Soggiornando nelle vicinanze di Palau non si può tralasciare La Maddalena e Caprera.
Tanto per capirsi La Maddalena è un’isola, la più grande, ma è anche il nome dell’intero arcipelago. Ufficialmente è l’unica abitata, ma da queste parti mi han detto che qualche ricco signore raggiunge furtivamente la propria villa con l’aereo personale.
Giusto il tempo di attraversare la “strada” è quello che il traghetto impiega per raggiungere l’isola. Un quarto d’ora. I traghetti ci sono 24 ore al giorno, più o meno ogni quindici minuti durante il giorno e ogni ora durante il resto della giornata.
Se acquisti il tuo biglietto il giorno prima usufruisci di uno sconto, lo offrono tutte le compagnie. Tranne quella di Stato.
Dato che non hai la residenza qui ti consiglio di sfruttarlo, il biglietto comprensivo di auto non è proprio conveniente, ricordati però di decidere quale sarà il tuo orario di partenza nel giorno successivo. L’ufficio è proprio davanti al molo d’attracco dei traghetti, puoi passarci nel tardo pomeriggio tornando dal mare.
Considera un giorno intero per mappare l’intera zona, meglio sarebbe un secondo giorno ancora per poter seguire qualche sentiero nell’isola di Caprera. Appena arrivi fermati all’ufficio informazioni, uscendo dal molo subito a sinistra, l’ufficio è in un edificio che fa angolo al primo piano. Solo qui potrai avere la mappa delle isole e i consigli su cosa fare e dove andare.
Personalmente ho iniziato da Caprera, attraversando un piccolo ponte, ma non prima di aver visto la vomitevole struttura costruita per il G8 al costo di 400 milioni di euro di denaro pubblico. Così, per non dimenticare.
Caprera è famosa a tutti per aver ospitato Giuseppe Garibaldi, è infatti possibile visitarne la casa-museo e non distante il memoriale a lui dedicato. Stavolta ho detto no e ho girato subito a destra iniziando il percorso perimetrale dell’isola.
Io alla mia maniera: flemma ma sistematica. Ho abbandonato la strada maestra ogni qual volta c’era una deviazione, decidendo via via se lasciare l’auto parcheggiata sulla strada oppure all’interno della stradina.
Difficile consigliare le spiagge più belle, dipende dalla giornata e da dove si trova il sole.
Io mi sono fermata per un paio d’ore a Cala Andreani. Ritornando quasi al punto di partenza il percorso sale, arriva ad una fortezza e prosegue; andando a passo d’uomo ti rendi conto che, quando a destra, quando a sinistra, partono i sentieri segnalati con un pannello che ne informa i km, il numero (così lo puoi cercare sulla mappa) e il nome del sentiero. Ce ne sono di tutte le “misure” quindi puoi sceglierne in base al tempo a tua disposizione. Per farli tutti servirebbe almeno una settimana.
Nel pomeriggio ho percorso la strada panoramica de La Maddalena, qui i punti panoramici sono più semplici da individuare e raggiungere. A fine serata un bel gelato al gusto mirto mi accompagna per le vie del centro. Puoi ristorarti in uno dei tanti locali e rientrare comodamente in serata gustando la traversata (che esagerazione!) con La Maddalena illuminata.
Un’altra escursione che devi fare è quella all’interno dell’arcipelago.
Sul molo di Palau ci sono attraccate numerose imbarcazioni. Si va da quelle a motore, a vela, agli yacht. Molte hanno sulla passeggiata dei piccoli stand dove puoi trovare degli opuscoli informativi sui percorsi, orari e costi delle escursioni.
Alcune compagnie che trasportano più persone offrono prezzi più abbordabili ovviamente. Si parte verso le 9-10 e si ritorna alle 16-17, il pranzo generalmente è incluso e i circuiti dovrebbero essere gli stessi. Ma è sempre bene verificare. Ho scelto il giro in barca a vela ed è stato il prezzo più oneroso della vacanza. L’esperienza devo dire però è stata fantastica. La barca tutta per noi, la possibilità di fermarsi dove ci pareva, eventualmente cambiare itinerario, il pranzo a bordo.
Cala Corsara con le sue rocce dalle forme strane, Cala Soraya (la regina ne era innamorata), Cala Granara, Connari e Ferigno.
Si passa per l’isola di Budelli famosa a tutti per la spiaggia rosa che oramai da diversi anni non è più possibile calpestare. Solo il guardiano presidia la spiaggia ma nulla può contro chi, come è capitato a me di vedere, si avvicina a folle velocità con il gommone per far scattare foto migliori! Come sempre a noi servirebbe un deterrente più cattivo!
Ci siamo ancorati la prima volta alle piscine naturali, poi alla spiaggia Cavalieri di Budelli, passeggiando sulla spiaggia ti senti come il bruscolo nero che sporca la lente intonsa.
Il lauto pasto con il leggero flottare dell’acqua e dell’aria tra i capelli sa proprio di vacanza.
Nel pomeriggio si arriva fino allo Stretto degli Asinelli tra l’isola di Rizzoli e quella di Santa Maria dove, la storia racconta, grazie al bassissimo livello del mare, circa un metro, i pastori attraversavano a piedi e con l’asino al seguito!
Qui il colore sembra finto, direi quasi chimico.
Dà l’idea che qualcuno abbia fatto scogliere nell’acqua una fiala colorata, come succede nelle composizioni floreali che si realizzano per i centrotavola fashion!
C’è poco da esser poetici: anche questo scorcio di Sardegna è bello da matti.
Articolo di
Silvia Balcarini