Cascate Iguazù.
Questa colossale torta è divisa in 3 fette: Argentina, Brasile, Paraguay.
275 sono i salti per assaggiarne i suoi diversi strati, le sue decorazioni, il suo impasto.
Quasi 3 chilometri di questa beatitudine.
Piccoli rivoli o enormi getti d’acqua, il fragore, gli schizzi, la nebbia, gli arcobaleni.
Ce ne sono ancora e ancora.
Se l’acqua è da sempre uno dei quattro elementi, le cascate Iguazù ne sono il totem.
Venire qui ti spiega perché non si può vedere o ascoltare in televisione un concerto oppure che non ti viene l’acquolina in bocca senza l’odore del cibo.
Passeggi sulle passerelle, scendi e risali dalle scalette e farfalle, tucani, insetti, uccelli, scimmie, coati ci sono, e si vedono tutti. Non credo di aver avuto fortuna.
Immerso nella vegetazione tropicale è il Parco Nazionale dell’Iguazù, in spagnolo Parque National Iguazù, in portoghese Parque Nacional do Iguaçu, patrimonio dell’Unesco.
Due i diversi siti internet:
http://www.iguazuargentina.com
http://www.cataratasdoiguacu.com.br
La maggior parte delle cascate sono nel lato argentino, ma è assurdo preferirne o consigliarne uno o un altro.
Occorrono due giorni per visitare entrambi i lati e due giorni devi avere.
I punti base sono rispettivamente Foz do Iguaçù in Brasile, Port Iguazù in Argentina, Ciudad del Este in Paraguay.
Finendo il mio tour in Argentina, sono arrivata in aereo a Port Iguazù.
Altrimenti sono 12 ore di bus dalla capitale.
Nell’ostello dove ho dormito erano numerose le informazioni dettagliate sugli orari e i costi degli autobus o dei taxi da/per l’entrata del parco.
Per il lato argentino i bus partono tutti da Hilo de las Tres Fronteras, ogni mezz’ora dalla mattina poco dopo le sette al tramonto.
L’ultimo bus di ritorno è invece alle 20 (controlla ovviamente).
Il tragitto dura circa 20 min.
Cosa importante si entra non oltre le 15.30.
Per il lato brasiliano è un po’ più complicato o meno comodo, i bus partono a orari prescritti e sono per le cascate o per il pueblo, dove cambi e ne prendi un altro per le cascate.
C’è da pagare la dogana e il tempo impiegato dipende dal doganiere e dall’afflusso di bus.
Io sono stata in attesa più di un’ora.
Non ho trovato invece agenzie di viaggio nel villaggio, ma forse non le ho viste.
Ah… per il Paraguay… non lo so.
Solo due parole per descrivere Port Iguazù: è un piccolo pueblo che nonostante i tanti ristorantini, bar e pub non ha perso la sua identità tranquilla di paese, di giorno e di notte. Sette più!
Port Iguazù fa parte della provincia Misiones, la quale ha preso il nome dalle numerose missioni gesuite che ancora oggi si possono visitare (i resti) e dove è stato girato il film “Mission”. Unendo i puntini…
Presenti nel parco due punti di assistenza medica e 3 i sentieri percorribili da persone in sedia a rotelle.
Al centro visitatori c’è un piccolo centro informativo e fotografico sulla fauna, flora e la storia della zona. Un’occhiata…
La visita organizzata comprende “solo” il trasporto direttamente da/per il tuo hotel e ti accompagna all’inizio dei vari percorsi dandoti anche il tempo della visita, abbondante.
Forse la cosa più importante è questa, altrimenti staresti fermo in qualche punto tutto il giorno (legittimo).
Comunque la piantina delle cascate mostra anche la durata dei percorsi, ben fatta.
Ci si mette nell’ordinata e segnalata fila, perché?
Perché ogni 30 min arriva il trenino che ci porta stretti stretti (circa 100 persone alla volta) all’interno del parco per circa 7 km.
Il punto di arrivo è la punta di diamante delle cascate, la Gola del Diavolo o la Garganta del Diablo, una lunga U di 700 metri e profonda 150 metri, da cui salta l’enorme mantello d’acqua di 82 metri.
Ci sono anche i fotografi a pagamento ad aspettarti.
Questa “belva” è il confine tra Argentina e Brasile.
Siamo in tanti nel parco, c’è poco da fare, tutti ci ritroviamo sulle diverse e grandi terrazze, sulle passerelle ma nonostante ciò la concentrazione sulle protagoniste non diminuisce (cerca comunque di evitare il fine settimana e le vacanze scolastiche).
Per i più “comodoni” e fortunati c’è l’hotel a 5 stelle all’interno del parco e occasione speciale è la visita notturna, che avviene solamente nel periodo di luna piena, consulta il calendario e vedi se coincide con i tuoi programmi.
So anche che si organizzano safari fotografici alla scoperta della selva in 4X4, ma non so dirti niente di più specifico.
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E’ percorrendo il circuito inferiore che si può accedere all’imbarcadero per L’isola San Martin.
Sono parecchie le scale da fare (ma si sentono più al ritorno, in salita).
La navetta arriva ai piedi dell’isola, una bella scalinata (172 scalini) e scarpinata ti aspetta, ma ti regala la vista di altre cascate.
Sappi che in alcuni mesi dell’anno, per sicurezza, viene interrotto in servizio.
Pagando a parte si può partecipare a questo eccitante giro in barca.
Ti bagnerai come un pulcino (perché si dice così).
Ogni venti minuti il gommone accoglie una trentina di bipedi stretti nei giubbini arancioni.
Si parte a velocità sostenuta ed è già divertimento, la vista è ancora una volta differente, e poi il gran finale, si arriva dentro una cascata… manca solo il sapone!
Dai una scorsa a questo sito: http://www.opcioniguazu.com.ar/excursiones/
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Lato brasiliano.
Si viene qui soprattutto per avere il panorama totale a forma di U della Garganta del Diablo, e non si resta delusi.
Il percorso è breve ma intenso.
Calcola 4 ore per il lato brasiliano e tutta la giornata per quello argentino.
Imperativo: Kway, meglio se lungo fino ai piedi, protezione per il sole, ma soprattutto per i dispositivi elettronici, se vuoi puoi stare anche in costume e rivestirti alla fine dell’escursione, comunque sia portati qualche indumento di ricambio; non sarai perfettamente asciutto risalendo sul bus e la malefica aria condizionata sarà li ad aspettarti.
Ok i sandali comodi ma non le ciabatte.
Consiglio anche un paio di grandi sacchetti di plastica per proteggere il tuo zaino, specie se partecipi al giro in barca.
Le foto verranno con le goccioline e tutte annebbiate. Che credevi?
Articolo di
Silvia Balcarini