No.
Mai avrei la pretesa di raccontare un paese come la Giordania, la bellezza, la storia, la cultura, i colori infuocati, le persone, tutto con una manciata di immagini.
21 fotografie sono niente.
21 fotografie sono comunque un inizio.
Poi arriveranno le parole e le informazioni, anzi per quelle puoi già dare un’occhiata alla nostra lista su Minube, che raccoglie tutti i luoghi che abbiamo “vissuto”.
Ora andiamo.
La fotografia all’inizio dell’articolo: l’Arco di Trionfo o Arco di Adriano, eretto per la visita dell’imperatore Adriano tra il 129 e il 130 D.C. qui a Jerash (Gerasa). L’idea era quella di allargare la città, già molto prospera e trasformare l’Arco nella nuova porta d’ingresso sud. In realtà i 250 metri circa tra l’Arco di Adriano e la vera porta meridionale non sono mai stati completati.
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Il foro, stranamente ovale a Jerash, attorniato da 56 colonne. Da qui parte la via principale, gli 800 metri del Cardo Massimo (Cardo Maximus).
Un teatro quello di Jerash davvero moderno, utilizzato ancora oggi per l’ottima acustica. Qui si organizzano festival di importanza internazionale.
Un operaio al lavoro sul Cardo Massimo. Mantenere in ordine un luogo così importante richiede sforzo e sacrificio. Curioso il fatto che il Cardo Massimo possegga ancora la pavimentazione originale e si possono notare i solchi lasciati dai carri che per centinaia di anni lo hanno percorso.
Siamo a Betania, sulle rive del fiume Giordano, ora ridotto quasi a rigagnolo di acqua verdastra. Ma la suggestione religiosa del battesimo resiste eccome. Novelli battezzandi si immergono nelle sue acque cercando di rivivere i gesti di Giovanni il Battista.
Di nuovo religione, di nuovo un luogo ricco di energia. Il Monte Nebo. Qui Mosè ebbe da Dio la visione della terra promessa e qui fu sepolto, almeno così si narra.
Lasciamo la religione e tuffiamoci nella storia. Il famoso mosaico di Madaba, “La Mappa di Terrasanta”, ritrovato durante la costruzione della Chiesa di San Giorgio. Una mappa dettagliata, con didascalie in greco: ritrovamento di importanza assoluta.
Ma la cittadina di Madaba mi ha regalato anche scorci di vita giordana, sorrisi, curiosità, culture che si scontrano e convivono in pace. Sì, in questo luogo ho respirato serenità.
Non puoi combattere la fisica, entri nel Mar Morto ed è difficoltoso pure girarsi, una sorta di galleggiamento violento. Devi abbandonarti e smettere di lottare, il sale ha vinto. Però il tramonto a -400 metri sul livello del mare è comunque un tramonto da ricordare.
In Giordania? “Mi sobbarcherei un viaggio andata e ritorno in 3 giorni solo per vedere Petra.” L’ho detto un sacco di volte. E mi sono ritrovato nel Siq, con il naso all’insù a godere di tale bellezza. Qui ho imparato a misurare la gioia in metri, quasi 1.600.
Il Tesoro, El Khasneh, chiamalo come vuoi. Lo hai visto in mille documentari, in tanti film, ma quando te lo trovi davanti la pelle d’oca è assicurata, che tu sia o meno un viaggiatore. Qui sei davanti a qualcosa che scolpirà un bel solco nella tua anima.
I gatti. Sono i veri guardiani di Petra. Ne vedi ovunque. Lui è il boss, è pure il direttore commerciale.
Le Tombe Reali, rubate alla roccia anzi… regalate alla roccia.
Più di 800 scalini per raggiungerlo, 500 metri di dislivello, tanto sudore e fatica, ma nel momento in cui ti giri (arrivi e gli dai le spalle) ti scordi tutto. Il Monastero è più grande del Tesoro, più grezzo e meno rifinito ma l’impatto c’è e gli occhi brillano, garantito.
Anche in uno dei luoghi incantanti ci sono i geni, quelli che provano a rovinartelo con le loro imprese. Un “local” che sfida la sorte – ogni giorno immagino – saltando sulle cupole e i frontoni del Monastero per i pochi dinari che qualche sprovveduto turista gli rifila quando torna giù.
La bellezza è nei particolari, lo si dice spesso e uno zoom sulla parte superiore del Tesoro me lo conferma con tutta la sua forza.
Poche ore, qualche chilometro più giù ed ecco che gli occhi sbattono sul deserto rosso del Wadi Rum.
Giri come una trottola sulla jeep, in preda a un’ubriacatura da deserto, la sua bellezza ti stordisce e finisci in una gola, il vento secco e caldo ti avvolge e quasi ti abbraccia.
…e poi eccolo, esplode davanti ai nostri occhi: il tramonto nel deserto rosso del Wadi Rum. Silenzio e calore.
Come contro altare – mi piacciono i contrasti estremi – si viene catapultati nel suk (suq) di Amman, capitale della Giordania. Urla, richiami, confusione, odori, i nostri recettori scatenato una rissa in piena regola con i neuroni, nessuno sa chi l’avrà vinta, intanto chi se la gode sono gli occhi.
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Nessuna presunzione, manca tutto, ho grattato una superficie piena di stelle, ma la condivisione di questi scatti era quasi un dovere verso i lettori di questo blog.
A proposito di condivisione – uno dei miei “credo” assoluti – in questo viaggio ho avuto la fortuna di veder brillare gli occhi alle persone che erano con me, di sentire la loro emozione… che poi era anche la mia.
A queste 4 persone assocerò per sempre le mie sensazioni (emozioni) del viaggio in Giordania, devo a loro un enorme GRAZIE.
Un saluto,
Cristiano