Ero in libreria e devo proprio ammettere che questo titolo ha catturato la mia attenzione “Mangiarozzo” tanto da farmi dire “Aspetta un po’…” e subito questa raccolta di ristoranti e osterie d’Italia è finita tra le mie mani.
Un titolo sicuramente inusuale e se noti non lo chiamo questo libro “guida” perché, non solo il titolo è un po’ fuori dal coro di tutte le “enciclopedie” che raccolgono ristoranti più o meno stellati, ma anche lo stile, il contenuto e la modalità con cui è scritto.
L’autore di Mangiarozzo è Carlo Cambi e proprio con questa “antiguida”, che tra l’altro è alla settima edizione, propone una panoramica di luoghi dove la cucina italiana e, soprattutto le tradizioni del nostro territorio, fan da padrone.
I locali inseriti rispettano questi parametri: essere di tipo storico o trovarsi in località storiche, praticare una cucina di tradizione e di territorio, a gestione familiare, far pagare un pranzo non più di 45 euro a persona (bevande escluse).
Carlo Cambi, di origini toscane, è un giornalista e critico.
Lo troviamo prima al giornale «Il Tirreno» e poi a «la Repubblica», dove rimane per circa vent’anni.
E’ il fondatore di un settimanale di turismo a noi caro: «I viaggi di Repubblica», che dirige fino al 2005.
E’ una firma di numerose testate: da «L’Espresso» a «il Venerdì di Repubblica», da «Affari e Finanza» a «Epoca» e «Panorama».
E’ anche Sommelier honoris causa dell’AIS, è tra i fondatori del Movimento Turismo del Vino.
Per il Mangiarozzo, edito Newton Compton, l’autore sposa questa filosofia: nessuna pubblicità.
Nessuna recensione commissionata a pagamento o simili.
Una scelta sicuramente diversa da molti altri e certamente più ”reale” per noi lettori.
Quello che si percepisce è proprio una sorta di ritorno al gusto, di ricerca dell’autentico e della riscoperta.
Uscire dai canoni classici o imposti da altre fonti per permetterci di assaporare ciò che davvero, anche se non è nelle top ten dei ristoranti etichettati come i più prestigiosi, è da gustare, godere e che merita di essere conosciuto.
Cambi stesso afferma che lui e i suoi collaboratori hanno visitato personalmente i locali che si trovano nel libro, ma lascia a noi lettori la facoltà di stabilire se quel che abbiamo trovato è buono o meno.
Nessuna classifica, nessun “questo è più di quello” perché ognuno deve vivere la sua personale esperienza, proprio perché anche una cena o un pranzo sono momenti che ognuno di noi vive in maniera differente e strettamente personale.
Sono molti gli ingredienti che rendono un luogo fisico un momento da ricordare, quindi non solo la cucina, non solo l’ambiente, ma anche il tuo “esserci” e come tu lo vivi.
Carlo Cambi concede solo una piccola chicca: i “Dieci da non perdere”, da considerare come i locali che “lo hanno emozionato”, quindi ancora una volta non si parla di più buono o più cattivo.
Ed eccoli qui:
Ristorante Clemente di Sulmona (AQ)
Oasis Sapori Antichi di Vallesaccarda (AV)
Trattoria Antichi Sapori di Andria
Ristorante Pret a Porter di Bagno di Romagna (FC)
Il Coccorone di Montefalco (PG)
Da Delfina di Carmignano (PO)
Ristorante Il Goccino di Lucignano (AR)
Casa del Vino della Vallagarina a Isera (TN)
Il Cantuccio di Matera
Ristorante La Vecchia Cartiera a Fabriano (AN).
Il primato che rivendica questo libro, e motivo per cui son qui a scrivertene, è di portare all’attenzione una serie di ristoranti e luoghi dove la gestione è familiare, i piatti sono quelli legati all’agricoltura di specialità e, soprattutto, il conto è leggero.
Anzi per i lettori quasi il 40% delle trattorie recensite offre uno sconto o un omaggio.
Il costo di questo libro è 19,90 euro, ma guarda in internet perché da Amazon a Feltrinelli ci sono molti sconti e lo puoi pagare anche meno.
Articolo di
Irene