Sono i primi giorni dell’anno, l’aria pungente obbliga la marcia in modo che il corpo si mantenga caldo.
Tutto intorno preannuncia una settimana fredda e la città di Amsterdam non può far altro che accoglierla.
I locali fanno comunque uso delle biciclette come mezzo di trasporto, altri utilizzano la macchina, altri ancora si servono delle proprie gambe per raggiungere il luoghi più vicini.
La temperatura rigida non pare sconvolgerli, e durante il mio peregrinare incrocio passanti che entrano in bar per consumare bevande calde.
Il fumo esce copioso dai camini delle case circostanti…
Qualcuno là dentro sta scaldando la propria dimora.
L’occhio cade sul canale e una nuvola di fumo sta fuoriuscendo dal caminetto di una barca, una barca di legno molto particolare!
Grande, con finestrelle adornate, fiori che si affacciano dai piccoli davanzali…
Osservo meglio…
Ma quella è proprio una casa!
Prima d’ora non mi ero imbattuta in una simil costruzione abitabile, dall’aspetto accogliente che invita quasi ad addentrarvici…
Il rettangolo d’acqua ne è pieno, sono disposte in rigorosa fila ed equidistanti tra loro.
Ognuna di esse offre peculiarità differenti che emergono dall’acqua fredda.
Il canale è semi ghiacciato, noto zone maggiormente colpite dall’aria frizzante, che ha formato sull’acqua uno strato di ghiaccio sottile.
Le case rimangono impavide, nell’attesa che il ghiaccio si sciolga per farle tornare in balia del loro galleggiare.
Mi rimane nel cuore una casetta di legno color rovere, spelata dal continuo “rosicchiare” dell’acqua.
Le finestre sono piccole, composte da quattro vetrini minuscoli dai quali si intravede una figura che cammina all’interno.
Sono adornate da tendine bianche delicate, danno un aspetto quasi campagnolo.
Su ciascun davanzale piovono fiori, e a ridosso dell’entrata sono disposte in maniera confusiva anfore grezze contenenti piante di ogni genere e tipo.
I panni stesi tentano di svolazzare, ma rimangono rigidi come l’aria del nord che continua a soffiare.
C’è una corda che li sorregge e si estende da un capo all’altro della barca.
Pare essere legata con disinteresse, pronta a snodarsi da un momento all’altro…
Forse.
Vedo un’altra barca, altrettanto particolare che lascia trasparire dal suo interno un cucinotto, una signora esce e dalla porta si intravedeno pentolini sul fuoco mentre essa si accinge a sistemare qualcosa all’esterno della casa.
Ogni casa galleggiante ha una cassetta postale, e da lì spuntano giornali, volantini e altre carte.
Qualcuno non prende la posta da molto, probabilmente non risiede più lì…
Comunque sia vivo tutto questo non come un mero sguardo in casa d’altri…
Ma come la consapevolezza che si può vivere come si vuole, ma soprattutto dove si vuole…
Perchè ad Amsterdam le case…
Galleggiano!
Ciao,
Chiara