Foto di Fausta B.
Nel cuore della Pianura Padana, in provincia di Piacenza sorge un imponente complesso monastico restaurato e conservato dedicato a Santa Maria Assunta, L’ABBAZIA CISTERCENSE di CHIARAVALLE della COLOMBA.
E’ facilmente raggiungibile perché ben segnalata dai cartelli turistici all’inizio del centro abitato di Alseno, un paese che si snoda lungo la Via Emilia.
Percorsi alcuni km in aperta campagna si arriva al paesino di Chiaravalle della Colomba, sorto intorno all’Abbazia molti secoli or sono.
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E’ una meta particolare che mi sento di raccomandare a chi ama visitare le pievi, le abbazie e i complessi monastici che hanno fatto la storia delle zone in cui sono stati edificati.
Alle persone a cui interessa questo tipo di turismo alla scoperta dei prodotti tipici, della vita spirituale e materiale che distingueva e distingue i monaci dalle altre persone del tempo.
Infine a chi ama entrare in questi luoghi carichi di “SILENZI” e di “PACE” dove quando si lascia alle spalle il portone d’entrata la sensazione è quella di trovarsi in un posto senza tempo.
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Prima di tutto vi voglio raccontare brevemente la storia di questo monastero.
L’Abbazia è stata fondata da San Bernardo di Chiaravalle stesso attorno al 1135.
Bernardo era figlio di un vassallo dei duchi di Borgogna, nel 1113 all’età di 22 anni arrivò a Citeaux con l’incarico di dare vita a nuovi monasteri e due anni dopo fondò il monastero di Claivaux (da cui deriva il nome italiano di Chiaravalle), di cui fu abate per tutta la vita.
Il suo compito era diffondere l’ideale di vita dei monaci cistercensi attraverso la costruzione di abbazie “figlie” che però facevano tutte capo alla prima da lui fondata.
Chiaravalle della Colomba appartiene ad una delle prime fondazioni affiliate, nello stesso anno venne costruita anche l’abbazia di Chiaravalle Milanese.
Il complesso monastico è sorto quando Bernardo ha accolto le suppliche di aiuto del vescovo Arduino di Piacenza e del suo popolo.
Era tipico dei monasteri cistercensi, infatti, insediarsi in zone disagiate, lavorando attivamente per coltivarle e bonificarle, in tal senso è celebre il motto: ORA ET LABORA.
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I Cistercensi si sono segnalati per:
– austerità, preghiera, silenzio e duro lavoro;
– adozione del sistema di filiazione tra Abbazie;
– dedizione al lavoro dei campi, impiantando nuove colture, sempre nel rispetto dell’ambiente circostante, originando un incremento e un potenziamento dell’economia agricola dei luoghi dove sorgevano le Abbazie;
– le zone in cui venivano costruiti i complessi monastici erano sempre pianeggianti e non erano certo pittoreschi ma bisognosi di bonifiche;
– il loro abito è bianco con scapolare nero.
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La leggenda vuole che l’appellativo “della colomba” venne dato dai monaci nel momento in cui videro una candida colomba volteggiare davanti ai loro occhi e delineare con delle pagliuzze il perimetro del complesso monastico.
Tuttavia è molto più probabile che l’intitolazione a Santa Maria della Colomba si riferisca alla discesa dello Spirito Santo sotto forma di colomba nel grembo di Maria al momento dell’Annunciazione.
Nel corso dei secoli il monastero ha avuto alterne vicissitudini.
Nonostante sia stato preda di saccheggi e di incendi riuscì sempre a rifiorire e ad ampliarsi grazie alla tenacia dei monaci cistercensi, fino al 1800 quando in epoca napoleonica con due decreti vennero confiscati i beni e venne soppresso come istituzione.
I monaci furono allontanati, i terreni e i fabbricati diventarono proprietà degli Ospedali Civili di Piacenza.
