Da Pinara va da sé che devi raggiungere anche Patara, grazioso borgo orlato da ristorantini, negozi, pensioni e hotel. Ti consiglio di portarti i repellenti antizanzare, ce n’erano anche a ottobre. Mordaci.
Il borgo è la base marina per la vicina spiaggia, qui s’incontra il turismo interno e quello degli afeçionados: gli anglosassoni. Bella atmosfera. Merita un giorno in più se anche tu sei in cerca di un paesino turistico, sornione e autentico. Patara era un importante porto licio, ne rimangono testimonianze importanti proprio nei pressi della spiaggia.
Prenditi un’intera giornata per gironzolare nel sito archeologico e fare una capatina al mare. Portati l’acqua non c’è nessun negozio ad attenderti. La prima parte puoi facilmente raggiungerla in auto, proprio subito dopo l’entrata ci sono già alcune tombe e sarcofagi lici, più in la si snodano un paio di sentieri sempre carrozzabili che raggiungono altri punti d’interesse e zone sottoposte a nuovi scavi.
Sulla destra vedrai il grande parcheggio. Da qui in poi devi proseguire con “il cavallo di San Francesco”. Per prima cosa puoi entrare nel teatro, non molto grande, tenuto bene e decorato. Poco prima inizia un sentiero a tratti non ben definito che sale sulla collinetta a sinistra rispetto al teatro.
È veramente irto nel primo tratto ma in 10-15 minuti riesci a raggiungere la vetta. Da lassù puoi ammirare da una parte l’intero sito, aiutato da un pannello esplicativo, dall’altra la lunga e accecante spiaggia. Nel mezzo, a fare da spartitraffico, un profondo foro, era il granaio. Attento a non caderci dentro.
Se questo percorso campestre ti è piaciuto puoi farne un altro, stavolta oltrepassando il teatro. Questo è più corto e soprattutto più agevole, non si vede molto, i reperti sono sottoterra, c’è solo la prospettiva del teatro dall’alto.
Adesso puoi entrare nella parte che fin da subito ti ha attirato e dove la maggior parte dei turisti si accalca, l’Odeon. È stato restaurato da pochi anni, tirato a lucido. Le pietre sicuramente riportate al colore originale sembrano un tratto di evidenziatore su una pagina bianca. Sto ancora pensando se il restauro mi è piaciuto o meno.
All’interno sono state rimesse alcune gradinate, uguali nel colore ma non nella forma e un pannello trasparente è stato posizionato in terra. Da profana ti dico che dopo il primo “wow” la mia testolina mi ha detto che c’era qualcosa che non andava. Forse se fosse tutto restaurato così… o forse diventerebbe la ricostruzione giocosa in stile Gardaland. Boh… fammi sapere se a te ha fatto lo stesso effetto.
Mi è piaciuta invece la via principale, il colonnato che termina in una pozza d’acqua, scenico. No, non hai ancora finito, spero tu non abbia finito la tua acqua o che tu ne abbia ancora in auto così da poterla prendere. C’è l’ultima passeggiata, in piano, al fresco, per raggiungere l’antico faro.
Impressionante vedere quanto la costa sia arretrata nel tempo.
Ora puoi riprendere l’auto e raggiungere la spiaggia. Il parcheggio è libero e tranquillo, io ho lasciato gli zaini in auto. Buon relax.
La mia cena è stata a base di fritto intinto nella salsa allo yogurt e una birra. Uno wow senza perplessità.
Articolo di
Silvia Balcarini