Cascata Torres del Paine

Cascata Torres del Paine – Foto di Silvia Balcarini

 

El Calafate è una fermata fondamentale, occorrono minimo 2 giorni per lo stretto necessario, (aggiungendo la visione di un altro ghiacciaio) e ancora di più per andare a El Chalten (anche qui i giorni si spenderebbero), oppure entrare in Cile (idem con patate).

Ti racconto i miei.

Dopo il Perito Moreno ho acquistato l’escursione, sempre di un giorno, denominata “Estancia Cristina”.

Il modus operandi è lo stesso.

Bus e salita su una piccola imbarcazione.
Durante il tragitto si ha la possibilità di vedere moltissimi piccoli iceberg, sassi e statue deformi ti circondano.
Diverso è il tragitto che si compie e molto più bello il panorama, la piccola nave passa per un lungo tragitto in una strettoia completamente circondata dal ghiaccio.
La sensazione è di essere su una spacca-ghiaccio in pieno circolo polare artico mentre invece siamo su uno “yacht” in un lago!

Navigazione verso il ghiacciaio Spegazzini

Navigazione verso il ghiacciaio Spegazzini – Foto di Silvia Balcarini

Ci si ferma a circa 100 metri dal ghiacciaio Spegazzini, poi si prosegue verso la baia Onelli.

Strane forme verso il ghiacciaio Spegazzini

Strane forme verso il ghiacciaio Spegazzini – Foto di Silvia Balcarini

 

L’attracco è vicino alla fattoria, l’estancia appunto.

Il percorso per arrivare al ghiacciaio Upsala è proposto con diverse formule, io ho scelto la 4X4, e avendo incappato in una giornata completamente nuvolosa, e a tratti piovosa, è stata la scelta corretta.

Ghiacciaio Upsala

Ghiacciaio Upsala – Foto di Silvia Balcarini

 

Con un breve e facile percorso, un falsopiano ricco di grandi sassi (particolare) si arriva al punto di osservazione: ancora una visuale diversa.

Il ghiacciaio infatti è più lontano e si può scorgere il lungo letto che prosegue all’orizzonte.

Il fronte che emerge dal lago è alto solo 70 metri mentre quello sommerso ben 500 metri!

Il pranzo è previsto alla fattoria correlato dal giro di essa e dal racconto di questa famiglia che altro non è che un esempio di vita di molti immigrati europei.
Se hai il pranzo al sacco puoi consumarlo tranquillamente nella sala da pranzo, così come ordinare qualcosa al bar.
Se invece il pranzo è incluso, bene, non te ne pentirai.

***

Da El Calafate partono escursioni per il Cile, in particolare per Torres del Paine.

Ti dico subito che è stancante: si parte la mattina presto e si torna con il buio.
Durata: 14-15 ore (si affrontano benissimo).

Torres del Paine Cile

Torres del Paine Cile – Foto di Silvia Balcarini

 

I viaggiatori ortodossi criticheranno la mia scelta, un’escursione di una sola giornata in uno splendido parco e in un altro paese è come mangiare una sola forchettata di un cibo eccellente.
Mea culpa.
Diciamo che sono andata a vedere se il Cile poteva entrare nella mia lista personale… C’è.

Guanachi e guanachi(ni)

Guanachi e guanachi(ni) – Foto di Silvia Balcarini

 

Via dallo zaino mele, banane o qualunque altra cosa mangereccia che non provenga da una bella fabbrica e che non sia SI-GIL-LA-TA.
Potresti essere arrestato per spaccio nazionale di pistacchi e questo non è né uno scherzo né un’esagerazione.
Fortunatamente” vista l’alta possibilità di arresto di decine di turisti ogni giorno, nella zona di frontiera c’è una stanza apposita in cui c’è il raggi X, si viene interrogati e a volte perquisiti, un panino potrebbe essere sfuggito.
Tutto perché cibo, semi, piante e tutto ciò che è naturale deve rimanere al di là dei confini per non alterare la flora e la fauna nazionale.

