Partendo dalla conoscenza univoca che la Namibia è terra d’Africa, spopolata e naturale, sarai concorde con me dicendo che l’arrivo a Swakopmund è l’entrata su un’altra superficie.
La località in questione (conosciuta soprattutto per aver dato i natali alla figlia di Angelina Jolie e Brad Pitt) è infatti una cittadina tedesca, tutta incorniciata da marciapiedi, vialetti e fiori, tutto ciò a cui pensi quando ti viene in mente una piccola città del nord Europa, in definitiva qui la parola colonizzazione pare un eufemismo.
Passeggiare per il centro vestita color avana e indossando scarpe da trekking è sicuramente fuori luogo ma caspita io arrivo or ora dalla Skeleton Coast!
E fuori luogo saranno perfino le fotografie riviste a casa, un patchwork centrale all’interno di una mappatura di colori africani.
Questo è il posto giusto per fare qualche acquisto, trovi un bel mercatino artigianale, o per azzannare uno strudel di mele o una sacher torte in uno dei tanti caffè pasticcerie.
Swakopmund è sul mare quindi è okey una passeggiata al molo o nelle vicinanze anche solo per scovare un ristorante di pesce.
Per la cronaca trovi anche le pizzerie, qualcuna sembra originalmente italiana.
Swakopmund è soprattutto, in un viaggio in Namibia, lo stop over per partecipare a una crociera in partenza da Walvis Bay.
Ed eccoci qua.
Io ho scelto l’imbarcazione e il giro con la Mola Mola, quindi non so dirti se con le altre compagnie avrai le stesse “opportunità”.
Protagonisti sono in ordine di comparizione, foche, fenicotteri rosa, cormorani, delfini (il loro sito internet promette anche tanto altro, io ti racconto la mia) in più se vuoi puoi dare del cibo ai pellicani che dopo un fischio del capitano magicamente arrivano ai bordi dell’imbarcazione, c’è poco da dire, piace da matti.
Se tutto questo ancora non ti sorprende ti dovrai ricredere quando a un altro fischio accorre saltando energicamente (se sbaglia, schiaccia qualcuno…) un’enorme foca che, volendo essere perfettini, è quella “dalla pelliccia del Capo”.
La signora si mette proprio al centro dell’imbarcazione su un trespolo creato ad hoc, egocentrica, ed è certo interessata allo spuntino gratis (pesce fresco of course) ma ancor più alle lisciatine e grattatine tanto da accomodarsi ben bene, chiudere gli occhi e cercarti col musetto. Pare un gatto!
Per i maligni (tra cui anche la sottoscritta) niente e nessuno è ammaestrato, qui c’è rispetto reciproco nella più piena libertà, vengo e me ne vado.
A me che piace proprio tutto ho apprezzato anche l’assaggio delle ostriche e il bicchierino di prosecco, prosit.
Prima che mi dimentichi tutte le crociere partono da Walvis Bay, parti in anticipo oppure organizzati per avere anche qualche momento per l’osservazione degli uccelli nella zona del depuratore, la chiamano la bird paradise, tutta una serie di laghetti bassi dove si possono vedere un sacco di uccelli e fermati alla laguna, se il periodo è quello giusto c’è una quantità enorme di fenicotteri rosa.
Praticamente se la crociera dura mezza giornata, finisci il tuo dì qui a Walvis Bay.
Se vuoi fare l’escursione a Sandwich Harbour ricorda che è imperativo avere l’auto 4X4 e saper districarsi sulle dune, il mio consiglio è di noleggiare (come ho scritto nel primo articolo) una semplice auto o mini van risparmiando non poco e in questo caso partecipare a un’escursione guidata del luogo.
Io non sono andata e me ne dolgo.
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Ho preferito invece trascorrere la mattina successiva in un altro parco caratteristico: la “Welwitschia Drive”.
Credo che una spiegazione sia doverosa.
La Welwitschia è una pianta brutta come il peccato, le sue lunghe foglie per metà secche, ricadono sul terreno formando una specie di “cespuglio che sta esalando l’ultimo respiro”, dal suo centro spuntano i suoi frutti-fiori brutti come la mamma.
E allora perché tanto disturbo?
Ovviamente è interessante come si sia ben adattata a questo ambiente arido specialmente in questa zona dove se ne possono vedere in abbondanza.
Ma questo non fa di lei un unicum.
Altra peculiarità è quella di essere un albero della famiglia dei pini ma avere anche parentele con i fiori, si dividono poi in piante maschili e femminili.
Se non sei un botanico, e non lo sono neanche io, ti starai comunque chiedendo perché vederle, e bene sono le piante più longeve e più vecchie del mondo.
La loro crescita è lentissima, si stima infatti che le Welwitschie di media grandezza abbiano 1000 anni e fino ai 2000 per quelle più grandi.
Se vuoi puoi provare questo: versa un pochino d’acqua sopra la pianta, si rinvigorisce quasi all’istante, pur rimanendo brutta.
Ciò detto e spiegato, la cosa più affascinante è il percorso, il drive appunto.
In auto ti senti il protagonista di una missione in ricognizione su un nuovo pianeta, passi in mezzo al ciclo infinito verticale e orizzontale di collinette marroni e grigiastre, tutto brullo e silenzioso, un po’ te lo aspetti che qualcuno spunti a farti paura.
In realtà poi ci sono zone in cui puoi fermarti per una sosta o per “ammirare” le Welwitschie fino all’ultima, la più grande e ovviamente la più vecchia.
Sono convinta che se dovessi girare un film di fantascienza la Namibia sarebbe il mio set.
Articolo di
Silvia Balcarini