Si parla quasi solo di crisi, mancanza di lavoro e futuro buio per i giovani in Italia.
E allora oggi ho deciso di invertire la rotta e di parlarti di una storia di positività.
La storia di una trentenne che ha deciso di rischiare e mettersi in gioco proprio nel turismo, proprio in un momento (che a dire la verità sta durando ben più a lungo di un momento) in cui il turismo, soprattutto quello “intermediato” (che passa per agenzie di viaggi e tour operator, non il viaggio fai-da-te per intenderci) se la sta vedendo brutta.
A meno che si decida di prenderlo per un altro verso, cercando vie nuove.
Che adesso passano per la personalizzazione.
E così ha deciso di fare Elisa Santomauro: dopo diversi anni trascorsi a “rappresentare” operatori ed enti del turismo, ha deciso di passare dall’altra parte della barricata ed essere lei, in prima persona, a proporre i “suoi” viaggi dando vita a Traveller Boutique, ovvero un modo di proporre viaggi su misura realizzati con esperti della destinazione in questione, concentrati solo sui luoghi davvero conosciuti e visitati dai travel designer, e confezionati più possibile sulle esigenze e le inclinazioni degli aspiranti viaggiatori.
Le ho chiesto di raccontarsi un po’:
“Sono nata e cresciuta a Imperia, in Liguria.
Dopo un’esperienza lavorativa intensa e meravigliosa a Milano, che è durata 5 anni, ho deciso di tornare nella mia terra per creare qualcosa che fosse mio.
Da una parte c’era il desiderio di condividere un mio personale modo di viaggiare, dall’altra quello di fare qualcosa per la mia regione, creare un prodotto che fosse di charme e sapesse valorizzare quella parte di territorio ancora così poco conosciuto, che può invece offrire qualità e… lo so vi stupirà… cortesia!
Da tutto questo nasce Traveller Boutique, un tour operator online che utilizza la rete come suo spazio per posizionare la vetrina – che è il mio sito – ma che vuole però creare un contatto personale con il cliente, per poter così realizzare viaggi su misura”.
Quali sono stati i primi passi concreti che hai dovuto fare per creare e far partire Traveller Boutique?
“Per far partire la mia attività ho dovuto lavorare su due fronti, uno burocratico e uno strettamente connesso al mio lavoro.
Per cui cercare il commercialista, parlare con la Provincia, definire quali permessi/licenze occorrono, eccetera, eccetera.
Per fortuna non ho dovuto fare solo quello!
Ho iniziato subito a lavorare alla creazione del mio sito internet, che volevo trasmettesse fin dal primo click la mia filosofia di viaggio”.
Puoi raccontarci nel dettaglio di cosa si tratta?
“Amo definirla una bottega di artigianato per viaggiatori, un’evoluzione dell’agente di viaggio che ora diventa travel designer, cioè un consulente di viaggi che lavora su misura.
Non più cataloghi, dal cliente ci vado con l’atlante o la cartina in mano.
L’ufficio diventa un salotto, si parla di viaggi sorseggiando un caffè o un aperitivo.
Faccio anche servizio a domicilio per i clienti che non hanno tempo di venire in ufficio o che abitano lontano.
Per fare ciò occorre la conoscenza delle destinazioni, ho scelto quindi di inserire sul mio sito solo le destinazioni che ho visitato e su cui posso portare la mia esperienza diretta.
Ogni anno cerco di aggiungere nuovi luoghi; ad esempio sono appena stata nelle Filippine, che anche se poco conosciute sono isole di una bellezza mozzafiato, abitate da persone ospitali e generose, per cui spero di invogliare tanta gente a visitarle!
Come accennato prima, Traveller Boutique ha anche una sezione dedicata alla mia regione, la Liguria, dove cerco di far conoscere un territorio ancora poco conosciuto qual è il nostro entroterra.
Propongo quindi escursioni, tour enogastronomici o attività sportive.
In questo caso mi rivolgo prevalentemente a turisti stranieri”.
Mettere in piedi un’attività imprenditoriale di questo tipo nel turismo: qual è stata la difficoltà maggiore che hai dovuto affrontare?
“Gli intoppi ci sono sempre quando si tenta di avviare una qualsiasi attività.
Nella mia esperienza devo dire che la burocrazia mi ha sfinita…”
E quale invece la soddisfazione più grande?
“La soddisfazione maggiore è quando un cliente ti dice: hai proprio capito che tipo di viaggio volevo!
Quindi è possibile, oggi, in Italia, mettere in piedi un’attività turistica così?
“Il periodo è dei più neri, non c’è neanche bisogno che lo dica, però se si hanno le possibilità e la voglia credo sia questo il momento giusto per tentare.
Tra un po’ di tempo vedremo se ho avuto fortuna!”
Articolo di
Mariangela Traficante