Hai mai visto i controlli nell’aeroporto di Sydney su Dmax? Una specie.

Eccoci in Cile, più precisamente nella riserva della Biosfera e Parco Nazionale di Torres del Paine (Unesco).

Riserva della Biosfera e Parco Nazionale di Torres del Paine

Riserva della Biosfera e Parco Nazionale di Torres del Paine – Foto di Silvia Balcarini

 

Il suo nome è dovuto alle 3 cime somiglianti 3 dita (Lavaredo?), scolpite dagli agenti atmosferici.

Lago Sarmiento, laguna Amarga, lago e fiume Pehoe, salto Grande, lago Nordenskjold, Cerro Almirante Nieto.
Sinceramente non so unire le immagini che ho in testa ai nomi suddetti (anche chi se ne frega).

Non ho annotato i loro nomi, ho soltanto vissuto il momento.

Gli spazi sono enormi ovviamente, il bus percorre una grande strada sassosa e deserta inghiottita da montagne, picchi innevati, laghi dalle sfumature diverse, e praterie patagoniche a tratti perfino verdeggianti.
Guanachi e uccelli.
Poco uomo e parecchia natura sembra essere lo slogan di Torres del Paine.

Ortodossia a parte, non posso che consigliartela questa giornata cilena.

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Fitz Roy da tutti chiamato El Chalten, è in realtà il primo la montagna e il secondo il villaggio ai suoi piedi.
Cerro El Chalten è famoso nel mondo, non per la sua grande altezza ma per la sua difficoltà nella scalata.

El Chalten è un pueblo che occupa un paio di strade, negozietti, ristori, noleggio materiali, tutto a misura di backpackers, infatti l’atmosfera è piacevole e tranquilla, per adesso.

Questa è la base di partenza per le escursioni sulla montagna.

Trekking sul cerro El Chalten

Trekking sul cerro El Chalten – Foto di Silvia Balcarini

 

Il minimo indispensabile sarebbero almeno due giorni dormendo in tenda, (attenzione al veeento) nei rifugi o tornando al villaggio.

Da El Calafate partono gli autobus che in 3 ore ti portano al villaggio.

I sentieri sono ben segnalati, puliti e si possono seguire senza guida.

Il centro de visitantes ti dà la cartina dove sono scritti anche i tempi di percorrenza di andata e ritorno.

Flora e fauna su El Chalten

Flora e fauna su El Chalten – Foto di Silvia Balcarini

 

Essendo un gruppo di tre persone e avendo controllato gli orari degli autobus ho deciso di effettuare questa escursione di un giorno (ahimè) con un auto privata (quasi un taxi) concordando con l’autista la partenza (prestissimo) e il ritorno.
Abbiamo così guadagnato 4 ore durante la giornata ed eliminato l’assillo che se non avessimo rispettato l’orario di discesa avremmo perso il bus (siamo stati puntuali).

Come se avessi scelto da un vasto menù la giornata montanara si è presentata così: temperatura mite, leggera brezza, sole (possesso di palla 80%).

Mi ero preposta di arrivare alla Laguna de los Tres e ci saremo arrivati se non fosse stato per il tempo bellissimo (mannaggia al sole!).
Fiori colorati, piante, ogni immagine costringeva a fermarmi per una fotografia e una pausa (a scanso di equivoci la camminata non ha creato nessun problema), addirittura farfalle, insetti e due condor.

Montagna allora vuoi che non cammini?
Eccomi quindi distesa a godermi la più vicina laguna Capri, in sana beatitudine.

Laguna Capri e ghiacciaio

Laguna Capri e ghiacciaio – Foto di Silvia Balcarini

E perché non pranzare qui e non osservarla da tutti i suoi lati? Così ho fatto.

Il ritorno largamente anticipato mi ha permesso l’acquisto di cartoline (il mio amuleto super collaudato) e obbligato a trangugiare un paio di torte, una dolce e una salata, always par condicio (e poi avevo anche camminato).

Articolo di
Silvia Balcarini