Il Museo Egizio del Cairo è il più famoso e ricco al mondo, la sua dimensione però non è pari alla sua fama.
Non è infatti molto esteso in superficie ma ospita la più completa collezione di reperti archeologici dell’Antico Egitto, e per chi conosce la storia di questa terra il fatto che sulle sponde del Nilo si rinvengano ancora reperti antichi è un miracolo.
In seguito ad invasioni napoleoniche, colonialismo inglese e francese, la passione per l’egittologia che nell’ottocento imperava tra studiosi e archeologi molte opere che hanno segnato la storia millenaria della civiltà del Nilo sono state sparpagliate in tutto il mondo.
Vi sono sicuramente più obelischi fuori dall’Egitto che nelle sue terre, e molti importanti Musei in grandi città possiedono intere sezioni dedicate agli oggetti sottratti nei secoli alla terra dei faraoni.
Fu grazie al francese Auguste Mariette che fu fondato nella metà dell’Ottocento il Museo Egizio del Cairo.
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E’ disposto su due piani, entrambi di forma rettangolare, con una serie di stanze che si aprono attorno ad un atrio centrale e collegate da un corridoio.
Consiglio vivamente di visitare il museo accompagnati da una guida esperta, solo così si può apprezzare pienamente il valore di ciò che si sta vedendo, perchè ogni oggetto, la sua fattura e la sua utilità saranno corredati da un racconto che farà capire la complessa e ricchissima risorsa che possedeva questo popolo.
Tutto sembrerà una meravigliosa favola che ti appassionerà dal primo minuto, a me è accaduto proprio così, io amavo già profondamente l’Egitto, ma ho visto sguardi rapiti in tutti i visitatori che mi ritrovavo accanto, sia davanti a templi enormi che di fronte a piccoli vasetti di alabastro.
Ti stupirai per il numero e la qualità dei reperti esposti al Museo, che percorrono l’intera storia dell’antico Egitto.
I più antichi sono risalenti a tre millenni prima di Cristo, i meravigliosi ritratti greco-romani di al-Fayoum del II secolo d.C., molte sono le opere d’arte che meritano una citazione:
– la straordinaria statua lignea di Ka-Aper;
– le statue del periodo di Akhenaton, conservate della sala Amarna, il gruppo di Ra-Hotep e Nofret;
– il nano Seneb e la sua famiglia;
– i modellini di soldato di Assiut.
E poi altri capolavori che fanno respirare la storia, come la statua in diorite nera di Chefren, quella della mitica regina Hatshepsut, il volto bellissimo di Nefertiti, la statua e l’altare di Akenaton, il faraone “eretico” che impose il culto del disco solare, la minuscola statuetta di Cheope, il grande costruttore.
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Ma tutti questi inestimabili tesori sembrano fare da cornice e creare l’attesa per ciò che ci aspetta al primo piano… tutti sanno ciò che si trova qui e per il quale probabilmente sono venuti a visitare il Museo: il tesoro di Tutankhamon.
Tutankhamon è stato un faraone tanto sfortunato quanto insignificante, morto giovanissimo dopo solo 9 anni di regno, fu sepolto in breve tempo in una delle tombe più dimesse della Valle dei Re.
Scoperta nel 1922 ad opera di Howar Carter la tomba era composta da una piccola camera funeraria interamente occupata da sette sarcofagi inseriti l’uno nell’altro, da un’anticamera e da una minuta camera del tesoro ricolma di oggetti e reperti di valore incalcolabile.
Tutto questo ha reso il faraone Tutankhamon uno dei più famosi della storia dell’Egitto.
Nel Museo sono esposti ben 1700 oggetti tra quelli rinvenuti nella sua tomba, raccolti in diverse sale.
In particolare la sala 3, nella quale entrano persone in numero limitato e l’atmosfera è controllata in temperatura ed umidità per consentire la migliore conservazione degli oggetti, vi sono due dei tre sarcofagi antropoidi interni, il mediano, di legno laminato d’oro e intarsiato di pietre dure, e il più interno, d’oro massiccio del peso di 200 chilogrammi circa.
Quest’ultimo, il più prezioso, racchiudeva il corpo di Tutankamon, il volto era adornato dalla straordinaria maschera funeraria esposta al centro della Sala, che attira l’attenzione del visitatore come sotto l’influsso di un magico incantesimo.
Realizzata completamente in oro massiccio ed ornata con pietre dure, ritrae le fattezze idealizzate del giovane re, i cui occhi realizzati in quarzo e ossidiana sono cerchiati di lapislazzuli e sormontati da sopracciglia dello stesso materiale.
E’ una meraviglia difficile da descrivere e impossibile da fotografare, come il resto del museo, quindi ci dobbiamo accontentare di acquistare qualche guida o cartolina nel negozio, e conservarne il ricordo nel cuore.
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Interessante sempre al primo piano del Museo è la Sala delle Mummie, a cui si accede acquistando un biglietto a parte, e che fa rivivere il volto e il corpo di tanti artefici della storia egizia, il tempo si è fermato grazie alla tecnica dei maestri imbalsamatori e al clima tipico della valle dei re.
Di rilievo la figura ormai rinsecchita, di Ramses II, il più grande faraone del basso e dell’alto Egitto, grande condottiero e magistrale comunicatore, oltre che cultore maniacale di se stesso e della propria grandezza.
Articolo di
Alessia Scarparo