Piatti all'Evergreen Vegetarian Restaurant

Piatti all'Evergreen Vegetarian Restaurant - Foto di Andrea

 

Come ti avevo promesso eccomi di nuovo a parlarti di Phnom Penh, questa volta non di monumenti e musei ma di ristoranti e alberghi.

Nonostante Phnom Penh sembri ferma nel passato, lo sviluppo che sta avendo in questi ultimi anni attira un numero crescente di occidentali che trovano la loro opportunità di lavoro proprio in Cambogia, rendendo la città sempre più ricca di  vita e di locali dove prendere un aperitivo o gustare cucina internazionale, non solo Khmer.

Nei pochi giorni che ho trascorso a Phnom Penh mi sono ovviamente lasciato consigliare da mio cugino Sergio che oramai da 1 anno vive da expat in questa città che lui stesso potrà confermarti sta cambiando molto rapidamente.

La mia richiesta di provare la cucina tipica Khmer è stata ampliamente soddisfatta dal Khmer Surin che si trova in un bel locale al N° 9 di Street 57 (khmersurin(at)online.com.kh; telefono +855-(0)23 993 163).
Si tratta di un ristorante piuttosto turistico in una zona dove si trovano numerosi locali frequentati quasi esclusivamente da occidentali.
L’atmosfera è molto piacevole con un pianterreno che sembra un giardino tropicale dove siano stati collocati in ordine sparso i tavoli.
Il menù proposto è molto vario e abbraccia le diverse tipologie della cucina cambogiana.
I nomi sono in molti casi gli stessi dei piatti della cucina tailandese ma il sapore è decisamente diverso: con un certo disappunto ho potuto costatare che tendenzialmente la cucina Khmer prevede procedimenti di preparazione elaborati e ingredienti semplici accuratamente rielaborati ma, a differenza di quella tailandese, non è piccante.
La nostra cena ha previsto: granchio in latte di cocco (6 $ americani) e gambe di rana in salsa di lemongrass (5 $) come antipasto; una zuppa di “pesce e morning glory” (4,50 $), involtini primavera –freschi e fritti (6 $ in totale) e amok di pesce (4 $) come piatti principali.
Con poco più di 6 dollari a testa abbiamo cenato anche se confesso che le porzioni non erano proprio abbondanti.

Essendo mio cugino italo-venezuelano non potevano non provare l’unico ristorante che a Phnom Penh propone una cucina fusion che si ispira appunto a quella mediterranea e sudamericana con accostamenti asiatici: Tepui at Chinese House.
Al piano terra un piacevole ed elegante bar accoglie i clienti in un’atmosfera molto elegante mentre la sala da pranzo si trova al primo piano.
Oltre alla cucina decisamente interessante ma, a dire il vero, piuttosto cara per gli standard asiatici, il ristorante è stato realizzato in un edificio dei primi del ‘900 architettonicamente molto interessante: tetto, porte e colonne sono tipicamente in stile cinese mentre i pavimenti e le facciate sono in stile francese-coloniale.
Si trova lungo il fiume Tonle Sap in quello noto come “quartiere francese”.
Dal 2008 ospita, oltre al bar e al ristorante una particolare galleria d’arte.
I posti sono limitati quindi, soprattutto il fine settimana è meglio prenotare: Chinese House, 45 Sisowath Quay, +855-(0)23991514, antonio(at)tepui.asia.

L’altra parte delle nostre origini ci ha portati al ristorante Luna D’Autunno (6C Street 29, +855-(0) 23220895) che, come lascia capire il nome, è un ristorante che propone piatti della cucina italiana.

Piatti al ristorante Luna D'Autunno

Piatti al ristorante Luna D'Autunno - Foto di Andrea

 

Non si tratta di un locale gestito da italiani ma la cucina è davvero buona (relativamente agli oltre 10 mila chilometri che separano Phnom Penh dall’Italia).
Si può mangiare sia all’aperto che nelle sale con aria condizionata.
La pizza è cotta su forno a legna e la pasta di produzione artigianale ha come unico difetto quello di avere la sfoglia tropo spessa.

Completamente diverso ma sicuramente interessante l’esperienza gastronomica fatta all’Evergreen Vegetarian Restaurant (109, St 130, Sangkat Phsar Chas, telefono +855-16666159), un modesto locale a gestione familiare in cui un mix di cucina cambogiana, cinese e giapponese viene riproposta in chiave completamente vegetariana.
I prezzi sono davvero contenuti e i proprietari sono molto gentili ed ospitali.

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Per quanto riguarda i pernottamenti non ho il minimo dubbio che fra le due strutture provate la seconda è di gran lunga da preferire.

Manor House

Manor House - Foto di Andrea

 

La prima notte a Phnom Penh ho dormito al Manor House (#21, St.262, Daun Penh alle spalle del Mobitel Head Quarter- Street 240 Area), un albergo che si autodefinisce “gay/straight friendly boutique hotel” e che consente solamente a persone sopra i 18 anni di soggiornare.
Ha solamente 12 camere (unico carattere a mio parere da Boutique Hotel) e l’arredamento piuttosto fatiscente.
In compenso è pulito, ha una piccola piscina e costa intorno ai 15 $ a persona colazione inclusa.

Monument Hotel

Monument Hotel - Foto di Andrea

 

Per la stessa cifra ho poi soggiornato al Monument Hotel, una deliziosa struttura a pochi passi dal Indipendence Monument aperto pochi giorni prima del mio soggiorno (gennaio 2012).
Le stanze sono piuttosto piccole ma tutte ben arredate, pulite e accoglienti.
Ottima l’idea del “ristorante” all’ultimo piano da cui si gode di una piacevole vista della città.
La piscina è un tocco in più per rilassarsi dopo una giornata nella polverosa Phnom Penh.

La prossima volta ti porterò alla scoperta di Sihanoukville.

Andrea