Qualcuno più famoso e importante di me ha detto “vengo dalla fine del mondo”, si riferiva (tra le altre cose) alla Terra del Fuoco e alla sua capitale Ushuaia, la città più a sud del mondo.
Questa terra argentina e in particolar modo le sue acque gelide e pericolose hanno contribuito a rendere famosi, con il susseguirsi dei secoli, Cook, Darwin e Magellano, che ha dato il nome allo stretto.
In realtà il suo significato spagnolo è “in capo al mondo”, ancora più bello.
Qui c’è la fine della Cordigliera, della Panamericana e del continente americano.
Ecco l’oceano, il villaggio e i picchi delle montagne (aprendo il finestrino si possono toccare), non riesci solo a scorgere un particolare, la pista di atterraggio; che il pilota abbia l’onore di vederla, speri attaccato al tuo seggiolino.
Se sei sopravvissuto allo spavento ma non hai concordato un passaggio con la tua posada o il tuo ostello, prendi un taxi, costa poco e il tratto è veramente breve.
Eccoti di fronte una terra emblematica e interrogativa, avventurosa e romanzata.
Voilà i perché.
Il clima.
Sono o non sono praticamente al polo sud? (io me lo sono detta) quindi freddo polare!
Niente a fatto, in realtà questa zona ha inverni non particolarmente rigidi, (da circa -10° a +10°), mentre sono il VENTO e le piogge che la caratterizzano.
Ti riassumo con un detto di queste parti: “A Ushuaia ci sono 4 stagioni in un giorno”.
Il mio scontato consiglio è di farti trovare da queste parti durante la primavera o l’estate (novembre-marzo), non solo per le temperature ma perché il sole tramonta alle 23.30!
La conformazione.
Questa terra o dovrei dire queste terre, perché in realtà è un arcipelago, sono per la maggior parte disabitate, sono bagnate da entrambi gli oceani e politicamente appartenenti all’Argentina e al Cile, il tutto è separato dall’America del Sud attraverso lo stretto di Magellano.
La storia.
Si dice che siano una delle terre più anticamente abitate, ancor prima che le isole si staccassero dal continente.
Tra i più famosi abitanti ci sono gli Yamana, che avevano la particolarità di costruire abitazioni non impermeabili e quella di non indossare indumenti, ma proteggersi dal freddo solo con il grasso di foca!
Per la cronaca sono stati sterminati dagli europei (of course).
Ushuaia, proprio per la sua collocazione ha accolto un penitenziario (oggi museo), fino al dopoguerra quando ci si prefigge di farne una città.
E’ un imprenditore emiliano che vince la gara e sono gli italiani che costruiscono scuole, strade, ospedale e che poi rimarranno a vivere qui come lo si può intuire ancora oggi da nomi e cognomi a noi familiari.
Un altro pezzo di Argentina che odora d’Italia.
Non posso poi non riportare la classica domanda (e le classiche risposte) del perché del nome Terra del Fuoco: si dice per i numerosi fuochi accesi dagli abitanti originali, che i gli esploratori vedevano dalle loro navi, oppure dal colore rosso che hanno le montagne di queste parti.
Innanzitutto ti consiglio di passeggiare per le vie del centro e arrivare al porto, di rito la foto davanti al cartellone della città.
Cioccolata calda e porzioni stellari di torta ti aspettano nei bar o nelle pasticcerie.
I ristoranti sono famosi per i frutti di mare (d’altronde), abbi il coraggio di assaggiare i Centollas (granchi) talmente enormi che sembrano usciti da un film di fantascienza.
Particolare è la piramide che si vede nella piazza degli artigiani, si dice sia una capsula del tempo, all’interno video, musica per i posteri.
Se sei particolarmente interessato annota: apertura prevista nel 2492.
Non ripartire da qui senza il bollo sul passaporto “Ushuaia the southernmost city in the world“; puoi farlo presso l’ufficio del turismo, il museo della fine del mondo e la posta.
Io ho preferito quest’ultima, mi è sembrato più “professionale”.
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Ma veniamo a noi.
L’escursione principe è la navigazione sul canale Beagle.
Tutte le agenzie sparse per la cittadina o al porto la propongono, c’è quella in catamarano o in battello, le isole possono essere diverse, può esserci aggiunta o meno la visita all’Estancia Haberton.
Ovviamente i prezzi cambiano.
Le partenza sono per tutti uguali al mattino o dopo le 18, la notturna, che in estate diventa un eufemismo.
Non prenotarla da casa, se il tempo non lo consente (e te l’ho già detto del clima…) l’escursioni non partono e rischi di non riavere i soldi indietro, quindi occhio, datti il tempo per girare tra i chioschi o nelle agenzie di viaggio e aggiungi un giorno in più se vuoi avere più possibilità di farla.
Si naviga sul più grande cimitero di navi al mondo, e se come me trovi una temperatura piacevole e un vento lieve la prima bella immagine è la baia stessa.
Si vedono diverse isole, in alcune si scende per una piccola passeggiata, in altre si osservano, veramente da vicino, cormorani, leoni marini e pinguini di Magellano (della serie se non qui dove?).
Famosa è l’isola Les Escaireurs, dove si trova il faro (idem foto di rito) che, attenzione attenzione, non è il faro del romanzo di Jules Verne che si trova altrove.
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Sorella della precedente escursione è il Parco nazionale della Terra del Fuoco.
Io ne ho scelta una full day organizzata.
Con un pulmino si percorrono una quindicina di chilometri, si entra nel parco e si prosegue per una passeggiata nel bosco, dove si possono vedere alberi particolari, castori e un bel paesaggio, si arriva alla baia Ensenada Zaratiegui, è dal suo porticciolo con la bandiera argentina e quella della Terra del Fuoco che parte l’eventuale escursione per l’isola Redonda.
Si pranza in campeggio con carne alla brace e si riparte per baia Lapataia, ma stavolta in canoa (opzionale).
Un modo comodo, rilassante e divertente per gustarsi l’universo circostante, un tutt’intorno silenzioso e suggestivo, interrotto solo dal musino delle otarie curiose.
L’attracco e la passeggiata sulle passerelle regala un ultimo sguardo alla baia.
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Ancora una volta l’Argentina regala scorci commoventi e rimette in discussione la forza dell’uomo sulla natura.
Ma Ushuaia e la Terra del Fuoco sono il terrazzo sull’Antartide.
Questo continente bianco, il più freddo al mondo è grande come L’Europa e protetto da un trattato che ne vieta lo sfruttamento minerario (per quanto?).
Ammesso solo il turismo: le crociere.
E allora perché non fare 31 quando si è fatto 30?
Tanti sono i turisti che fanno questa esperienza indimenticabile e tante sono le agenzie che la propongono.
Si va da una alle 8 settimane, diverse le tipologie di navi.
Io ho perfino trovato un last minute da 3.500 euro a persona per una settimana, ma non mi è piaciuto il colore della nave, non si addiceva a quello dei miei pantaloni, figuriamoci alle mie tasche.
Articolo di
Silvia Balcarini