Sino al 1937 rimase soltanto un abate-parroco e purtroppo il complesso monastico divenne preda di incuria e di abbandono.
Dopo tale anno Don Bertuzzi – l’ultimo abate rimasto – convinse il Vescovo di Piacenza a richiamare i monaci che vennero dall’Abbazia di Casamari.
I monaci, venuti dalla casa madre che ha sede nel Lazio in provincia di Frosinone, assunsero la cura della parrocchia e del complesso monastico e diedero inizio ai tanti lavori di restauro che si protrassero per molti anni.
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Oggi alcuni di loro vivono ancora nell’Abbazia e si occupano di diffondere i prodotti tipici dei monaci quali i liquori, le tisane, il miele, i profumi.
Ospitano dei convegni di studio e dei ritiri spirituali nei locali adiacenti al duecentesco chiostro.
Nelle celebrazioni dell’anno liturgico il momento più importante e famoso che si svolge a Chiaravalle della Colomba è il CORPUS DOMINI NEL MESE DI GIUGNO.
Durante la festa si può ammirare lungo la navata centrale della chiesa lo stupendo tappeto di fiori, noto come “INFIORATA” che parte dall’ingresso e arriva al presbiterio composto dai monaci con l’aiuto dei giovani del luogo e che raffigura motivi sacri ed eucaristici.
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Foto di Fausta B.
Oltre la chiesa, di quello che era il monastero all’epoca medioevale, oggi possiamo ammirare i quattro corridoi del chiostro, la sacrestia, l’aula capitolare ed il dormitorio.
Imponente, anche se privo di sculture e di decorazioni, altissimo, molto luminoso… questi sono gli aggettivi che mi sento di dire per descrivere il suggestivo interno della basilica!
La pianta è a croce latina e le tre navate sono in stile tipicamente romanico con due altari nella navata di destra ed altrettanti in quella di sinistra, mentre in quella centrale prima dell’altare maggiore si trova un organo antico a cui si accede tramite una scala in legno.
Uscendo sul lato destro della chiesa si accede al chiostro del 1200 perfettamente conservato, molto bello, di notevole impatto visivo e con un’eccezionale prospettiva.
E’ di forma quadrata, i quattro lati sono formati da altrettanti corridoi con volte ad ombrello, la parte scoperta del chiostro adibita a giardino è abbellita con piante d’ulivo, anch’essa è quadrata ed è esattamente la metà di quella coperta.
Percorrendo questi corridoi si arriva alla liquoreria dei monaci, alla sala capitolare posta ad un livello più basso rispetto al piano del chiostro, alla sacrestia ed alla scala che porta al piano superiore in quello che un tempo fu il dormitorio dei monaci.
Tutti gli spazi elencati al giorno d’oggi possono ospitare convegni, riunioni e ritiri spirituali.
Quando sono andata a visitare il monastero, nella SALA CAPITOLARE erano esposti dei grandi pannelli esplicativi che rappresentavano le varie tappe dei lavori di restauro avvenuti nel corso degli anni fino ai giorni nostri, al centro della sala un plastico del monastero com’era ai tempi di maggiore espansione e sul lato destro erano esposte molto immagini delle “INFIORATE” che si sono susseguite negli anni.
Al piano superiore NELL’EX DORMITORIO, oltre ad un presepe artistico, altri pannelli raccontavano la storia della Comunità Cistercense dalla fondazione ad oggi e in particolare dove sono e quante sono attualmente le Abbazie presenti in Europa ed in Italia.
Dalla SAGRESTIA (adibita a messa durante i giorni feriali) si può accedere di nuovo direttamente alla Basilica.
L’Abbazia di Chiaravalle si può visitare tutti i giorni sia feriali che festivi ma con orari diversi:
Feriali 8.30-11.30 e 14.30-17.30
Festivi 8.30-12.00 e 14.00-18.00
L’ingresso è ad offerta libera.
Foto di Fausta B.
Ciao ciao
Fausta