Vientiane è una capitale anomala, un cantiere a cielo aperto che sembra correre senza controllo per afferrare un futuro che comunque non le sfuggirà.
In tutta la città si lavora con i ritmi e gli strumenti tipici del sudest asiatico per ristrutturare vecchi edifici o per costruirne di nuovi.
Ma soprattutto quello che caratterizza Vientiane sono le guesthouse a prezzi davvero stracciati, pronte ad accogliere viaggiatori provenienti da tutto il mondo.
La città, secondo un censimento del 2009, conta sulla sua area urbana composta da 5 distretti 250 mila abitanti (circa un terzo di tutta la provincia).
Ovunque si possono scorgere i tratti dell’ex dominio francese, dalle abitudini alimentari – diffuso il pane come baguette con numerose boulangerie – all’architettura con diversi edifici in tipico stile coloniale.
A ricordare il passato da colonia francese uno dei simboli della città, Patuxai, ovvero l’arco di trionfo della città.
Nonostante ci siano diversi templi e monumenti da visitare in questa città sulle rive del Mekong, secondo me, andando a Vientiane, non puoi perdertene due, entrambi templi trasformati in museo con ingresso a pagamento, Haw Phra Kaew e Wat Si Saket.
Per entrambe valgono le stesse regole:
Orario d’apertura: tutti i giorni dalle 8 a mezzogiorno e dalla 13 alle 16
Ingresso 5000 Kip (pari a circa 50 centesimi d’Euro)
Divieto di fotografare all’interno dei templi.
Abbigliamento decoroso per essere ammessi alla visita.
Haw Phra Kaew è antico tempio buddista che venne originariamente eretto nel 1565 dal Re Setthathirat I per ospitare il Buddha di Smeraldo (sia in lingua lao che in tailandese Phra Kaeo è la traduzione di Buddha di Smeraldo).
Questa statua è oggi ospitata a Bangkok nell’omonimo Wat Phra Kaew di cui ho parlato all’inizio di questo nostro viaggio in Indocina.
Secondo una delle leggende che ripercorrono la storia del Buddha di Smeraldo, questa statua venne realizzata in India intorno al 40 a.C. e da qui trasferita numerose volte, prima in Sri Lanka, poi in Birmania, da qui in Cambogia e poi in Thailandia; dalla Thailandia venne poi portata in Laos, prima a Luang Prabang e poi a Vientiane.
A Vientiane la statua rimase per oltre 2 secoli fintanto che l’esercito siamese invase la città saccheggiandola e portando la statua come bottino di guerra di nuovo in Thailandia dove si trova tuttora.
Il tempio venne poi distrutto (come il resto di Vientiane) all’inizio del 1800 e ricostruito fedelmente, rispettando l’architettura originale, circa un secolo dopo.
Nel XX secolo il tempio è stato trasformato in museo.
Oltre all’altare che ospitava il Buddha di Smeraldo, ad un trono dorato e a numerose opere d’arte contenute all’interno della sala del tempio, meritano uno sguardo attento le immagini di Buddha conservate all’esterno del tempio e le scalinate fiancheggiate da bellissimi “Naga” in pietra.
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Senza ombra di dubbio Wat Si Saket (o Sisaket) è uno dei più bei monumenti di Vientiane.
Si trova dalla parte opposta della strada rispetto a Haw Phra Keaw, a poca distanza dal Palazzo Presidenziale.
È l’unico tempio a non essere stato completamente raso al suolo dall’esercito tailandese durante il conflitto del 1828.
Questo complesso monumentale, oltre ad essere il più antico monastero del Laos che tuttora mantiene tale funzione, è un museo alquanto particolare: fra le sue mura sono infatti conservate 6840 immagini sacre di Buddha, molte delle quali rinvenute sotto terra durante i restauri avvenuti ad opera dei francesi nel 1935.
Originariamente il monastero e il tempio vennero costruiti per volere dell’ultimo Re del Laos nel 1818 secondo schemi architettonici caratteristici dello stile siamese.
Il giardino all’interno della prima cerchia muraria del tempio è molto ben tenuto e si presta per una breve passeggiata rilassante fra fiori e alberi tropicali.
Sono sicuro che non ti annoierai visitando questi 2 musei, aspetto solo di poterti portare ad assaggiare le specialità culinarie di questo paese in 2 ristoranti davvero interessanti.
Andrea