci sarà una prossima volta per il Museo del Costume e gli Appartamenti.
Non consiglio come è facile pensare di visitare tutto in una giornata, ma di dividere la visita in almeno due giorni distinti, peccato però che il museo divida i biglietti cumulativi solamente in due: pinacoteche e il resto. Si toglie la possibilità di alleggerire la visita di una pinacoteca con gli appartamenti, il giardino, il museo del costume ad esempio.
Ma questa come sempre è la mia opinione.
Articolo di
Silvia Balcarini