È ancora notte, quell’ora in cui sembrano non esserci ancora le ore, quando salgo su un treno.
Incomincia prima dell’alba il mio sentiero sostenibile che mi sta portando a Milano per un laboratorio di progettazione condivisa. Attraverso la pianura padana che si sveglia ed al mio arrivo, mi muovo veloce tra metropolitana e tram per fare in tempo. In un ufficio colorato di verde, con ampie vetrate che danno su un tetto coperto da un giardino con forti echi di Nord Europa, incontro persone che giungono da diversi percorsi: chi è fotografo di montagna, chi è cuoco in una bio-osteria, chi si occupa di costruire giocattoli riciclando oggetti comuni, chi gestisce una piattaforma che fornisce consigli su come coltivare orti, balconi e giardini.
Tutte le strade però nascono da un desiderio comune, quello di raccontare la bellezza della natura, di preservarla e magari farla prosperare. Non ci conoscevamo prima e siamo stati invitati qui per percorrere assieme un piccolo tratto di quei sentieri sostenibili di cui ho già parlato.
Il tempo di un tè verde al gelsomino e bisogna iniziare. Ci dividiamo in gruppi e cominciamo ad abbozzare la figura di una persona interessata ad esplorare un parco naturale.
Le competenze, le esperienze e gli interessi di ciascuno di noi sono importanti per delineare il carattere di chi decide di lasciare la comodità della città per andare a camminare in un parco. Con il mio gruppo individuiamo una donna precisa e ordinata, attenta all’alimentazione e amante del suo territorio, che vede nel trekking un momento di condivisione di luoghi vicini a casa con la propria famiglia. Le facciamo preparare un ipotetico zaino e pianificare una giornata di cammino, con le sue pause, le malghe da scoprire e l’inevitabile ritorno.
Alla fine del lavoro è come se la conoscessimo bene la nostra Stefania, i suoi interessi per il cibo locale, il piacere di condividere sui social media le foto della sua esperienza, l’attenzione per la natura e la sua terra.
È in qualche modo una parte di noi, quello spirito curioso del territorio, che vede nella natura di un parco uno spazio di evasione dal quotidiano, di benessere e di empatia con chi ci è vicino.
L’immaginazione vola già verso il Parco delle Dolomiti del Friuli dietro casa mia, un sentiero sostenibile fatto di silenzio e natura selvaggia.
Il percorso immaginario che ho percorso insieme a blogger, fotografi e cuochi diventerà forse un applicazione per telefono che sappia collegare le esigenze emerse durante la giornata, quelle di conoscere i luoghi, la flora, i cibi e le vette dei parchi naturali italiani.
I sentieri sostenibili sono soprattutto quelli che ognuno di noi traccia ogni giorno per apprezzare la bellezza della natura e rendere il proprio viaggio su questa terra una dimensione sempre più rispettosa di sé e di quello che ci circonda.
Articolo di
Luca Vivan