Si può amare un popolo prima della sua terra?
La risposta è sì.
Nell’ultimo anno sono stata in Sardegna due volte, le mie prime due volte.
Non pensavo facesse per me. Sono una turista anomala, preferisco muovermi il più possibile durante le mie vacanze e quindi il pensiero di starmene sdraiata a lungo lo ritengo tempo perso.
In più non ho mai sopportato la gente snob che parla solo della costa Smeralda pensando di essere ricca come i proprietari o affittuari delle ville incastonate nel panorama. Praticamente ho sempre snobbato gli snob.
Come se poi la Sardegna fosse solo quella piccola striscia di costa… Che eterno peccato non conoscere il resto!
Dicevo, mi sono innamorata dei sardi, uomini e donne senza distinzione.
Tutti gentili, sorridenti, EDUCATI, ospitali e cordiali, mai entranti o sfacciati, mai urloni.
Sarà stata fortuna, ho pensato, la regola varrà solamente per chi è a contatto con il turista!
Macché, per chiunque vale la stessa formula, le persone t’incontrano e ti salutano.
Dopo un po’ è diventata una sfida, troverò mai qualcuno che si è alzato “con il piede sbagliato”? O che ha litigato con il marito?
Entri in un grande supermercato e la commessa ti fa assaggiare il formaggio, te lo presenta come se lo avesse prodotto lei, di più, come se fosse suo figlio.
E che dire del signore dell’edicola che non avendo ancora l’edizione nuova, della guida della zona, ti indica luogo e orari dell’ufficio turistico aggiungendo che là ne troverò una simile, gratuita!
Mi arrendo quando un operaio indaffaratissimo nel pulire la spiaggia si ferma e addirittura spegne il motore del suo macchinario per spiegarmi dettagliatamente dove si trova il distributore più vicino.
Insomma questo non è un articolo per chi vuole andare in Sardegna, ma dedicato a chi la Sardegna appartiene, ai sardi.
Le giovani guide che ho conosciuto durante la visita ai Nuraghi di Arzachena raccontano la proprio storia non solo con professionalità ma con trasporto, fiduciosi di poter diffondere maggiormente e dettagliatamente la civiltà nuragica.
Ville, residence, si è costruito e si continua a farlo. Ma per fortuna lo si è fatto seguendo un certo stile architettonico, utilizzando materiali dell’isola, dando spazio alle piante ornamentali che qui, vivono il loro Eden.
Ogni centro abitato regala un aspetto uniforme ed esteticamente armonico. Eccezion fatta per la parte nord dell’isola, la più turistica. Qualche ecomostro spunta non poco dalla vegetazione e dal mare.
Parlando con la gente ho scoperto un’appartenenza regionale che va al di là dei soliti dettami, una forte consapevolezza trasversalmente crescente, ad esempio, di quanto le pietre preziose vadano tutelate, custodite, difese anche a costo, a volte, di rinunciare a qualche dollaro in più.
Si rendono conto che adesso sono di fronte a un bivio: dettare nuove regole per se stessi e per gli altri, specie per i turisti, o abbandonarsi all’onda che prima o poi sommerge tutto, bellezza e pace comprese.
Che bella la Sardegna e che bella scoperta i Sardi.
Seguimi nelle prossime settimane perché se è vero che per godersi la Sardegna non occorrono consigli io ti darò qualche dritta e qualche suggerimento.
Articolo di
Silvia Balcarini