Ho seguito il corso dell’acqua.
Sarà perché sono nato e ho vissuto in luoghi non attraversati da corsi d’acqua o bagnati dal mare, sì… forse sarà per questo che sono attratto dal fluire incessante e dal rumore dell’acqua in un centro urbano.
Il mio #vediamopositivo nella città di Treviso ha avuto come filo conduttore proprio lei, e se lo slogan stampato dallo IAT (Ufficio Informazioni Turistiche) è: “Treviso, città d’arte e d’acqua” allora siamo a cavallo.
Sta di fatto che senza pensarci troppo, arrivato a Treviso, dalla stazione ferroviaria e muovendomi verso il centro storico appena ho incrociato il Sile ho deciso di seguirlo seguendo il suo corso.
Ma chi è costui?
Che sia il fiume di risorgiva più lungo d’Europa lo puoi leggere su wikipedia o su qualunque opuscolo, che abbia un corso “fortunato” visto che incrocia a sud il centro storico di Treviso e che continua con piccole oasi, ville e addirittura un cimitero dei burci – le vecchie imbarcazioni utilizzate per il commercio – questo lo devi scoprire tu seguendolo e informandoti. Maggiori informazioni per fare il percorso sia a piedi che in bicicletta le trovi sempre sul sito Visit Treviso.
Se mi hai seguito il primo punto in cui vorrai fermarti è il Ponte Dante, chiamato così dal 1865 in onore del poeta che citò questo angolo della città in un canto del Paradiso. Ma parliamoci chiaro, Dante ha citato centinaia di luoghi e a me piace un sacco il nome che aveva il ponte prima del 1865: Ponte dell’Impossibile.
Era un nome splendido, evocava le difficoltà incontrate nella costruzione, la fatica nell’erigere un ponte nella confluenza tra il Sile e il canale Cagnan. Senza nulla togliere ad Alighieri io continuo a chiamarlo Ponte dell’Impossibile.
A questo punto ti consiglio di salire verso nord incrociando l’Università, a due passi dal Ponte e dirigerti verso il nostro nuovo obiettivo, il Canale dei Buranelli.
Qui raggiungiamo quasi la perfezione, sono quasi certo che ogni stagione possa regalare colori e fotografie di scorci perfetti. Nella mia semplicità non nascondo che alcune immagini del Buranelli mi hanno ricordato le Fiandre, città ben più rinomate come Bruges o Gent. Senza però tener conto dell’architettura veneziana che si affaccia su questo canale.
Consiglio scontato ma molto romantico 😀 Porta la tua dolce metà sul Ponte dei Buranelli, fotografala, baciala, abbracciala!
Torniamo alle informazioni: il nome Buranelli tradisce il legame di Treviso con Venezia, questo corso d’acqua era stato creato apposta per unire la città alla capitale della Serenissima. E le case qui intorno erano abitate, almeno così si dice, dai pescatori giunti dall’isola di Burano.
Fermati ancora un attimo in questa zona, i due canali, il Buranelli e il Cagnan sono molto vicini e intorno alla metà del 1800 si è deciso di unire alcune piccole isole formandone una più grande, la Pescheria. Fai un salto la mattina, non ti prometto che ritroverai le atmosfere di quei tempi, ma il mercato del pesce c’è ancora, con il chiacchiericcio e il mercanteggiare e lo scorcio di questa isoletta artificiale in mezzo al canale è tutt’altro che noioso.
Ma per chiudere questo breve ma suggestivo itinerario del centro storico di Treviso dobbiamo arrivare in Piazza dei Signori, il vero centro dell’incontro, del passeggiare, del chiacchierare. Purtroppo i lavori di restauro mi hanno impedito di ammirare la facciata del Palazzo della Prefettura e sono riuscito a intravedere solamente la Torre Civica. Sarà una scusa per tornare!
Suggestivo il Palazzo dei Trecento (romanico) e la via porticata – il Calmaggiore – che parte proprio dalla piazza per raggiungere il Duomo.
Una curiosità: se ti infili nel Vicolo del Podestà, tra Calmaggiore e a due passi da Piazza dei Signori, nel cortile interno di un palazzo (sempre aperto) trovi una scultura originale, La Fontana delle Tette. Mi hanno fatto notare che ce ne sono parecchie simili sparse in Italia ma questa – purtroppo una copia dell’originale danneggiata e custodita nel Palazzo dei Trecento – veniva utilizzata in particolari occasioni, ai tempi della Serenissima Repubblica Veneziana, per spillare vino, rosso da un seno, bianco dall’altro. Non male come idea!
Ma non si vive solo di passeggiate, cultura, fotografia e begli scorci per cui a Treviso e nel clima di #vediamopositivo io ho trovato, provato e valutato il modo di fare apertivo che preferisco in assoluto: cicchetti e ombre.
Ma tutto ciò merita un articolo a parte quindi ti do appuntamento tra qualche giorno.
Un saluto,
Cristiano