Quando penso a Creta sento il suono di onde che vengono da lontano, che partono da luoghi immaginari come l’antico Egitto o la terra dei Fenici, le vedo arrivare insieme ai venti del Mediterraneo, correnti che non sono solo aria ma divinità di un passato distante.
Vedo una terra brulla e allo stesso tempo macchiata dal verde di piante testarde e profumate, degli ulivi con i loro tronchi contorti e i rami carichi di frutti che uniscono il vasto mare, da est a ovest, da nord a sud.
Sento le voci di pescatori senza tempo, che prima del giorno lasciano piccoli villaggi per raccogliere nelle loro reti pesci guizzanti ma se mi sforzo un po’, mi pare di ascoltare anche il veneziano dei mercanti e dei soldati, e ancora più in là, le lingue perdute di popolazioni antiche che fecero di questa isola il loro regno di tori e giovani atleti, rimasti fissati nel tempo su affreschi e mura di palazzi sontuosi.
Annuso l’aria salmastra della costa, il profumo della terra, dei suoi prodotti, formaggi di capra e vini robusti, annuso il sentore di anice dei bicchieri di ouzo, che sbattono per un brindisi la sera sul tavolo di una piccola taverna affacciata sul mare. Creta diventa un sogno in cui perdersi, camminando su colline scoscese calpestata da piccole mandrie di capre e forse un tempo da qualche poeta, tra mura con il leone di Venezia, o tra sassi ancora più antichi, con il toro dei Minoici.
Muovo i miei passi immaginari sotto il sole a picco, nella primavera che qui si fa subito estate, mitigata da qualche brezza che arriva da una piccola baia, tutt’intorno solo il blu infinito e qualche vela solitaria. Come al solito, non mi aspetto nulla da un viaggio, quasi non ci penso, non cerco foto, né informazioni o racconti di amici, preferisco che mi accompagnino solo i desideri, che sono la spinta più forte per poi assorbire la bellezza di un luogo.
Tra pochi giorni infatti, parto per Creta, alla scoperta dei suoi luoghi meno conosciuti e segreti, grazie ad un progetto che Volagratis ha organizzato insieme all’Ente del Turismo della Grecia.
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Per ora cerco di tenere a bada la mia innata curiosità e la mia voglia di pensare al futuro, anche se mi pare che la città già perda un po’ dei suoi contorni e mi sorprende l’emozione nomade che invita a partire, per qualche avventura, in cerca di un tesoro perduto, come in un disegno di Corto Maltese.
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Articolo di
Luca Vivan