Grazie all’iniziativa #DomenicaalMuseo (di cui ti ho parlato in un altro articolo), che prevede l’apertura gratuita di parecchi musei la prima domenica del mese, io stavolta ho scelto la Galleria dell’Accademia di Firenze, quella che espone il David di Michelangelo.
Nata proprio come spazio espositivo e didattico per gli studenti dell’adiacente scuola delle belle arti, ha accolto studenti promettenti… E chissà se l’idea della galleria non abbia contribuito!
Confermando il fatto di non essere una vera amante dei musei ti confesso che la Galleria mi ha conquistata.
Notando ovunque i particolari che non vanno o che comunque a me infastidiscono posso scriverti che qui non ne ho trovati, persino l’ampiezza del museo è stata di mio gradimento! Non comprare però l’audioguida, (a pagamento ovviamente anche con il biglietto omaggio) l’ho trovata scandalosa: racconta poco, male e senza trasporto.
Le stanze sono grandi e luminose. La luce solare penetra senza disturbare. Presenti anche le luci artificiali poste in maniera, a mio avviso, corretta. La scelta delle opere e la loro disposizione dà vita ad ulteriori componimenti artistici.
La prima sala ad esempio, ti accoglie con l’immensa e favolosa scultura Il Ratto delle Sabine del Giambologna chiamata anche Colosso; giraci intorno perché non ha un davanti e un dietro, questo significa che la scultura si muove. Osservane le mani, i glutei, non serve aver aperto un libro di storia dell’Arte per trovarla pazzesca; è baciata dalla luce, amplificata dallo spazio intorno e incorniciata dalle opere che come in uno specchio, giocano a: io rifletto te e tu rifletti me. Wow.
I quadri, le tele sono così imponenti e vicine che potresti toccarle ma soprattutto ne puoi osservare con assoluta facilità, i particolari, le imperfezioni, i differenti stili dei pittori, gli errori di prospettiva. Chi ha messo in risalto le espressioni del viso, chi è riuscito a trasmettere la tattilità dei tessuti, chi l’aspetto generale della scena.
Si vede tutto senza binocolo e persino senza occhiali.
Lo sposalizio fiorentino, la Madonna con il viso invecchiato (foto all’inizio), il sesto dito ai piedi ecc…
Dà soddisfazione.
Più piccole le sale dedicate agli strumenti musicali. Dei gioiellini. Anche chi non se ne intende riesce a captarne il fascino e il prestigio. Sono tutti pezzi a cui non si è abituati. Persino i pianoforti di Bartolomeo Cristofori (che è l’inventore del pianoforte!) sono oggettivamente interessanti. Io ho perfino messo a confronto i violini e dalla mia alta non competenza affermo: lo Stradivari è quello che, nonostante il suo utilizzo, ha mantenuto inalterate le giunzioni del legno.
Il corridoio (la Tribuna) è incolonnato da sculture e dipinti che indicano un vincitore.
Ti accompagnano a destra e a sinistra i Prigioni (gli schiavi) sempre dalla mano dell’Artista, tranne l’ultima, una Pietà. Mi chiedo come si è potuto ipotizzare che lo fosse? Forse pensando che Michelangelo l’avesse scolpita sotto l’LSD!
Eccolo, il David, il simbolo della lotta alla libertà. C’è posto per sedersi, fallo, meglio se non sei stanco, il piacere è univoco. Egli guarda nella direzione del futuro, dedicata al “manierismo”.
Quando invece entri nella gipsoteca pensi di essere ad un ricevimento pieno di gente dove tu non sei stato invitato. Le statue hanno un’unica calda cromia, ma soprattutto hanno la tua stessa altezza, insomma ci si scruta in faccia come ad una festa. Questi sono gli studi in gesso, si vedono perfettamente i fori fatti per il calcolo delle proporzioni e c’è persino un video che ne spiega le fasi.
Non andar veloce alla pittura bizantina, ovviamente antecedente. Certo tutto è impreziosito dal luccicante oro ma non ti far offuscare da esso. Appena entri osserva subito a destra e poi l’Albero della vita a sinistra. Questi sono detti i Primitivi, cioè sono stati i primi al mondo e sono qui!
Al primo piano è tutto più composto (c’è da sedere) ma le perle continuano. Molti sono polittici, in pratica pitture, in genere in stile sacro e su legno, composte da pannelli separati e poi collegati insieme. Dà l’impressione che piegandoli a “cartina stradale” si possano portare agevolmente sottobraccio. Mi piace Piero di Giovanni (essendo monaco si chiamò anche Monaco Lorenzo), che pur venendo dalla scuola giottesca mi emana un’aria sacra più leggera, gioiosa, in qualche caso somigliante una “vignetta”.
Presente anche il gotico internazionale ben rappresentato dalle Icone Russe.
Come tutti dicono, non dannarti nel vedere tutto, non dispiacerti nell’uscire in anticipo, non stancarti fisicamente e mentalmente. Goditela.
=> http://www.accademia.org/it
Articolo di
Silvia Balcarini