Ci sono un sacco di luoghi da vedere che non ritroviamo su guide pregiate e articoli patinati, ed ecco allora che il vecchio passaparola on line viene in aiuto. Questo è uno di quelli.
Solo la gente del posto lo conosce, in molti ci sono stati quando era lasciato a se stesso ma vi potevi entrare comunque. Sono questi e tanti altri i discorsi che arieggiano durante le 3 ore di fila all’esterno. È estate, l’organizzazione non si immaginava un così grande afflusso: “Non dovevano essere tutti al mare?” si saranno domandati, e invece…
È caldo anche qui, meno afoso, e fortunatamente la coda è al fresco. Nonostante noi italiani non abbiamo idea di cosa voglia dire stare in fila, tutti sono composti, nessun furbetto e nessuna apparente lamentela, nemmeno i bambini. L’organizzazione è la prima cosa che salta all’occhio, credo siano volontari. L’accetto bolognese fa sì che qualsiasi cosa ti dicano ti arriva con la sensazione di un invito a tavola tra amici.
Tutti sanno cosa dire, come dirlo e più di tutto sanno cosa fare. Al microfono viene comunicato che non ci sarà nessuna pausa pranzo, come previsto dagli orari riportati sul sito. Una signora si sposta qua e là per vendere acqua fresca; un signore annoiatosi si improvvisa barista con una macchinetta a cialde. Presenti due vigili urbani e un’ambulanza, insomma vige il detto “Non si sa mai”.
La donna bionda ci comunica che ogni 10 minuti entra un gruppo di 20 persone, la visita è guidata poi, decide di farci spostare più in là, così chi esce cammina al sole, chi sta, aspetta all’ombra. Sono dettagli importanti in una mattina infuocata di agosto. Tutto sempre con il sorriso e la forza di chi sa tirare chili di pasta!
È stato riaperto al pubblico la settimana scorsa dopo 8 anni di restauri ancora non del tutto completati e pagati da una “brava fondazione” che fa capo a una banca. Il biglietto costa 7 euro per gli adulti e non mi ricordo quanto per i più piccoli.
Siamo in Emilia-Romagna in provincia di Bologna, il paese di chiama Grizzana Morandi (Morandi il pittore non il cantante ti sentirai dire) tu però devi seguire le indicazioni per Riola sulla Porrettana S64, poco distante da Marzabotto, tristemente conosciuta. Se ti perdi tanto meglio, le valli sono belle, la gente è quella emiliana. Altrimenti se sei il primo della classe, su Wikipedia ci sono le coordinate GPS.
Da lontano si scorge tra le alture, la forma fiabesca inserita in questo contesto è sognante e quanto mai sorprendente. “Ma che diavolo ci fa un castello così da queste parti?” Adesso te lo spiego.
Mi avevi lasciata in fila. È il mio turno, il gruppo è il numero 19, seguo una “scopetta”, così si fa chiamare l’ennesima signora che ci accompagna all’ingresso e ci dà un impasto, ma di storia. Poi ci dà in mano a un’altra che sarà la nostra guida.
In pratica un signore arricchito, reso conte da Papa Pio IX ed inventore della elettromeopatia decide di stabilirsi qui creando una dimora dai mille stili. In pratica la sua idea era: “Mi piace? Ce lo metto”.
I puristi-minimalisti passeggeranno continuando a ripetere “Aborro”. A quelli come me a cui piace la fantasia, il coraggio e il “troppo non stroppia se messo bene”, ne andranno matti.
Le stanze sono eleganti, accese, divertenti, irriverenti. Ovunque il tuo sguardo si rivolge è catturato da un particolare, un colore, uno stacco. A parer mio sapientemente incastrati gli uni con gli altri creano uno scenario se non altro interessante e ben amalgamato.
Notevole è l’utilizzo di materiali che si fingono altri; ad esempio gesso al posto del marmo, ma non solo, tendaggi al posto di dipinti ecc…
Curioso il bagno all’aperto in contrasto con la voglia di modernità del proprietario e il chiostro con la fontana copiato dall’Alhambra di Granada.
Qui tutto è sopra le righe e chissà se principesse, uomini illustri non siano guariti dai loro malanni, non tanto per la terapia (ancora riconosciuta in alcuni paesi ma non in Italia) o per l’effetto placebo di passeggiare in un magico castello.
Non ti dico altro, ti lascio un altro po’ di mistero che ti sarà svelato qui a Rocchetta Mattei.
Scordati di venire a conoscenza di tutto, c’è ancora tanto altro da investigare.
Maggiori informazioni:
=> http://www.cesaremattei.com/
=> http://www.prolocogrizzana.it/
Articolo di
Silvia Balcarini