“Ciao, ci vediamo, buon viaggio”
Evviva. I saluti sono terminati. Ma cosa è successo precedentemente?
I saluti iniziano fin dalla mattina, anzi no, dalla sera precedente in chat o per messaggio: “alloraaaa … Parti domani per… ?” “Pronto tutto? Fatta la valigia?” “Sì”.
Mentre in realtà vorresti rispondere: “Dopo averne parlato per tutto l’anno con chiunque mi rivolgesse parola, aver condiviso sul mio profilo articoli riguardanti solo quella destinazione, postato foto e il calendario con il conto alla rovescia, pensavo qualche segnale di averlo mandato!”
Ma dai che in fondo ti fa piacere che gli altri si interessino a te e ti chiedano per l’ennesima volta dove è che vai e quanto ti fermi. I più arditi quanto hai speso.
Al lavoro. Eccola la giornata Murphyana in cui tutto sembra debba andare nella direzione opposta. Tutti hanno bisogno di te, ora, più che mai. Tant’è che ti chiedi se è il destino che ti sta aiutando mandandoti dei segnali che tu non vuoi cogliere. Ma sì, è proprio lui: non intende però dirti che devi rimanere, bensì rammentarti che anche l’anno precedente è successo lo stesso.
Vai, non spaventarti, questa giornata preannuncia che è proprio l’ora di andartene. Il mio consiglio è di tornare da lavoro addirittura in anticipo, salutare i colleghi con concitazione facendo trapelare una certa ansia, faccende inderogabili da sbrigare, così che più difficilmente qualcuno oserà contattarti. Insomma l’idea è: far vedere che niente è sottocontrollo e che tutto è da sistemare nonostante si sia oramai al nastro di partenza.
E alla domanda “Pronto tutto? fatta la valigia?” prendi e scappa.
L’amica/o/i. Per salutarti vuole prendere un caffè insieme, che sarà mai, del resto fa piacere anche a te, oramai la tua visione di lei/lui/loro è solo la foto del profilo di Facebook e Whatsapp. E poi è il tempo di un caffè che in Italia a quanto equivale? 15 minuti? 20? Peccato lei/lui/loro prenda un cappuccio e che le venga in mente di mangiarci insieme anche un pasticcino, da dividere per forza con te. Vista l’attesa, perché non farti le solite inutili domande del caso. “Pronto tutto? fatta la valigia?”
E aggiungerci un carico da 10. I suoi consigli last minute: “Quando parto io porto quello, scelgo quell’altro”. Il tuo mantra recita invece: check-in on line, spazzatura, ricaricare il cellulare, spostare il bancomat e carta di credito nel portafoglio da viaggio, passare dal bancomat a prendere un po’ di contanti, ripassare i pin delle carte, controllare che abbia da qualche parte i numeri di sblocco internazionali in caso di furto o smarrimento, caricabatterie telefono, occhiali di scorta…
Quando torni alla realtà è il barista che ti sta facendo delle domande. Il mio consiglio: ok per il caffè ma non metterti a sedere al tavolo!
La vicina di casa. Ti ferma pacatamente davanti casa per annunciarti che lei c’è già stata, e pure sua nipote. Ti elenca qualche nome e non ascolta la tua risposta (“No lì non andrò”), non le interessano le tue mosse, a lei importa di dirti dove mangiare, dormire, soffermarsi a sedere. Interessante o meno rimane il fatto che sia impossibile immagazzinare così tante informazioni in un così breve tempo possibile e con una parlata talmente veloce che a tratti hai difficoltà ad ammettere che sia una lingua che conosci. Guardati le spalle e cerca di muoverti a passo felpato, però può non essere sufficiente.
Parenti, conoscenti o chiunque gli salti in mente di presentarsi a casa tua per salutarti. La casa è un campo di battaglia, tutto è sparso in giro perché si debba vedere bene e non possa essere dimenticato. “Pronto tutto? fatta la valigia?” “Si, no,quasi” Non sai cosa rispondere ma quello di cui sei sicuro è che stavi facendo qualcosa d’importante e adesso non la ricordi più.
Importante: quando tornerà la solitudine, controlla i documenti e le carte di credito. Non vorrei che li avessi lasciati nello scanner. (Ecco cosa stavi facendo!)
I consanguinei. Su due piedi hanno ragione: vieni da noi, non devi pulire, ti avvantaggi. A cena una cosa semplice… Ecco le tue ultime parole famose. Le portate di cibo ricordano un dì di festa in virtù del fatto che chissà, se e cosa, mangerai dall’altra parte; poi ci sono le ore di viaggio, il cibo in aereo. Le pietanze sono così pesanti che dovresti raggiungere la meta a piedi e sperare di non poter mangiare più.
Dopo cena non ricordi nemmeno come ti chiami e dall’altra parte certo non contribuiscono a riportarti alla normalità: “Andate piano” “Chi io? Quando? Tornando a casa?” “Attenzione a non sbagliare mezzo di trasporto” “Oddio vuol dire che nel parcheggio c’è un’altra macchina gemella alla mia?” “Telefonate! Non potete? Allora con i messaggini?” “Ok ma c’è il fuso non li mandate dopo le 16, che là è notte” Ma già sai che avrai dei sussulti notturni! “C’è freddo? Farà caldo?” “Attenti” e quando pensi di aver superato tutto: “Pronto tutto? fatta la valigia?”
Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh!!!!!!!!
Articolo di
Silvia Balcarini