Tutti ricordano il film con Alberto Sordi e Verdone, “In viaggio con Papà”: un percorso in macchina che diventa un viaggio alla scoperta soprattutto di loro stessi.
Ma tu quanto tempo è che non viaggi con i tuoi genitori?
Forse perché è passata da pochi giorni la festa del papà (che per me è babbo altrimenti mi sento duchessa) o perché tra poco invece è la festa della mamma, mi è venuto in mente che questo potrebbe essere un regalo per loro e anche per te.
Un viaggio insieme.
Oramai è lontano il periodo del “Quanto manca?”
Io lo dicevo prima d’imboccare l’autostrada.
“Siamo arrivati?” un’ora dopo.
Ma è lontano perfino il periodo in cui non potevi più seguirli, farti vedere in giro con loro o dire che eri in vacanza con i genitori perchè sarebbe stata la debacle.
Se non hai mai fatto viaggi itineranti con mamma e papà può essere una scoperta per tutti, se invece come me li hai sempre seguiti, buona-buona aggiungerei, è un cambio di rotta molto interessante.
Adesso i ruoli sono cambiati, sono loro che si affidano a te e tu dopo un po’, ne sei responsabile.
I nostri genitori, fatte le dovute eccezioni, sono la generazione che, se ha viaggiato, lo ha fatto in auto, e solo da adulta è salita in aereo.
Sono andati nelle nazioni confinanti e vicine: Francia, Spagna, Germania, Austria o lungo lo stivale.
Io sono stata fortunata, mi hanno portata con loro, tranne rare eccezioni.
I miei fanno parte di quelli che conoscono due parole, ma proprio due, in francese e in inglese, con ciò non hanno mai avuto difficoltà, hanno viaggiato in Europa, e da una decina di anni hanno cominciato a sperimentare qualche fine settimana low cost nelle capitali nord europee e partecipato all’immancabile… Crociera in Egitto.
Un must genitoriale.
Insomma fanno parte della cerchia interessata a non andare sempre e solo al mare (io ci andavo con i nonni, grande pacchia) ma a “girare un po’” con le gite di paese o da soli.
Di necessità virtù sono state le vacanze in auto o in camper nel mio caso, giornate a piedi per piccole e grandi città, musei, castelli e come si dice nelle fiabe, cammina, cammina…
A soli 5 anni a Parigi mi hanno messo in mano una mappa della città e una della metro, più avanti una cartina stradale.
Guardati sempre intorno, datti dei punti di riferimento mi ripetevano, e soprattutto ricorda che il tuo zaino è tuo quindi, occhio a cosa ci metti dentro perché lo avrai tutto il giorno sulle spalle.
E adesso si domandano perché sono quella che sono.
E i tuoi come sono messi?
Sii super partes e razionale e incasella bene le loro necessità e caratteristiche prima di pensare a dove andare.
Per questo tipo di viaggio fondamentale è la durata, che siano più giorni.
Innanzitutto i genitori si dividono in due: quelli che per motivi di salute, età o più facilmente per mentalità “non si sono mai mossi da casa”, oppure quelli che nel loro piccolo hanno viaggiato.
In entrambi i casi, la prima regola è:
Il ritmo.
Rallentalo in tutto: quantità di spostamenti, tempi, camminate, numero di escursioni.
Io su questo ho sempre da imparare; ho bene in mente quando mio babbo a Barcellona si è letteralmente tuffato su una panchina dicendo “Adesso basta io vi aspetto qui”.
Erano ore che trottavamo sotto il sole in lungo e in largo.
E l’orientamento?
Anche se a volte non vogliono ammetterlo tu lo sai se sono in grado di tornare da soli in hotel, prendere un autobus o semplicemente un taxi.
Nel caso in cui ci siano difficoltà devi sempre stare attento che abbiano entrambi il biglietto da visita dell’hotel, il cellulare carico, il numero del radio taxi e di non perderli per la via!
