Prima di pernottare ad Antalya ricorda che il centro storico è vietato alle auto, potrai entrare solo esibendo il pass o la prenotazione alberghiera al controllore posizionato al lato delle strade sbarrate, vie d’accesso per la città vecchia. Se decidi di dormire qui dovrai lasciare l’auto in uno dei piccoli parcheggi, ti converrà quindi scaricare i bagagli e poi parcheggiare, altrimenti niente paura, son quattro passi.
Antalya è innanzitutto una città ed è sul mare. Grandi arterie, centri commerciali, luci, movimento. La si inizia a visitare dal fulcro, la parte vecchia, completamente restaurata e convertita unicamente in ristoranti, bar, negozi, hotel. Passeggiare per queste strade significa vedere e fotografare una bomboniera. Tutto è semplicemente perfetto, nelle forme, nei colori, nei particolari. Colpisce.
I tavolini all’aperto, la musica dal vivo, i narghilè, le luci studiate. Un calice di vino o un boccale di birra, dei salatini o una cena. Di sicuro è più grande il cuore rispetto a quello di Kas e forse l’animo è più giovane.
Dopo un po’ però inizio ad avere la sensazione di passeggiare in una delle “cittadelle outlet” dove tutto è artificioso. Lo so, sono incontentabile e puntigliosa.
Dopo aver visto il Minareto scanalato mi dirigo verso la moschea dal Minareto Tronco, poi scendendo le scale e uscendo dalle vecchie mura arrivo al porto. Anche qui il via vai è continuo, così come quello dei velieri imbellettati simil-pirati che effettuano giri turistici nella baia a suon di musica. Veramente kitsch ma tutti strapieni di famiglie contente.
Costeggia il porto fino alla piazzetta, poco più in su, entra dentro e noterai che dal lato della strada, oltre ad alcuni locali c’è una fila, in un vicolo, per l’ascensore. Non temere, tutto scorre velocemente e in maniera ordinata. L’ascensore porta al piano strada e a una terrazza panoramica.
Già che sei qui, giusto fuori il centro storico puoi gironzolare nella parte nuova, sulla strada dello struscio, o inoltrarti nel bazar. Non dimenticarti di passeggiare in Ataturk Caddesi, palme e fiori di giorno, illuminata di notte, sempre affollata. È qui che si trova la porta di Adriano.
***
Antalya merita più di un giorno se si vogliono esplorare i dintorni. E si tratta proprio di un’esplorazione la visita al sito di Termessos. Irrinunciabile.
Calcola tutto il giorno, portati dell’acqua, qualche snack per il pranzo, cappellino e kway, indossa calzoni lunghi. Dopo il pagamento del biglietto la pineta lascia intravedere le zone pic-nic, prosegui per altri 2 km circa, fino al grande parcheggio. Qui c’è una sola e grande pianta generale del sito, fotografala, ma non servirà a molto.
Ti trovi già in collina ma il sentiero ti porterà ancora più in su, se vuoi fino in cima. La salita è come al solito campestre, meglio se hai ai piedi le scarpe da trekking. Sassi, scalini enormi, tutto il repertorio. Se non sei un camminatore seriale ti concederai delle soste. All’arrivo, si fa per dire, puoi girare subito a sinistra, ti troverai le mura del ginnasio. Torna poi sui tuoi passi.
A destra ecco un cimitero di sarcofagi e mausolei divisi, caduti, sparsi. Gli enormi pezzi di lego antichi dove puoi salire, camminare, avanzare e spaccartici una gamba… Attenzione.
Non vi è un vero e proprio sentiero e non si capisce quindi se c’è la possibilità di salire anche da qui verso la cima della collina, almeno, io non l’ho capito. Ti consiglio di riposarti su una panchina, si vede la valle, il sentiero che hai percorso. Caspita. Non lo trovo fuori luogo l’accostamento con Machu Picchu: la vegetazione, il percorso, forse ancora più impervio. Termessos è un sito che ti devi conquistare, con la fatica, quello che vedi diventa importante in ragion di questo. Solo i principali siti sono identificati, hai la libertà di osare, scoprire, capire, farti largo tra la vegetazione, hai l’onere di non cadere e hai l’emozione dell’esplorazione. Non è per tutti e questo lo rende ancora più entusiasmante.
La punta di diamante è il teatro, di periodo ellenistico, conservato bene; si aggetta verso le colline, i crinali circostanti, come fosse sospeso in aria. Dalle gradinate raggiungi il palco, prova a guardare dalle finestrelle e non dirmi che non hai le vertigini. C’è poca retorica nel dire che si rimane affascinati dal pensiero che un popolo abbia saputo costruire una città così in alto, in una posizione difficile, per potersi meglio proteggere senza rinunciare a niente, né allo sport, alla cultura e al proprio svago.
Le foto più di altre volte non rendono assolutamente le percezioni provate. Bisogna venirci per coglierle.
Continua verso il bouleuterion, non c’è molto da vedere, se decidi di salire, girarlo e poi riscendere, è chiaro che sei un invasato, come me, dei film di Indiana Jones.
Proseguendo facendoti largo tra i rami avrai voglia di indossare il cappello Fedora e non quello da baseball che hai sul capo. C’è il tempio, i pozzi, la lista è lunga, dipende da te, dalla voglia di scoprire e dalla tua capacità di esplorazione. Prendi il piccolo sentiero sulla sinistra, è lungo e ancora in salita, è disseminato di sarcofagi decorati.
Ecco un’altra caccia, quale il più decorato, il più grande o quello posto più in alto?
È qui che c’è la tomba dei leoni, sta a te scovarla. Datti da fare. Scendendo dal sentiero puoi decidere adesso se tornare indietro o proseguire girando a sinistra, potrai raggiungere la cima, godendoti la vista.
Stai sempre in campana però, potrebbero essere in agguato trabocchetti, serpenti e ovviamente non aprire nessun sarcofago! 😉
Le escursioni interessanti da Antalya non sono finite ma Termessos meritava di essere presentata da sola.
Articolo di
Silvia Balcarini