L’Africa sub-sahariana non è per tutti (e meno male), ma basta conoscerla un po’ e andare oltre certi stereotipi “del sentito dire” per decidere o meno di inserirla nella nostra personale travel-list.
Vediamo un po’ di stilare una lista di istruzioni che possano chiarire le idee.
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Safari
Si utilizza questa parola soltanto in senso generale.
Quando ad esempio si parla di safari in auto viene abbandonata per la parola game drive.
I game drive si possono suddividere in:
– Self game drive (sei tu con la tua auto): sicuramente più faticoso che essere accompagnati, ma la sensazione di libertà e l’avvistamento senza l’aiuto di nessuno è la bellezza del viaggio.
– Guided game drive: letteralmente guidati, ossia con il ranger che guida la jeep, in alcuni casi è presente anche l’avvistatore, il quale sarà seduto accanto alla guida oppure davanti, su un seggiolino posizionato sul cofano dell’auto.
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Guida
Tutte le guide hanno con sé un libro illustrato sulla flora e la fauna per aiutarti a capire.
Molti nomi di animali sono difficili da tradurre o addirittura vengono chiamati con un altro nome.
Nei casi in cui stai facendo self game drive utilizza la tua guida, che sai già essere fornita di foto di piante e animali, nella fattispecie quelli “minori”.
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Diurni e notturni
Non esistono self game drive notturni.
Quelli notturni sono sempre accompagnati, iniziano al tramonto e hanno una durata di circa 2 ore.
Sempre guidati sono i game drive mattutini, si parte prima dell’alba e si torna dopo circa 2 ore quando il parco non è ancora aperto al pubblico.
Per parteciparvi occorre dormire in strutture all’interno del parco o della riserva.
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Parco
Si intende parco quando è statale, National Park (NP) appunto.
Ne sono un esempio il Kruger in Sudafrica, l’Etosha in Namibia, il Serengeti in Tanzania, lo Tsavo in Kenya.
All’interno dei parchi si possono fare self game drive, che sono la maggior parte, solamente di giorno oppure guided game drive organizzati dal proprio lodge.
Le auto non possono uscire dai percorsi prestabiliti, per non perdersi e per non danneggiare la flora e la fauna.
Prima del tramonto devi trovarti all’uscita o entrare in uno dei campi pubblici dove passerai la notte.
Niente furbizie.
Se questo non avviene la direzione manderà una pattuglia di ranger a cercarti e ti farà una multa in dollari che non scorderai facilmente.
L’obbligo è di 40km/h, la guida deve essere fluida, niente partenze o frenate brusche, mai spengere la macchina specie vicino agli elefanti, le loro reazioni sono sempre inaspettate e non amichevoli.
Gli animali non devono MAI essere disturbati, chiamati, cibati, spaventati.
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Scelta del parco
Se è il tuo primo viaggio in Africa sicuramente sceglierai uno dei principali e più famosi parchi che il paese ha da offrire.
Se invece sei un appassionato o hai più tempo a disposizione, ti consiglio di vederne degli altri.
I parchi non sono tutti uguali: cambia la morfologia, ci sono parchi nazionali con parti desertiche meravigliose, e cambia la densità degli animali.
Soprattutto cambia la densità di animali specifici.
Se ancora non hai visto il rinoceronte bianco oppure se sei un amante dei branchi di elefanti la tua scelta dovrà essere più accorta.
Addo elephant park (già dal nome), o il Gombe Stream National Park per l’avvistamento degli Scimpanzé sono un’idea.
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Parchi trasfontalieri o trasnazionali
Nati da pochi anni sono formati da due o più parchi adiacenti divisi solo dal confine politico delle nazioni, adesso uniti per ampliare la libera circolazione degli animali.
Bellissima idea.
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Riserve private o game reserve
Molto più piccole di dimensione rispetto ai parchi, sono di proprietà privata.
Create per i viaggiatori internazionali che ambiscono in una settimana ad avere l’Africa pret-a-porter: lusso, zoo, e avventura organizzata.
In genere le riserve private sono situate ai margini dei grandi parchi nazionali ma non è sempre detto.
Qui i game drive sono tutti accompagnati, i ranger non hanno l’obbligo di rispettare i sentieri ma possono scorazzare ovunque, spesso sono in collegamento walky tolky tra le varie auto.
Il risultato è la sicurezza di vedere tutti i principali animali e più da vicino possibile.
La soddisfazione del cliente è assoluta.
Il comfort è alto, le jeep sono aperte o come spesso succede in Kenya e in Tanzania sono open-roof safari vehicle (spesso viene garantito, per la conformazione del veicolo il posto al finestrino apribile per ogni occupante… ottimo optional!), coperte durante il game drive notturno, bevande durante il percorso, aperitivo al tramonto in savana.
Riduttivo e superficiale definirli solo turistici, riescono a conquistarti e a stordirti.
Esperienza da fare.
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Centro tutela e ricerca della fauna
Definiti anche sanctuary, centre, project, rescue.
Sono centri per il ricovero, il recupero e lo studio degli animali selvatici feriti o in difficoltà.
Essi verranno reinseriti in natura oppure resteranno in cattività per tutta la vita.
Visitare un centro significa donare un piccolo contributo e vedere animali molto da vicino senza però essere allo zoo.
Può capitare anche di vedere animali recuperati dalla cattività, sequestrati nei circhi o tolti a padroni carnefici, in questo caso la visione degli animali è scioccante e il sentimento di vendetta assillante.
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Ok, per oggi ci fermiamo qui, i consigli da dare sono ancora tanti e nei prossimi giorni parleremo di abbigliamento, sport, come organizzare quando si hanno bambini, le vaccinazioni, e molto molto altro!!! 🙂
Articolo di
Silvia Balcarini