Dormire nei conventi è un modo per fermarsi a riflettere, ma anche per ammirare paesaggi mozzafiato, visitare monumenti storici, prendere parte alle numerose attività con i monaci che vi abitano e assaggiare vini e cibi genuini: luoghi dello spirito dunque ma non solo.
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Sulla cima di una roccia, tra faggi e abeti sorge il Santuario della Verna.
E’ questo il luogo scelto da San Francesco per ritirarsi in silenzio e in preghiera ed è qui che ricevette le stimmate nel 1224.
Da allora La Verna è meta di pellegrinaggi ma nonostante ciò non ha perso la sua semplicità e insieme alla misticità del luogo ne fanno meta ideale per trascorrere alcuni giorni in questo santuario.
Accolto/a dai frati potrai scegliere se condivider con loro i momenti di preghiera e di raccoglimento oppure ritagliarti il tuo momento negli spazi che i frati mettono a disposizione.
E’ questo il luogo ideale per fare una pausa dalla nostra vita a volte frenetica il tutto immerso nella natura piu’ pura: il santuario infatti è situato nel parco nazionale delle Foreste Cosentine sull’Appennino Toscano.
Il Sacro Sasso sulla cui sommità fu edificato il Santuario, la grotta dove San Francesco riposava e che infatti prende il nome di “letto di San Francesco”, e la Cappella delle Stimmate sono alcuni dei luoghi per lo spirito, che trarrà comunque giovamento dallo spettacolare paesaggio intorno.
Per i singoli ed i gruppi che vogliono fermarsi nel Santuario è possibile trovare diverse tipologie di accoglienza: per chi desidera fermarsi per pregare assieme ai frati la foresteria dispone di numerose camere, con riscaldamento, servizi e doccia; il necessario per chi vuole trascorrere un periodo di preghiera.
I prezzi per la pensione completa sono di 55 euro per un giorno e 46 euro per permanenze di almeno 3 giorni.
Per gruppi autogestiti (con un minimo di 20 persone, di età compresa tra i 17-30 anni), che desiderano trascorrere alcuni giorni in questo luogo ricco di spiritualità viene messo a disposizione il Tau.
In questo caso è necessario portare lenzuola o sacco a pelo, asciugamani personali, cucinare il proprio cibo, e fare le pulizie e il riordino del Tau alla fine della permanenza.
I frati sono a disposizione per incontri e invitano a partecipare ad almeno un momento di preghiera della comunità.
L’insieme di storia, spiritualità, arte e natura fanno della Verna un luogo unico raggiungibile comodamente anche con i mezzi pubblici: si puo’ prendere il treno fino a Bibbiena e poi da Bibbiena il pullman per Chiusi della Verna.
Servizi, accoglienza, orari, contatti e ogni altra informazione è reperibile sul sito del santuario:
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Lo stesso stretto rapporto tra natura e spirito lo si puo’ ritrovare poco distante dal Santuario di La Verna, nell’Eremo di Camaldoli.
L’Eremo di Camaldoli si trova nei pressi dell’omonima località, in provincia di Arezzo, a circa 1100 metri s.l.m, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Fu fondato da San Romulado nei primi anni dell’XI secolo ed è la casa madre della Congregazione benedettina dei camaldolesi.
Qui l’ospite che vuole riposarsi o pregare viene invitato dai monaci a momenti di ascolto, di dialogo e di confronto dentro le mura del convento e nei chiostri ma anche immersi nella tranquillità del verde.
La foresta attorno all’Eremo è stata curata fin dal Medioevo attraverso il rimboschimento ogni anno di circa 4.000 nuove piante.
Qui è possibile scoprire anche l’attività farmaceutica dei monaci, con l’antica farmacia risalente al 1513.
L’Eremo solitamente chiude dai primi di gennaio all’inizio della Quaresima.
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Spostandoci di regione e precisamente a Bardolino in provincia di Verona si trova l’Eremo di San Giorgio, qui i monaci coltivano olivi nei dieci ettari che circondano l’eremo, producendo olio e non disdegnando l’aiuto dei visitatori, che decidendo di passare qui qualche giorno possono aiutarli nei lavori agricoli.
Qui l’ospitalità è sinonimo di ritiro spirituale: dieci stanze singole per chi cerca un momento di silenzio e raccoglimento.
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A Rieti ai piedi del monte Acuziano si trova l’Abbazia di Santa Maria di Farfa, un luogo pieno di pace e serenità, dichiarata nel 1928 monumento nazionale per la bellezza architettonica del monastero e della basilica.
L’abbazia inoltre era uno dei monumento piu’ importanti del Medioevo europeo tanto da avere il patrocinio di Carlo Magno: trascorrere qualche giorno qui è dunque anche l’occasione per visitare la basilica e la torre campanaria di epoca carolingia con i suoi bellissimi affreschi.
L’”orto dei semplici” è un modo per recuperare una tradizione andata persa e che i monaci stanno tentando di far rivivere allestendo l’orto con erbe officinali e medicinali, e dedicandosi inoltre alla produzione di miele, liquori e marmellate.
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Nell’Abbazia Madonna della Scala di Noci in provincia di Bari, il canto gregoriano è una testimonianza di una tradizione custodita gelosamente e la cui armonia rimane tra le sue mura che ospitano anche un patrimonio di quasi 60.000 volumi non soltanto pubblicazioni teologiche ma anche riviste e volumi accuratamente rilegati.
Nel laboratorio dell’Abbazia i monaci dal 1964 riportano a nuovo documenti e pergamene.
Nei monasteri si possono dunque ammirare ricche biblioteche e osservare i religiosi nell’antica arte del restauro del libro.
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E’ quello che avviene anche nella biblioteca del Santuario di Santa Maria di Gibilmanna a Cefalu’, secondo la tradizione uno dei sei monasteri benedettini che San Gregorio Magno fece erigere a proprie spese nel VI secolo.
Il santuario siciliano sorge sul fianco di Pizzo sant’Angelo in una zona di castagni e querce a pochi km da Cefalù, in una cornice unica tra l’azzurro del mar Tirreno e il verde intenso del Parco della Madonie: un luogo di pellegrinaggio ma anche un’oasi di pace in cui trascorrere una giornata in piena tranquillità.
Qui l’ospitalità si apre solo d’estate al costo di circa 40 euro per alloggio e pranzo a persona.
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Il restauro del libro caratterizza anche l’attività del monastero benedettino di San Pietro in Sorres in Sardegna, dove i monaci hanno attrezzato una foresteria per accogliere i visitatori.
Articolo di
Bianca Ferracani