Basti dire: De André, Tenco, Gino Paoli, Bindi, Lauzi, Baccini… per avere una minima percezione di come questa città sia, fin dalle sue radici, attraversata in ogni suo aspetto dalla musica.
Qui sono nate strofe di canzoni che hanno segnato la tradizione musicale italiana e le vie di Genova hanno visto collaborazioni di chi poi è diventato indimenticabile per ognuno di noi.
Per visitare questa città abbiamo quindi creato un itinerario di 12h, che cammina proprio su parole, musiche e personaggi genovesi.
In particolare il nostro “amico” e guida per creare il percorso è proprio Fabrizio De André, in quanto è sicuramente l’artista più conosciuto e che più si identifica con Genova.
Nella città, inoltre, si trova la fondazione a lui dedicata, che organizza dei veri e proprio tour andando a conoscere la città attraverso quello che lui cantò. Vi consigliamo di prenderlo in considerazione perché non vi troverete in un giro di quelli che raccontano posti in base al “qui è nato” “qui ha dormito”, ma si riscopre Genova e il significato della vita qui passando dalle parole di chi qui ci ha vissuto davvero e ha trasformato quelle sensazioni personali in forma d’arte.
Con loro si vive, infatti, una sorta di percorso – evocazione di quella che era la Genova dell’artista.
Innanzitutto Genova è lunga e stretta circa 33 km da Voltri a Ponente fino a Nervi a Levante, e prima di iniziare ad addentrarsi nel suo centro potrai avere un’ampia visione della città dal Belvedere della Salita della Torretta.
Scendi poi in città.
Via del Campo
Parti dal centro più nascosto e in particolare da questa via, che non solo è il titolo di una delle canzoni più famose di De André, ma perché da qui ti potrai inoltrare tra carruggi e vicoli e verso un cuore pulsante della città.
Un cuore vivo e molto particolare, che ne racconta un aspetto prima di aprirsi al mare e dare un altro volto alla città.
Negli anni ’50 questa era una zona malfamata, che De André però frequenta e vive, per poi arrivare a raccontarla nelle sue canzoni.
In Via del Campo vi è la Colonna Infame, al cui posto, nel 1600, vi era la casa della Famiglia Vacchero, ma uno dei suoi rappresentanti, tale Giulio Cesare, si macchiò di una congiura contro i Savoia. Scoperto, oltre alla condanna decisero di buttar giù la sua casa, al cui posto misero questa colonna, che narra del gesto da lui compiuto.
Successivamente si decise di lasciare la colonna, ma aggiungere una fontana per l’acqua pubblica.
29 rosso
Qui vi era uno dei negozi di dischi che frequentava De André quando era ancora adolescente.
I numeri a Genova sono rossi quando indicano un’attività commerciale, mentre il nero è per i portoni delle abitazioni.
Il n.5
De André parla di Genova, anche ne “La città vecchia”, canzone del 1963 che è un omaggio ai vicoli di Genova.
De André prende la musica da George Brassens, suo punto di riferimento conosciuto grazie al padre, e da “Le Bistrot”. In particolare “vecchio professore cosa vai cercando in quel portone” ricorda il periodo, che De André vive anche con Paolo Villaggio, raccontando come salendo in quel palazzo vide uscire da una porta un suo professore di scuola. In quel palazzo vi erano le prostitute e De André si prende una sorta di rivincita su quel professore con questa strofa…
Alla fine di Via del Campo, per capire davvero il centro storico, bisogna immergersi in una specie di intrecci di vie, che poi improvvisamente si aprono sul mare.
Il consiglio è di alzare gli occhi e osservare anche i palazzi in alto, passare sotto archi e poi guardarsi indietro per farsi lasciar incantare dall’architettura anche celata di questa zona.
Via del Campo è “nel quartiere dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi ha già troppi impegni per scaldar la gente d’altri paraggi, una bimba canta la canzone antica della donnaccia…” (“La città vecchia”)
Via del Campo si apre sul Ghetto, e qui troverete la parte più multietnica di Genova.
