Puoi aver scalato montagne, puoi essere in partenza per uno dei luoghi più lontani, sconosciuti, intriganti del mondo ma non susciterai mai tanto interesse come dire: “Sto per andare a New York”.
Bocche aperte, sopracciglia alzate, richieste, domande. Ma perché mi chiedo. Non ho nessuna certezza, come sempre, solo tante supposizioni. New York è una città che continuamente viene riproposta un po’ in tutte le salse, sul piccolo schermo fa da padrona, da scenografia a film, a serie che ci hanno fatto e tutt’ora ci fanno da babysitter. E poi tutti arrivavano qui. L’immigrazione verso gli States sbarcava per la stragrande maggioranza qui. Quindi New York per il nostro modo di vedere è l’America.
Se oltre alla tua guida dai uno sguardo in rete ti perderai più di altre volte.
Chi non scrive di NYC? Gli appassionati, gli atleti, quelli che là adesso ci vivono. La lista si allunga e quindi si allungano e si intrecciano notizie, più o meno fresche. Alla fine hai gli occhi intrecciati.
Si perché di questa città sembra che nessuno si stanchi di scriverne, l’energia che trasmette sembra dover trovare sfogo nelle pagine. Tuttavia è sempre più difficile non ripetersi nelle informazioni.
Questa è stata la mia seconda quindicina nella Grande Mela e non intendo partire con l’ABC. Quando ti avrò detto tutto quello che volevo dirti e soprattutto quello che mi è venuto in mente, alcuni dettagli e perché no alcuni difetti, parleremo di voli e alberghi.
Vado.
Portati, mi verrebbe da scrivere, un umidificatore per ambienti (no, quello da termosifoni spesso non basta) opta per lo meno per uno spray nasale, quello per bambini va bene.
Non sono io la matta.
Nel periodo invernale il riscaldamento è così alto che la notte in camera le narici si seccano a tal punto da far male e sanguinare il naso. D’estate al contrario se l’aria condizionata è centralizzata porta un pigiama degno di essere chiamato così altrimenti batterai i denti.
Ti sembro esagerata? Scommettiamo.
Ad ogni angolo ci sono farmacie, i famosi drugstore, che vendono di tutto, dagli alimenti ai giocattoli, ai miliardi di vitamine-integratori-minerali. Inoltre pomate, unguenti, spesso diversi dai nostri, a volte più potenti o dai prezzi inferiori. Però togliti dalla testa che basta pagare e puoi avere tutti i farmaci che vuoi. Portati dietro i tuoi farmaci, specie quelli che usi abitualmente. Potrebbe non bastare nemmeno una richiesta in inglese scritta dal tuo medico curante se non eseguita ad hoc.
Non mi far scrivere dell’assicurazione medica…
Considerazioni e informazioni alla rinfusa:
– Le strade sono poco illuminate, usciti da Times Square ogni angolo potrebbe essere utilizzato per una scena di omicidio. Al ritorno la strada di casa tua sembrerà accecante. Non farti prendere dalla sindrome CSI, la città è sicura come e più di altre. È sporca però, basta allontanarsi dalle 4-5 strade famose e sacchi enormi di spazzatura non differenziata, buttata in terra, ovunque.
– Non pensare che tutti i locali abbiano il bagno per i clienti. Spesso è solo per i dipendenti e sempre è solo per i consumatori. “Non fare l’italiano”, una partaccia e forse più ti aspetta se non segui le regole.
– I poliziotti, numerosissimi a Manhattan, sono molto gentili e disponibili ma se ti dicono di no vuol dire no, se ti danno un ordine va eseguito senza domande, obiezioni, posticipazioni.
– La fila è la fila, ci si mette in fila, si sta in fila, non si abbandona la fila. Il piede deve stare al di qua della linea, né sulla linea, né dopo la linea. Capitooo?
