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La parole d’ordine in questa seconda giornata parigina ricalca quanto fatto nella prima: gironzolare!

E’ nella piazza di Notre Dame che si trova il chilometro zero di Parigi, il punto esatto a partire dal quale sono calcolate tutte le distanze dalla capitale.

Per trovarlo, mettiti in mezzo alla facciata della cattedrale, a circa 25 m da essa, e ai tuoi piedi troverai al suolo un medaglione incastonato.

Questo è anche un ottimo punto di vista per ammirare la facciata gotica della cattedrale prima di far la fila per salire alla Torre dalla quale godere una bella vista della città: 387 scalini (rigorosamente da far con le proprie gambe dal momento che non c’è l’ascensore), per una vista sulla città decisamente a misura d’uomo, rispetto ad altri punti panoramici (primi fra tutti la Tour Eiffel) e forse per questo più bella.
Una splendida vista delle due “lacrime cittadine” (per la forma che a me ricordano queste due isole): l’Ile de la Citè, nella quale si trova la Cattedrale e dietro l’Ile de Saint Louis.

Uscito dalla cattedrale lasciando la stessa alle spalle un vicolo in fondo sulla destra ti porterà al mercato dei fiori: una traccia della Parigi medioevale, dal momento che questo mercato caratterizza da ben due secoli quest’area.

Aperto dal lunedì alla domenica inclusi, delle 8 alle 19.30, propone ogni specie di piante, dalle più semplici alle più esotiche ed è un pezzo di vita parigina da portar a casa.

Continuando a percorrere la via che delimita il mercato dei fiori sul lato sud raggiungi Boulevard du Palais.

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Eccoti nel cuore dell’isola della città: la Saint Chapel, il palazzo di giustizia e la Conciergerie; è qui che i re della Francia stabilirono il loro primo palazzo reale, diventato più tardi Conciergerie perché abitata dal “concierge”, l’equivalente del sindaco attuale.

Oggi si erge la Saint Chapel, considerata un capolavoro dell’arte gotica, fu voluta dal cattolicissimo Re Luigi IX, che qui vi fece conservare la Corona di spine, un pezzo della Croce Santa e uno dei chiodi conficcati nella carne di Cristo.

Si tratta di alcune delle più importanti reliquie della cristianità, anche se la chiesa cattolica non ha mai riconosciuto ufficialmente che queste reliquie siano autentiche.

Oggi la Corona e le altre reliquie fanno parte del tesoro di Notre Dame ma la Saint Chapel non ha certo perso il suo fascino: costruita su due livelli al piano terra l’atmosfera è cupa, con poca luce ma è il piano superiore a prender la scena; i 600 mq di splendide vetrate rappresentano la più importante testimonianza dell’arte vetraria del XIII secolo.

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Continuando a percorrer la via verso nord attraversando la Senna sul Pont au change sulla tua destra si offre una dei più bei punti di osservazione di Parigi sul municipio.

Da lì a Piazza Chatellet il passo è breve.

La piazza deve il suo nome ad un vecchio e piccolo castello che proteggeva questa parte della Senna contro gli attacchi che potevano venire dal fiume.

L’opera di ammodernamento voluta da Napoleone nei primi dell’Ottocento ci lascia una fontana al centro della piazza e due teatri, tra questi il Théâtre della Ville, in passato Théâtre Sarah Bernhard.

Continuando il cammino in direzione nord prendi Boulevard di Sébastopol per incontrare la bella Torre di Saint Jacques.

Costruita all’inizio del XVesimo secolo e distrutta dopo la rivoluzione.

Secondo la Chronique de Turpin la chiesa fu fondata da Carlo Magno e questo fatto le ha valso l’iscrizione al patrimonio mondiale dell’UNESCO, al titolo dei Camini di Santiago de Compostela nel 1998, insieme ad altre 70 località della Francia.

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Proseguendo lungo Boulevard di Sébastopol si raggiunge uno dei luoghi più conosciuti della Parigi della fine del XX secolo: il centro Beaubourg.

Costruito su iniziativa del Presidente Georges Pompidou, quest’edificio immenso è oggi il tempio dell’arte contemporanea.

La vista dal terrazzo nel suo ristorante panoramico è straordinaria per scoprire il sud, l’ovest ed il nord della capitale.

Qui ha sede il Museo Nazionale di Arte Moderna: secondo solo al Museum of Modern Art di New York è una delle più ampie ed interessanti collezioni al mondo poichè dona una panoramica completa delle principali avanguardie del primo ‘900.

Attraverso la via Sainte-Croix-de-la-Bretonnerie perdendoti in viuzze millenarie si raggiunge la chiesa de Blancs Manteaux, prima del vicolo des Arbalétriers così nominato perché fungeva da campo di tiro agli arcieri, un vicolo cieco dal ben conservato aspetto medioevale.

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Arrivi così alla via dei Rosiers: la via più conosciuta del quartiere ebraico.

Ci troviamo nel Marais e il quartiere si chiama Pletzl – termine Yiddish che designa un piccolo luogo.

Anche se oggi, numerosi processi di rinnovamento urbano hanno reso il Marais uno dei quartieri più alla moda e ricercati di Parigi, è ancora possibile ravvisare una fortissima e consolidata componente ebraica.

Lungo la splendida Rue des Rosiers, così come in tutte le stradine adiacenti, si trovano numerosi ristoranti di antica tradizione ebraica, panetterie, librerie, macellerie, sinagoghe e  “shtiebels”, piccole stanze dove ci si raccoglie in preghiera.

Molte targhe commemorative inoltre ricordano le persecuzioni subite dagli ebrei durante gli anni 1940.

Se, come successo a me, visiterai Parigi di inverno probabilmente a questo punto la luce naturale avrà lasciato il passo a quella artificiale e il freddo pungente ti porterà in luoghi caldi per fare una piccola pausa prima dell’ultima fatica della giornata.

E’ questo il momento giusto per visitare il Louvre.

Articolo di
Bianca Ferracani