Foto di Elena Baldi

Dachau è una bella cittadina tedesca che si trova 16 km a nord-est di Monaco di Baviera, il cui nome è purtroppo legato al campo di concentramento nazista sorto in questa località nel 1933.

Prima che Himmler, allora capo della polizia di Monaco, scegliesse questo posto per costruirvi il primo lager nazista, Dachau godeva di un’ottima reputazione, essendo l’antica residenza dei duchi di Baviera, di cui si visita ancora il grazioso castello, ed ha un centro molto elegante e romantico.

In questo contrasto sta il cinismo della storia dei campi di concentramento: si è deciso, qui come a Buchenwald, si è scelto di portare l’orrore in posti famosi per la loro poesia.

In ogni caso, la visita al campo di concentramento di Dachau è indispensabile, per capire realmente l’orrore delle condizioni di vita nei lager, per non dimenticare e per controbattere coloro che si ostinano a negare l’esistenza dei ampi di concentramento e delle camere a gas.
Ho visitato il memoriale del campo di concentramento di Dachau nel 2003 e l’ho rivisto nel 2009; se nella prima visita ho potuto vedere ciò che rimane del campo ed il museo, solo la seconda mi ha veramente segnato e commosso.

Nel frattempo, è stato costruito un moderno centro per i visitatori, nel quale si possono affittare delle audioguide che ti accompagnano durante tutto il percorso, con la descrizione delle varie strutture del campo e le testimonianze registrate dei sopravvissuti allo sterminio dei lager nazisti.

La testimonianza di chi ha vissuto nel campo è fondamentale per riuscire a comprendere veramente: dai piccoli dettagli, dai ricordi particolari, dalla viva voce dei protagonisti si intuisce la vera storia.

Le audioguide sono disponibili in 11 lingue diverse, e, per ognuna di queste lingue sono disponibili testimonianze di sopravvissuti in lingua originale.

Per quel che riguarda la lingua italiana, le testimonianze sono relative a due persone: Mario Candotto e Riccardo Goruppi, che condividono i loro ricordi personali ed individuali relativi alle proprie esperienze vissute nei luoghi indicati dall’audioguida e dal depliant allegato.

Naturalmente l’audioguida in lingua tedesca ha il maggior numero di testimoni, mentre quella in inglese propone anche interventi dei protagonisti della liberazione.

Il percorso relativo all’audioguida si divide in 15 tappe: si parte dal centro visitatori, dove si può vedere una piantina del lager originale e di ciò che rimane.

Per quanto il memoriale del campo di Dachau ci possa semprare grande, si tratta solo di una piccola parte di quello che fu il lager dal 1933 alla fine della seconda guerra mondiale.

La prima tappa all’interno del campo è il Jourhaus, l’edificio di guardia del compandante del campo, che costituì l’ingresso del campo per molti internati ed il cui cancello recita la tragicamente nota frase “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi).

Si passa poi per il piazzale dell’appello e per il museo, per poi adentrarsi nell’area delle baracche.


Foto di Elena Baldi

Non è rimasto nulla delle baracche, che erano costruite in legno, tranne i basamenti, ma una capanna è stata ricostruita per mostrare le condizioni di vita dei prigionieri.

Si può vedere come si evolve, peggiorando progressivamente, la sistemazione dei deportati: gli spazi per dormire si restringono ed i prigionieri sono costretti a seguire regole di ordine e comportamento oggettivamente impossibili da realizzare, dimostrando come la tortura non fosse solamente fisica ma anche psicologica.

Il memoriale comprende inoltre quattro cappelle in rappresentanza delle varie religioni professate dai prigionieri: il memoriale ebraico, la chiesa protestante, la cappella cattolica e la cappella russo-ortodossa.

Alla fine dell’area delle baracche, voltando a sinistra e superando il fossato, denominato “striscia della morte”, che delimitava il campo e rendeva impossibile la fuga ai prigionieri, si raggiunge la zona dei forni crematori e delle camere a gas.

Il forno crematorio era inizialmente in una baracca di legno, poi ricostruito come appare oggi da alcuni detenuti a cui era stato insegnato il mestiere di muratore.

Collegata col forno crematorio c’è una camera a gas, che non fu mai usata per esecuzioni di massa, come per esempio ad Auschwitz, ma si sospetta sia stata comunque usata per uccidere alcuni detenuti.

E’ consigliabili concludere la visita con il museo, che presenta documenti molto interessanti riguardanti la storia del lager.

Il memoriale è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 9 alle 17, mentre lo sportello delle audioguide è aperto sino alle 17:30.

Il prezzo delle audioguide è di 3 € per glii adulti e 2 € per il ridotto.

Allo stesso sportello è anche possibile prenotare delle visite guidate con personale qualificato del sito.

In un’apposita sala è possibile vedere un documentario, in inglese o in tedesco, ad orari predefiniti, indicati nel depliant che viene consegnato all’ingresso.

Il memoriale lo si può ragginungere dal centro di Monaco di Baviera prendendo la metropolitana S2, scendendo alla fermata Dachau (alla fermata “Dachau Stadt” invece si può visitare il centro della cittadina) e prendendo l’autobus 726 diretto a “KZ Gedenkstätte”.

Una nota importante:
alcuni cittadini di Dachau cercarono di aiutare i detenuti, soprattundo portando loro cibo di nascosto, e soprattutto, aiutati dai prigionieri evasi, tentarono di cacciare i nazisti da Dachau.

Purtroppo furono uccisi tutti nel loro tentativo e si dovette aspettare il 1945 perchè Dachau fosse liberata dai nazisti.

Per qualsiasi informazione:

=> Viva la Germania

A presto, un abbraccio.

Articolo di
Elena Baldi