Panorama dalla salita al castello

Panorama dalla salita al castello – Foto di Mariangela Traficante

 

Sta diventando sempre più popolare, a giudicare dalla presenza dei turisti stranieri in città.

Molti di loro, va detto, arrivano dai Paesi vicini.

La Slovenia in fondo è piccola e permette di farsi visitare facilmente da Austria, Ungheria, Croazia e, naturalmente, Nord Italia.

Sto parlando della sua capitale, Lubiana, piccola anch’essa, una capitale da girare a piedi.

Se stai programmando un viaggio a Trieste, decidi di spingerti un po’ più in là: Lubiana è ad appena un’ora di strada e nell’arco della stessa giornata proverai la sensazione straniante di passare dall’atmosfera solare e mediterranea di una città aperta al mare ai colori ed agli umori mitteleuropei e un po’ “boemi” di una capitale piccola e giovane.

Solo, non dimenticare di acquistare, prima del confine, la cosiddetta vinjeta: obbligatoria per girare in autostrada in Slovenia, un po’ cara forse, il “taglio” più piccolo costa 15 euro.

Lubiana è una città verde, e sotto numerosi punti di vista.

Innanzitutto, quello più immediato.

Il centro storico è tutto un susseguirsi di viali alberati e piazzette, a cominciare dai salici piangenti che incorniciano i lungo-fiume.

E il colpo d’occhio si conferma se lungo la salita a piedi al castello vi fermate ad ammirarla dall’alto dai vari scorci che si aprono lungo il tragitto.

Ma Lubiana è verde anche perché è attenta all’ambiente: lungo il fiume fanno bella mostra di sé i box per la raccolta differenziata (al posto dei comuni cestini che si trovano in giro), e le fontanelle pubbliche invitano esplicitamente a bere la tap water ricordando l’enorme impatto ambientale delle bottiglie di plastica.

E noterai che in giro la gente si muove molto in bicicletta: lo puoi fare anche tu anche al servizio di bike sharing attivo in centro, Bicike (Lj).

Visitare Lubiana in primavera significa anche poter godere delle sue piacevoli serate all’aperto.

Protagonista è sempre il fiume, le sue rive e le stradine alle spalle, fulcro di ristorantini, pub, locali e passeggio.

Che a prima vista non diresti, visto che di notte la città si presenta con luci molto soffuse (per qualcuno forse anche troppo), un’atmosfera quasi intima, per noi abituati alla forte illuminazione delle nostre città, anche di notte.

Centro di notte

Centro di notte – Foto di Mariangela Traficante

 

Fin qui l’innamoramento del centro, gioiellino pedonale cui si aggiunge il fascino del fiume (che la domenica fa da cornice a un mercatino delle pulci nel tratto denominato Breg) e, soprattutto, dei suoi ponti: dei Calzolai, dei Draghi, il Triplice Ponte.

Ma preparati a qualche delusione quando ti lascerai alle spalle il fiume per raggiungere, verso l’esterno della città, quell’enorme polmone verde che è il parco Tivoli.

Inevitabile anche per Lubiana il segno del tempo dell’ex Jugoslavia, che trova il suo apice nei due grattacieli di piazza della Repubblica, 26 piani di grigio e realismo socialista, ma luogo comunque testimone della storia del Paese, immergersi in una città in fondo è anche questo.

Come tante città con la sua architettura e il suo spirito, anche il volto di Lubiana muta in fretta in base al tempo della giornata: luminoso se splende il sole, quasi un po’ gotico se la giornata è grigia.

Se trovi delle scarpe appese ai fili dell’elettricità per strada poi… perché succede anche questo, ma non si tratta di nulla di macabro né di un’installazione post-moderna.

Le scarpe appese lasciate dagli studenti stranieri

Le scarpe appese lasciate dagli studenti stranieri – Foto di Mariangela Traficante

 

A Lubiana gli studenti Erasmus o comunque in città per uno scambio universitario lasciano così il segno della loro presenza, a testimonianza del “good time” passato in città.

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Se ti avventuri nella lettura di guide e brochure su Lubiana prima di partire due sono i personaggi indissolubilmente legati alla città che vedrete nominati ovunque: Jože Plečnik e France Prešeren.

France Prešeren, poeta romantico del primo ‘800, è celebre nel Paese tanto che quando la Slovenia divenne indipendente fu scelta la settima strofa di un suo poema, Brindisi, come testo dell’inno nazionale.

La piazza a lui dedicata a Lubiana è uno dei principali punti di incontro e, curiosità, da una facciata della vicina via Wolfova ulica guarda simbolicamente nella direzione del poeta il rilievo della donna da lui amata, Julija Primic.

Plečnik è invece l’architetto nazionale, il cui nome aleggia ovunque in città ma non solo.

Nato nel 1872, lasciò sue testimonianze anche a Vienna ed a Praga, ma è suo soprattutto il rinnovo urbanistico di Lubiana (a cominciare da uno dei simboli della città, il Triplice Ponte), con in mente le forme classiche di Atene ma rivisitate e miscelate con elementi originali, anche esotici.

Il Triplice Ponte

Il Triplice Ponte – Foto di Mariangela Traficante

 

Dal mercato coperto al castello che domina l’enorme parco di Tivoli, camminerai spesso su una linea tracciata da Plečnik.

Puoi anche decidere a questo punto di disegnare la tua personale visita di Lubiana seguendo le orme dei suoi due “eroi”, un poeta e un architetto, mica condottieri e uomini di guerra…

Tutte le brochure di Lubiana consigliano anche di visitare il suo castello, che domina un’altura praticamente in pieno centro e dunque diventa una presenza familiare anche se a distanza.

Mercatino delle pulci lungo il fiume Ljubljanica

Mercatino delle pulci lungo il fiume Ljubljanica – Foto di Mariangela Traficante

 

Si visita in realtà abbastanza in fretta, bella la salita a piedi che offre il pretesto per ammirare il panorama e immergersi nella vegetazione, ma la vera piccola grande sorpresa è stata un’altra: in realtà oggi il castello punta a ben altra atmosfera, essendo anche luogo deputato per eventi e manifestazioni culturali.

Ma nel corso della sua storia fu anche prigione, e così, in una delle piccole sale, a sorpresa spunta in una teca la sentenza del Regno del Lombardo-Veneto con la quale si condannavano alcuni carbonari alla detenzione proprio qui, nel Ljubljanski grad.

Correva l’anno 1821, e anche piccoli momenti come questo ci aiutano a ricordare come, in realtà, la storia nostra e di Paesi come la Slovenia siano più intrecciate le une alle altre di quanto si pensi.

Articolo di
Mariangela Traficante