L’isola di Socotra è un’isola particolare, di quelle che potrebbero esistere solo nella fantasia avvolta com’è nel mistero e forse anche per questo meta desiderata di molti viaggiatori, compresa chi ti scrive.
Da poco aperta al turismo, l’isola di Socotra centellina tutt’ora le presenze turistiche nell’ottica della tutela e della biodiversità che la rende unica al mondo.
Socotra appartiene geograficamente all’Africa, ma è stata legata da interessi commerciali e strategici all’India e fa parte politicamente dello Yemen, motivo che la rende ancora di piu’ irrangiungibile data la situazione tesa in molte aree del paese mediorientale per il quale dal 23 marzo scorso è stato proclamato lo stato di emergenza.
Visti i violenti scontri e gli attentati nella regione settentrionale della capitale Sana’a, non è in questo momento possibile raggiungere l’isola visto che è obbligatorio lo scalo nella capitale prima di prendere un altro volo per Hadibo, la principale città di Socotra.
Sebbene l’isola sia stata fino al 2002 una metà sconosciuta ai piu’, Socotra, il cui nome in sanscrito significa “Dimora della felicità”, era nota ai Greci e ai Romani che vi avevano aperto un’importante porto di scambio con il mondo arabo e indiano.
Gli Egizi furono però i primi ad esplorarla e a “saccheggiarla” di incenso, mirra ed altre resine aromatiche che fecero la fortuna dei suoi abitanti.
Fu allora che nacquero numerose leggende sull’isola, legate probabilmente alla flora e alla fauna presenti sul territorio e che non si trovano in nessun altro luogo del mondo, forse perché i profondi abissi marini l’hanno isolata fin dal terziario dalle masse continentali contribuendo a renderla un luogo unico per la biodiversità.
Non è un caso che l’isola sia definita come le Galapagos dell’Oceano Indiano: delle oltre 800 specie di piante presenti quasi il 40% è unico al mondo; lo stesso vale per il 90% dei rettili, tra cui molte specie di serpenti endemici, senza contare le quasi 200 specie di uccelli presenti sull’isola di cui 44 stabili e molte di esse a rischio estinzione.
253 le specie di coralli che hanno dato vita a una meravigliosa barriera corallina a cavallo tra il Mar Arabico e l’Oceano Indiano, paradiso per i sub e gli amanti dello snorkeling.
Oltre mille le specie tra pesci e crostacei, quattro le specie di tartarughe a rischio estinzione.
Un’inestimabile patrimonio naturale al quale si aggiungono paesaggi selvaggi e dall’aspetto primordiale: foreste, intervallate da aride montagne, bizzarre formazioni rocciose, spiaggie bianchissime e alberi dalle forse stranissime.
Su tutti l’albero del sangue di drago tipico dell’isola, che pare disegnato tanto sembra irreale, e sul quale si sprecano le leggende legate alle proprietà della sua resina.
I racconti dei pochi impavidi viaggiatori approdati sull’isola nel passato parlano di una terra ricca di magia, un’isola che per sei mesi l’anno risulta irraggiungibile a causa delle tempeste monsoniche senza tralasciare che la mancanza di approdi facilitati la rende poco praticabile nei restanti sei mesi.
Ti basti pensare che la prima e unica pista di atterraggio, nella città di Hadibu risale a nove anni fa e che in precedenza l’isola si raggiungeva, come ancora oggi, via mare dal porto di Mukalla.
Chi ha la fortuna di raggiungerla sa bene che a Socotra non ci sono resort di lusso con tutti i comfort, ma solo piccole strutture gestite a carattere familiare e tutte concentrate ad Hadibu che insieme a Qalansyiah raccoglie quasi tutti gli abitanti dell’isola.
Nell’interno solo piccoli centri, abitati per lo piu’ da pastori, e lungo le coste piccoli villaggi di pescatori.
Ma è proprio anche grazie all’impegno dei Socotri che l’isola sostiene da un decennio un turismo sostenibile: l’impegno del governo Yemenita e delle associazioni di volontariato hanno rappresentato un sistema vincente che tiene ancora lontane le infrastrutture alberghiere e il turismo di massa, inserito nel 2008 tra i patrimoni naturali dall’Unesco.
Grazie alla calorosità dei suoi abitanti che favorisco i rapporti con i visitatori che possono alloggiare presso i villaggi a contatto con i socotri riuniti spesso in piccole cooperative per l’organizzazione di escursioni, Socotra rimane custode di un territorio dalla bellezza incomparabile capace di farci sognare, nell’attesa di poterci andare per verificare se è davvero “reale”.
Articolo di
Bianca Ferracani