Dall’altra parte vi è via Prè, dopo Porta dei Vacca, via conosciuta per essere una strada malfamata e pericolosa. Questo non lo era nella sua storia passata, quando era invece solo una zona commerciale e di mercanti.
Lì vicino c’è proprio la Genova medioevale, dove la luce penetra sempre meno, i palazzi sono molto vicini e qui vi sono le “graziose” di Via del Campo descritte da De André.
Questa è anche la zona di Don Gallo e nel film la “Bocca del Lupo” si narra la storia del ghetto di Genova e di luoghi come Vico dei Fregolo.
Lasciato il ghetto dirigiti verso la Loggia dei Mercanti, in piazza Banchi, simbolo della Genova commerciale. In una canzone come “A pittima”, si racconta di questa particolare figura che si occupava di una sorta di “recupero credito” per conto degli usurai, ma che descrive uno dei personaggi storici della cultura popolare genovese.
Lasciata questa piazza fai un un salto a
PIAZZA DEI CINQUE LAMPADI
Il nome di questa piazza deriva dal limite fra la città vecchia e il porto. I 5 lampadi erano la tassa pagata dai mercanti per poter commerciare la propria mercanzia all’interno della città.
Qui troverai un negozio, che ha avuto un ruolo molto importante nella vita musicale di Genova: Gaggero.
In questo negozio, infatti, veniva lo stesso De André a comprare le sue chitarre, ma non solo. Al piano superiore, infatti, si trova ancora la stanza dove il cantautore suonava e provava quelli che sono divenuti indiscussi capolavori. Inutile descrivere l’emozione di essere nella stessa stanza dove il Maestro ha pensato, scritto e suonato.
La parte del negozio dove entrerai, in realtà, una volta era una galleria d’arte e il negozio, che vi è da 50 anni, era al piano superiore, insieme alle sale prove. Non è un palazzo dei Rolli, ma ha sicuramente un valore artistico e al suo interno vi sono ancora affreschi di valore.
Qui veniva anche Bambi Fossati, chitarrista degli anni ’60, rimasto sempre un po’ in disparte dai riflettori, ma di assoluto valore musicale, che frequentava questo posto contribuendo a farlo diventare ulteriormente un “luogo di culto”. Qui dava anche lezioni, oltre ad essere un cliente abituale.
IL PORTO E IL MARE
Usciti dall’intreccio di carruggi la vista si apre sul mare e si respira una sorta di aria di libertà.
“Creuza de ma” parla di Genova e del suo essere “cultura del mediterraneo”, racconta la città mediterranea, i suoi sapori e le influenze che ha avuto come città mercantile e portuale.
Ascoltando questa canzone e girando gli occhi verso i portici, verso i negozi e verso quegli spazi che si affacciano sul mare si rivede la Genova, che ha fatto del commercio la sua prima forza.
Nel dialetto genovese non è un caso ritrovare numerose parole arabe e questo riflette le influenze della sua storia di popoli e di apertura verso, appunto, il mare.
Sotto i portici trovi una sorta di friggitoria molto simile a quella dove andava De André a mangiare con il figlio. Molto tipico come luogo di Genova per assaggiare piatti fritti e dove andavano i lavoratori del porto.
Qui uno spuntino è consigliato e assaggiare la panissa o la farinata è un buon modo per proseguire nella visita.
Dal porto ci si può dirigere verso
PIAZZA DELLE ERBE
chiamata così perché era la piazza del mercato.
Molto diversa ai tempi di De André oggi la trovi con numerosi bar ed è un luogo dove passare piacevolmente qualche ora oppure, alla sera, partecipare ad un po’ di “movida” cittadina.
Qui una volta vi era uno dei bar dove spesso andava De André, il Bar Berto e al suo interno vi è ancora una sua foto.
Per info:
=> Via DEL CAMPO 29 ROSSO
per un tour alla scoperta della Genova musicale.
=> Gaggero, oggi si chiama Into the Music
Articolo di
Cristiano e Irene