Monselice si trova in provincia di Padova, a metà strada con la mia città Rovigo, proprio ai piedi dei Colli Euganei, famosi soprattutto per le sorgenti termali di Abano e Montegrotto.
Il nome della città deriva probabilmente da mon silicis, monte di selce a causa delle cave di estrazione di selce sui colli lì attorno.
La sua posizione favorevole tra importanti vie di comunicazione e corsi d’acqua fece fiorire il suo sviluppo abbastanza velocemente e precocemente, i primi insediamenti nel territorio infatti sono assai antichi.
Il primo nucleo abitativo risale al V-VI secolo ed è costituito da una fortificazione del colle per la difesa, e intorno all’anno mille le strutture insediative vengono potenziate ed espanse.
Il momento di maggiore espansione difensiva avviene con l’annessione alla Repubblica di Venezia, che era però più orientata allo sviluppo di traffici commerciali anziché vocazione militare e quindi anche la città inizia a diventare un centro di soggiorno e villeggiatura per i nobili veneziani che acquistano ampie proprietà terriere.
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La città è molto bella, con atmosfere tipiche medievali, infatti troverai un Castello, le mura, le porte, la Rocca e tutto quanto contribuisce a evocare suggestioni ed atmosfere del tempo dei cavalieri.
I luoghi da visitare sicuramente sono:
Il Castello Cini
che si erge ai piedi del Colle della Rocca e comprende diverse tipologie di edifici, è stato dimora signorile, torre difensiva ed è diventato villa veneta.
Ristrutturato da Ezzelino III da Romano nel XIII secolo e ampliato dai Carraresi, fu poi trasformato in residenza dalla nobile famiglia veneziana dei Marcello, e assume l’aspetto attuale alla fine del ‘400.
Nel 1942 diviene museo per opera del Conte Vittorio Cini, che lo arricchisce di preziose collezioni d’armi mobili e suppellettili.
È costituito da 3 blocchi di edifici in posizione leggermente elevata: Casa Romanica e Castelletto sorti sui resti di una struttura difensiva (XII – XIII secolo), la Mole in trachite e laterizio del Castello Ezzeliniano (XIII) e l’Ala Marcello (XV).
Nel Castelletto sono stati rilevati arredi autentici, tra cui uno studiolo (detto “del Petrarca”) e una sala con affreschi trecenteschi.
Santuario delle Sette Chiesette
fu costruito da Vincenzo Scamozzi su commissione dei nobili veneziani Duodo tra il 1605 e il 1615.
Nello stesso periodo furono anche costruite sei cappelle, lungo il pendio del colle, ottenendo da papa Paolo V la concessione delle stesse indulgenze accordate ai pellegrini che si recavano in pellegrinaggio alle sette basiliche maggiori in Roma.
L’arco d’ingresso all’area sacra del Santuario è chiamata la “Porta Romana” o “Porta Santa”, dove l’iscrizione Romanis basilicis pares ricorda il collegamento con il pellegrinaggio alle basiliche romane.
Il sito Monselice Turismo propone dei bellissimi itinerari di visita della città con temi conduttori, che ben si adattano alla struttura della città e alle caratteristiche storiche del territorio, descrivendo le vie da seguire e i monumenti da visitare lungo il tragitto.
Molto interessanti sono gli itinerari:
– Monselice Città Murata con visita alla Chiesa di San Martino, Porta Vallesella, Ca’ Duodo, Chiesa di Santo Stefano, Antica Pieve di Santa Giustina, Mastio Federiciano e il Castello.
– Monselice Suggestioni Medievali con visita a Porta Sant’Antonio, Porta Camin, Porta della Giudecca-Ghetto, Complesso Monumentale di San Paolo, Mura e Torre Civica, Castello di Monselice, L’Antica Pieve di Santa Giustina, Mastio Federiciano.
– Monselice Veneziana con visita a: Villa Contarini, Villa Pisani, Palazzo Fezzi, Villa Nani-Mocenigo, Villa Duodo, Santuario delle sette chiese, Palazzo Tassello, Cà Paradisi-Capodivacca, Cà Bertana, Cà Duodo.
Vedi anche:
=> http://www.castellodimonselice.it/it-IT/il-castello
Senza contare che la città è anche molto giovane e vivace con gran varietà di ristoranti, locali, negozi e manifestazioni durante tutto il tempo dell’anno, come la Cena di Feragosto nel centro storico, il cinema estivo o le molte sagre e feste, sempre ricercabili nel sito ufficiale del turismo.
Articolo di
Alessia Scarparo