Giro del mondo

Giro del mondo

 

Lasciare il lavoro, alcune volte i propri affetti per realizzare un sogno, quello di fare il giro del mondo: è il desiderio di tanti ma sono in pochi, per vari motivi, a realizzarlo.

Lo scorso anno in tanti lo rispolverano dopo la visione del film “Mangia Prega Ama” diretto da Ryan Murphy, con Julia Roberts, basato sul libro omonimo e autobiografico di  Elisabeth Gilbert.

Una donna con una vita apparentemente perfetta, un matrimonio, una bella casa e un buon lavoro, ma dentro di se è più forte il desiderio di allontanarsi da tutto ciò.

E così dopo il divorzio Elizabeth decide di lasciare tutto e intraprendere un viaggio intorno al mondo.

In tanti come lei hanno deciso di mollare tutto per inseguire quella che per molti è una pazzia.

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Qualche anno fa ricordo che sul web girava il video di due ragazzi spagnoli che stanchi delle angherie subite al lavoro dai loro superiori decisero di fermarsi per 14 mesi: per chi fosse curioso può trovare il simpatico video sul web alla voce: Travelling around the world for 6000 euros

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Rob Thompson è invece un neozelandese che, dopo essersi “riscaldato” con 12.000 chilometri in bicicletta da Londra a casa attraverso l’Asia, ha preso il suo skateboard, lo ha attrezzato con un carrellino per trasportare il necessario ed è partito dalla Svizzera il 25 giugno 2007 per arrivare a Shangai, il 28 settembre 2008, cioè 11.600 chilometri dopo.

Puoi leggere della sua straordinaria avventura sul suo sito.

Il viaggio lo ha affrontato da solo, sacrificando per circa due anni affetti e carriera, ma, come dice nel suo blog, ne è valsa la pena perché ha conosciuto il mondo in maniera diversa uscendo da questa avventura decisamente più arricchito.

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Ludovic Hubler, è invece un ragazzo francese che a 25 anni ha deciso di partire in giro per il mondo facendo l’autostop, e che è tornato dopo 5 anni di viaggio durante il quale non ha mai pagato un cent per il trasporto.

59 stati attraversati, pagandosi le traversate via mare lavorando sulle imbarcazioni che lo avevano raccolto nei porti del mondo, vivendo con una media di 10 dollari al giorno.

Pazzesci e curiosi i numeri del suo viaggio: 170.000 chilometri percorsi, 1.300 auto e camion che hanno dato un passaggio a Ludovic, 20.000 (circa) le ore spese nelle stazioni di servizio aspettando un passaggio; 28 ore la massima attesa per un passaggio contro i 25 secondi di attesa più breve per saltare dentro una macchina.

5 e 1/2 il numero massimo di giorni con un singolo passaggio (per attraversare il Sahara), 1.700  chilometri per viaggiare da Florianópolis in Brasile a Buenos Aires in quello che è stato il suo passaggio più lungo.

1.000.000 circa le auto che gli son passate davanti senza fermarsi, 22.000 le foto scattate durante il giro del mondo, 25.000 euro spesi in 5 anni, 7 chili persi, O (zero) episodi di violenza subiti e 1 pianeta visitato.

Numeri che a me fanno venire i brividi ma forse anche a Ludovic dal momento che al suo rientro il suo commento è stato: “Mai più”.

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Ovviamente non posso non citare Jean Béliveau, un uomo di  56 anni canadese, subito ribattezzato  il nuovo Forrest Gump.

Lui, però, non corre, cammina.

E camminando ha effettuato  il suo viaggio intorno al mondo tornando lo scorso 19 ottobre dopo 11 anni, e ben 53 paia di scarpe consumate nei 64 diversi paesi attraversati per più di 75 mila chilometri percorsi con la sola forza delle sue gambe, trascinando con sé una carrozzina a tre ruote, la «casa-valigia» che l’ha accompagnato per tutto il tempo.

Béliveau ha sempre avuto un obiettivo: prese infatti questa decisione in seguito al fallimento della sua impresa nel 2000 decidendo di portare avanti un progetto di pace in favore dei bambini: col suo viaggio ha voluto invitare tutti a vivere in pace e lottare per essa, nonostante le diversità che lui stesso ha potuto constatare nei paesi attraversati.

La sua “impresa” gli è valsa il riconoscimento dell’Unesco che l’ha inserita nel progetto per la pace a favore dei bambini.

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La cosa interessante di queste avventure è che non sono poi così isolate, il web è pieno di racconti di giovani, e non, che decidono di abbandonare casa, lavoro e tante volte la famiglia per girare il mondo.

E tra australiani, canadesi, inglesi e neozelandesi si trova anche qualche italiano, uno di loro, Massimiliano Felici di 36 anni, è partito il 2 marzo scorso da Saluzzo per fare il giro del mondo in bicicletta, in solitario, prevedendo l’arrivo al “traguardo” in 4 anni.

Noi saremo qui a raccontarlo, o chissà magari a raccontare il tuo giro del mondo.

Articolo di
Bianca Ferracani