Siamo di nuovo nella splendida Liguria, e siamo riusciti a visitare tutte le Cinque Terre grazie al collegamento ferroviario e alle belle giornate primaverili.
Ma abbiamo ancora qualche giorno, e allora perchè non visitarne gli immediati dintorni con la possibilità di scoprire quanto ha ancora da offrire questa zona.
Dalle Cinque Terre scendendo verso La Spezia, troviamo una penisola che va a formare la sponda occidentale del suo golfo e la cui punta è occupata dal comune di Porto Venere, il più piccolo della provincia.
Alla fine di questa penisola si trovano le tre piccole isole:
– Palmaria,
– Tino,
– Tinetto;
solo l’isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto Venere al di là di uno stretto braccio di mare, detto “Le Bocche” è in piccola parte abitata ed è la più visitata turisticamente, con interessanti valori naturalistici, tutte e tre fanno parte del “Parco Naturale Regionale di Porto Venere”.
L’isola del Tino è Zona Militare ed è accessibile solo per la festività in onore di San Venerio, il 13 settembre.
Anche qui ritroviamo le tipiche case torri liguri, dai colori caratteristici, e un castello costruito su una fortificazione preesistente.
La città conserva inoltre la torre capitolare, a sinistra della porta d’ingresso, la via principale anche chiamata il Carugio, Piazza Spallanzani, dove sorgeva l’antico centro preromano del Castrum Vetus, la chiesa di San Pietro, all’estremità del promontorio e la chiesa di San Lorenzo in collina.
Le Grotte Marine da segnalare sono:
– Grotta Byron, nella cala dell’Arpaia.
– Grotta Azzurra, nell’isola Palmaria, semi sommersa.
– Grotta del Tinetto, nell’isola del Tinetto.
Il golfo dei poeti di cui fa parte Porto Venere è una costa dai mille colori e deve i suo nome all’amore che le dimostrarono molti poeti e scrittori come Shelley, Byron, Petrarca e Montale.
Da Lerici arriva fino a Portovenere abbracciando tra due promontori spiagge, coste frastagliate, mare azzurro, antichi borghi e natura selvaggia.
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Risalendo la costa verso nord, andiamo a procediamo verso Genova e andiamo a visitare la famosa Portofino, che fa parte del cosiddetto Golfo del Tigullio, il quale comprende i comuni costieri di Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Zoagli, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante.
Il Golfo del Tigullio, provincia di Genova, (chiamato anche “Golfo Marconi” in onore dei primi esperimenti radiofonici qui effettuati dall’inventore bolognese) è un’insenatura che si estende sul Mar Ligure dalla parte della riviera di Levante, delimitata dal Parco naturale regionale di Portofino a nord-ovest e da Punta Manara a sud-est.
Portofino gode di una posizione particolare, si trova al centro di una baia ben riparata sia per la conformazione, sia per il monte di Portofino che si affaccia sul mare formando una scogliera lunga un paio di chilometri che ha nella Punta del Faro l’estremità orientale.
Per godere al meglio della vista e poterne apprezzare la bellezza rara bisogna osservare Portofino dal piazzale della chiesa di San Giorgio che sorge a picco sul promontorio dominando il borgo.
Da qui con un colpo d’occhio si dominano il porto e la fila di case colorate con le caratteristiche decorazioni, davvero un’immagine da cartolina.
A partire dagli anni cinquanta e sessanta, Portofino è diventato uno dei simboli della dolce vita; può capitare di incontrare a passeggio sulla banchina del porticciolo o nei caratteristici vicoli, affacciati o appollaiati sui loro yatch i protagonisti della vita mondana come attori, grandi nomi dell’arte, della politica e dell’industria.
Dal 1995 Portofino fa parte del Club “Gioielli del Turismo d’Europa” che raggruppa centri turistici europei di elevata qualità e di indiscusso interesse ambientale e culturale.
Il primo degli appuntamenti mondani si svolge nel mare antistante Portofino:
il tradizionale “Trofeo velico Ermenegildo Zegna”.
Tre giornate di spettacolo con barche mozzafiato, ognuna delle quali è stata progettata e costruita al solo scopo di vincere.
Tra i monumenti degni di interesse:
– la chiesa di San Giorgio,
– il castello di San Giorgio,
– il castello Brown.
Articolo di
Alessia Scarparo