Più di 70 milioni solo tra Sud America e USA, senza contare Europa, Australia e Africa.
Sono il numero degli emigrati italiani.
E’ uno dei dati che più colpito in questa seconda giornata di Viaggiando il Mondo.
Se ne è parlato nell’incontro “Turismo delle radici” e solo ad occhi disattenti possono sfuggire le potenzialità che – a livello turistico per il territorio italiano – questa massa enorme di persone potrebbe garantire.
Occhi disattenti, mi dispiace dirlo, sono proprio quelli degli importanti operatori turistici e delle istituzioni del nostro paese che non vogliono nemmeno guardarli quei numeri così importanti…
Una percentuale immane degli emigrati italiani vorrebbero venire in Italia per soggiorni più o meno lunghi, tornando a visitare i luoghi dei genitori o dei nonni o comunque a girare in lungo e in largo per il Belpaese.
Ancora una volta mi balzano alla mente le parole di tanti emeriti economisti, che negli anni e anche ultimamente continuano a spingere sul fatto che l’Italia, come prima risorsa potrebbe e dovrebbe avere il turismo!
Altro dato di cui prima o poi chiunque dovrà accorgersi è il 67% dei turisti/viaggiatori che dice di scegliere una meta grazie a consigli ed esperienze di amici, web (quindi social soprattutto) e blog.
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Molto diverso e più “terra terra” nel vero senso della parola l’incontro “Il Turismo nelle Vie e nei Cammini nel mondo: dal cammino degli Incas in Perù al cammino di Santiago”.
Prima di tutto… l’incontro era tenuto da HERITY International, organismo no profit di certificazione sulla qualità della gestione del Patrimonio culturale mondiale, riconosciuto dall’UNESCO.
Mi è piaciuto molto la tipologia di certificazione che Herity adotta, un grafico numerico che mette in risalto 4 ambiti:
– valore percepito
– stato di conservazione
– comunicazione (come si informano le persone su quel luogo)
– servizi offerti (dai bagni fino ai posti a sedere)
Ma il cuore dell’incontro sono stati i punti di forza e i punti deboli di 4 tra i più importanti cammini nel mondo.
Via Francigena
Sì: percorso variegato e di una bellezza culturale senza pari.
No: Difformità nelle indicazioni, ci sono molti segnali, frecce, ceppi tutti diversi nei colori, nelle forme. Poco coordinamento tra le regioni che attraversa.
Camino di Santiago
Sì: Coordinamento tra le regioni che attraversa, ottime e uniformi le segnaletiche.
No: Carenza a livello gestionale per i servizi accessori (non gli alloggi, quelli funzionano bene) come le cose da fare, ad esempio la maggior parte delle chiese sul cammino rimane aperta un paio d’ore al giorno.
Ruta de los Incas
Sì: è segnalato abbastanza bene
No: non esiste un servizio logistico (alloggi, strutture, ecc…) di buon livello nelle varie tappe, è tutto un po’ arrangiato.
Etrada Real
Sì: a livello di loghi e segnalazione.
No: non esiste un livello di omogeneità nella qualità dei servizi offerti durante il cammino. Si possono trovare alloggi (a prezzi folli) in alcune tappe e bettole in altre.
Prova a indovinare?
Sono uscito dal teatro con una voglia immensa di farli tutti e 4… dai! intanto sogno e come dico sempre i sogni sono la base iniziale perché una cosa diventi reale.
Un saluto,
Cristiano