Pablo Picasso, il pittore spagnolo che con i suoi particolari dipinti, nati da una tavolozza di istintive pennellate, ha regalato all’arte un valore di assoluta immortalità, è noto soprattutto per il suo stile monocromatico che ha contraddistinto i suoi diversi “periodi”. Modernismo e cubismo si alternano nelle sue opere con passione e precisione, tanto che la sua fama, oggi non conosce confini.
Antoni Gaudì è l’architetto geniale, amato e ammirato in ogni parte del mondo. I suoi lavori sono insoliti e spettacolari. Vi si intravedono le forme della natura: sculture curve in ferro, costruzioni ondulate, decori in mosaico colorati che distinguono le sue opere da quelle dei suoi colleghi. La sua creatività è qualcosa di grandioso, la maestosità dei suoi edifici è indimenticabile.
Ma che cosa lega questi due personaggi così diversi eppure così simili tra loro?
La risposta è Barcellona, “la rosa di fuoco”.
La città catalana era chiamata così all’inizio del Novecento. Cultura, arte, rinnovamento e crescita erano i simboli di una rinascita che coinvolgeva la società del tempo. A determinare questo sviluppo così incredibile e stuzzicante era stata l’Esposizione Universale del 1888, evento accompagnato dall’estro e dalle creazioni proprio di Picasso, Gaudì e altri contemporanei.
Una città nuova, trasfigurata, permeata di inusuale bellezza che assomigliò quasi alla Parigi dell’Art Nouveau. Ma l’ascesa durò poco, poiché presto i conflitti sociali e politici esplosi in città diedero vita a quella che venne definita la “settimana tragica” del 1909, con scontri, violenze e crisi che gettarono un’ombra di desolazione in tutta Barcellona.
Così la mostra “La Rosa di Fuoco: la Barcellona di Picasso e Gaudì” si è materializzata a Ferrara, curata da Tomàs Llorens e Boye Llorens e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
È ospitata all’interno del famoso Palazzo dei Diamanti, edificio rinascimentale tra i più belli della città, costruito con blocchi di marmo bianco che gli conferiscono queste sfumature “di diamante”. Una location perfetta per celebrare eventi come questo.
La mostra vuole rappresentare nei dettagli offerti dalle opere esposte, gli anni travagliati e complessi della Barcellona artistica e combattiva, simbolo di un Novecento culturale tutt’altro che semplice e lineare. Vi sono opere di architetti e pittori dell’epoca che mostrano al pubblico il valore e l’eccellenza dell’arte catalana. Da scene di vita moderna che annunciano il progresso di quel periodo, che si snoda tra caffè, suggestioni bohemien e paesaggi naturali, a opere che ritraggono la povertà, la miseria e annunciano una decadenza già tangibile.
Entusiasmanti e suggestivi i dipinti colorati di Joaquim Mir e interessanti anche i lavori di Santiago Rusinol, Juli Gonzales e Ramon Casas.
Ma è all’ingresso l’invenzione più incredibile, frutto della genialità di Gaudì che lascerà il visitatore a bocca aperta… proprio come ha lasciato me!
Struggente e intenso è, inoltre, il “periodo blu” di Picasso, qui rappresentato dall’opera “I tetti di Barcellona”, simbolo introduttivo perfetto per aprire la mostra.
Informazioni pratiche
La mostra è aperta fino al 19 luglio, tutti i giorni dalle 9 o 10 fino alle 19 o 20 a seconda del periodo.
Sono previste alcune interessanti aperture notturne.
Il biglietto di ingresso intero costa 10 euro, è consigliabile acquistarlo on line per evitare possibili code soprattutto nel fine settimana.
Utile il noleggio dell’audio-guida per poter conoscere i dettagli della storia di Barcellona in questo particolarissimo periodo culturale.
Buona visione!
Articolo di
ValMa (Valeria Copperi)