Ribattezzata “Cascata Paradiso” nel cartone animato strappalacrime UP, è il Salto dell’Angelo (Salto Angel in spagnolo): la cascata più alta del mondo.
Sgorga infatti a circa 900m di altezza con una caduta di acqua lunga più di 800 metri.
Solo questo conoscevo del Venezuela.
La natura di questo paese si offre in tutte le sue versioni e sempre all’ennesima potenza: quando vai in montagna sei sulle Ande, non percorri la pianura ma attraversi la verde savana, non cammini nella foresta, sei in Amazzonia e quando entri in acqua stai toccando il cielo.
Per la cronaca possiede anche un enorme lago di nome Maracaibo che non è propriamente un lago dato che una parte è aperta sul Mar dei Caraibi, se invece, come qualcuno fa, lo si considera un lago vero e proprio surclassa il lago Titicaca come il più grande del Sud America.
Non fare confusione però: il lago Titicaca rimane comunque il lago navigabile più alto al mondo!!!
Il Venezuela purtroppo non ha una buona nomea, spesso sule cronache locali ed internazionali, furti, rapimenti e omicidi riempiono le pagine.
Ma basta prestare un po’ di attenzione e conoscere un minimo la geografia di questo paese per rendersi conto che solo alcune aree sono veramente pericolose in particolar modo la sua capitale Caracas (nei peggiori bar di Caracas…).
Dalle mie letture il centro-storico è piccolo e conserva poche tracce dei periodo coloniale o forse saranno le numerose informazioni negative che la rendono poco interessante.
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Consiglio: Quando arrivi in aeroporto a Caracas non perdere mai di vista i bagagli, cerca di stare in gruppo, se devi usufruire di un taxi controlla bene che l’autista lo sia veramente.
Se necessiti del cambio, prenditi tutto il tempo per controllare i tassi, le spese, contare lentamente i soldi e controllare le banconote, non cambiare grosse somme di denaro ed evita il cambio in nero almeno qui in aeroporto.
L’edificio degli arrivi internazionali è separato da quello per i voli interni.
Il tragitto è brevissimo, meno di 5 minuti a piedi.
Io ho deciso di farmi venire a prendere da un collaboratore dell’agenzia, salire in auto nel parcheggio di fronte ed essere accompagnata all’altro edificio.
Questo è ciò che mi hanno consigliato i locali.
Niente allarmismi, ma aguzzare la vista e l’ingegno si.
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Per la serie “va dove ti porta il cuore” il mio ha preferito Mochima al più famoso Parco Nazionale Morrocoy.
Piccolo, tranquillo, sconosciuto villaggio, punto di partenza di piccole imbarcazioni che ti porteranno alle numerose calette vicino, dove sarai probabilmente in compagnia di poche persone.
Che disdetta!
Le calette hanno alle spalle il verde delle montagne e offrono un mare chiaro, liscio, dai colori verde smeraldo, invitante anche per i più restii all’acqua.
Ad ogni playa i tuoi piedi calpesteranno una sabbia differente: bianca, beige, persino arancio.
Durante il tragitto ho visto i delfini, fatto snorkeling in una zona chiamata La Piscina e visto un relitto affondato.
Ho soggiornato alla posada La Belina, di fronte all’attracco delle piccole barche dei pescatori, gestita molto bene da un italiano e dalla moglie venezuelana.
Qui ci sono tutti gli ingredienti di una vacanza: la posada è carina e accogliente, pulita, il cibo italiano e venezuelano è eccellente, la vista sul mare e le piccole luci del villaggio rilassante.
I proprietari, entrambi sempre allegri, non ti rimarranno indifferenti; se sei qui durante il periodo di Natale sarai scioccato per la quantità e la bellezza delle decorazioni natalizie: copri water e porta carta igienica compresi.
Io, fanatica dell’argomento, sono stata colpita e affondata.
To be continued…
Articolo di
Silvia Balcarini