Possono dormire su qualsiasi superficie piana o poi ci vorrà un’intera scatola di antiinfiammatori per tenerli in posizione eretta!
Questo è fondamentale per la scelta della sistemazione.
Ovvio che albergo più caro non vada di pari passo con letto più comodo ma sicuramente con maggiore confort.
Evitare i bagni con la vasca permette un più facile e sicuro accesso alla doccia, la tv in camera per alcuni aiuta a prender sonno, la colazione in hotel diventa importante se al mattino c’è necessità di assumere farmaci.
Cibo:
come per i bimbi una scorta di acqua e biscotti può essere un salva vita per lo stomaco e per la psiche.
Perché si sa quando viene fame non c’è mai un luogo vicino dove tu possa mangiare.
Per giunta quando si è affamati o assetatati si diventa più stanchi e più nervosi.
Inoltre il cibo locale è certamente strano (anche il pollo, è quello di razza olandese), la salsa (è yogurt e aglio) e i dolci (baklava: miele e frutta secca).
Tieni a mente poi che durante un tour di più giorni il panino non può esser sempre consumato in piedi in fila oppure camminando.
Meglio una pausa pranzo seduti in un locale climatizzato se è estate e con un bagno pulito.
Ottima idea anche una piccola pausa per merenda.
Auto:
se il viaggio è totalmente o a tratti in auto, non prendere solo tu le redini del volante, proponi anche a tuo padre di fare a cambio, molti della loro generazione amano guidare e si sentiranno contributori al viaggio.
Anche un cd con la loro musica preferita può essere d’aiuto nelle lunghe percorrenze.
Dare per scontato: attenzione.
Mia madre mi ha guardato in malo modo quando le ho chiesto se aveva problemi a tornare in hotel con la metro.
Ricorda di fare tutto un giro di parole e parlare molto in generale o al condizionale altrimenti si offenderanno.
Non dimenticare altresì che sei tu il tour leader altrimenti sarà l’anarchia più totale data la confidenza.
Visite ed escursioni:
utilizza mezzi di trasporto supplementari come ad esempio i bus turistici rossi nelle città, il calesse nei parchi, il taxi la sera.
Il portafoglio ne risentirà forse (qualche cena la offriranno loro) e sarà comunque diverso e meno faticoso anche per te.
Puoi anche cercare musei tematici o visite più consone: musei delle armi, mercatino dell’antiquariato, mercato ortofrutticolo, fabbrica della birra ecc…
Valigia e documenti:
se non te lo chiedono imponiti tu.
Meglio discutere sul fatto che non li ritieni in grado di saper fare una valigia o prendere la carta d’identità che ritrovarsi all’aeroporto senza i documenti o in giro senza un paio di scarpe comode perché erano troppo bruttine da mettere in borsa.
Da ridere saranno i commenti e non solo:
“Questo è diventato famoso per dei vetri spezzettati” (Gaudì),
“Questi decori sono facili e ripetitivi” (arte musulmana),
“Questi palazzi e questi templi son tutti uguali in tutte le epoche” (architettura cinese),
“Ma l’hai vista che roba! Che forme? Che colori? Che genialità?” (tutto ciò che è italiano).
Chi lo avrebbe detto, sarà pronunciato da entrambe le parti.
Anche se non te lo diranno (lo racconteranno però a parenti ed amici) saranno fieri di essere in vacanza con il figlio visitando luoghi che da soli non avrebbero visto per semplici paure o timori.
Quindi se ancora non hai capito, quando viaggi con mamma e papà devi organizzare bene tutti gli aspetti, ne va della tua reputazione di viaggiatore, sono degli impassibili giudicanti data l’età e la confidenza e soprattutto ne va dei tuoi nervi.
E poi se i ragazzi si perdono, si fanno male o non dormono la notte?
Sono pensieri… (mi riferisco sempre a quei due)
Articolo di
Silvia Balcarini