– I newyorkesi sono gentili, sempre pronti a sorriderti, ad aiutarti, a conversare, a farti le foto. Di più, attendono che tu abbia scattato prima di passarti davanti o si abbassano, se ti urtano tra la folla chiedono sempre scusa, si fermano per darti indicazioni, sempre. Uno spettacolo!
– Almeno in questa città niente viene regalato. Se ad esempio la compagnia ti ha perso il bagaglio e ti arriva in hotel quando non ci sei, potresti dover pagare per il servizio reso dal portiere che ti ha tenuto in custodia la valigia. Idem se qualcuno dovesse chiamarti in hotel e lasciarti un messaggio mentre tu non ci sei (lo so è obsoleto…).
Shopping
“Parti con la valigia vuota e la riempirai”. Mah.
Per adesso il cambio tra le due monete è favorevole, anche se il “range” sta sempre diminuendo. Ed è su quello che si basano i prezzi a parer mio. Le grandi firme costano, come sempre e come ovunque, tanto. I marchi di sport hanno un costo inferiore che, eccetto gli sconti, è un po’ di più del cambio valuta. Più alta invece la scelta, soprattutto nei colori sgargianti, che come noto, noi italiani non amiamo molto. I buoni affari si farebbero, mi dicono, negli outlet, fuori città (allora come da noi?).
Tiffany è oramai anche in Italia, anzi, puoi persino acquistare online. Ciò nonostante per me Tiffany è solo quello sulla quinta strada e solo per certi anelli vorrei quella scritta impressa. Ad ognuno le proprie idee.
Particolari invece sono i casalinghi ed elettrodomestici: le dimensioni di certi oggetti, utensili, forni, teglie, sono fuori dai nostri standard. Sicuramente da vedere.
Non credere che siano tutti obesi o in sovrappeso. In questa città ci si tiene sempre più in forma e lo si vede. Questo significa che i negozi di abbigliamento dalla taglia 48 in su vanno cercati con la lente d’ingrandimento.
Discreto il risparmio sull’hi-tech (ma non proprio su tutto) però sei senza garanzia. In breve, scordati il 50% in meno. I buoni affari si fanno il venerdì dopo il giorno del ringraziamento (black Friday) e il 26 dicembre (per loro non è festa), quando iniziano i saldi. Sii pronto però alla battaglia corpo a corpo con gli altri!
A parer mio vale la pena entrare nei negozi specializzati o a tema (appuntati dove sono), nei negozi di abbigliamento vintage nel Village, ma anche a Brooklyn o che so io e in quelli dei nuovi stilisti sconosciuti altrove.
Io aggiungo anche Harlem dove sono riuscita a trovare a buon prezzo borse in jeans di cotone americano MADE IN USA. Un record!
Ricorda sempre di chiedere se il prezzo è al netto o al lordo delle tasse. Il costo finale sale molto. Sono due le tasse, la loro IVA e la tassa di lusso che va in base alla categoria di acquisto. Nei centri commerciali e nei negozi in franchising in genere il prezzo è finito e pensano loro a detrarti l’importo dell’IVA direttamente o facendoti compilare un foglio che dichiara che non sei americano. Mentre quella sul lusso non deve essere applicata ad esempio sul cibo ma si paga al ristorante.
In definitiva ti consiglio sempre di chiedere informazioni sul prezzo specie se compri del cibo alle bancarelle in strada oppure se entri in un ristorante dopo aver letto il menù con il prezzo esposto fuori.
I tuoi acquisti, se non altro i più voluminosi e importanti, è meglio che entrino nel tuo bagaglio da stiva, perché in un possibile controllo di dogana dovrai pagarci l’importazione.
Per concludere direi che lo shopping a NYC segue la regola del: quando sei in vacanza sei più propenso e hai più tempo per far shopping specie se ti trovi in una grande città.
Insomma funziona parecchio mentalmente: “L’ho comprato a New York”.
La mia “pignoleria turistica” su New York City non è finita…
Articolo di
Silvia Balcarini