Il quartiere dell’Albayzin accoglie e accompagna gli amanti dei bei paesaggi, gli ammiratori di fortezze storiche che spiccano dalla città di Granada…
Strette viuzze si inerpicano verso terrazze panoramiche dove l’occhio incontra la bellezza della storia e della natura insieme.
E’ un binomio che si ripete di strada in strada, e che improvvisamente incontra un momento di etnicità tutta da vedere.
Parlo del mercato arabo presente in una parte del quartiere, che sfoggia i suoi colori nella tarda mattinata di una giornata tipica spagnola, in cui si parte con la consueta calma andalusa.
Il tutto ha inizio con l’aprirsi dei negozietti che espongono bancarelle lungo tutta la strada…
E’ una via stretta, che si addentra tra le abitazioni un poco lasciate a sè stesse, dalle quali sporgono le ringhiere arruginite di terrazzi quasi sconnessi…
Le case si guardano diritte in faccia, tra loro lo spazio è ridotto, tanto da formare quasi una galleria “semibuia” che ospita negozianti di diverse etnie.
A poco a poco la salita si riempie di stoffe, cuscini, borse e sacche, che con sistematica lentezza vengono appese sui muri dei negozi.
Gradatamente la zona si anima, e contemporaneamente ciò che viene mostrato prende corposità.
Le fantasie rimandano a una cultura araba radicata, visibile nei decori di grandi e piccoli cuscini appoggiati uno sopra all’altro.
Non vi si trova un’esposizione ordinata, ma ogni oggetto o capo viene riposto alla rinfusa, potendone scorgere a malapena la fantasia…
Ciò nonostante quello che spicca è una moltitudine di colori capaci di formare una miscela appariscente.
Non posso fare a meno di sostare incuriosita a ridosso di una bancarella che vende gonne, originali, dalla stoffa robusta e dai colori decisi.
Da questa esce il negoziante che premuroso mi espone le varie tinte e modelli dei quali dispone.
Simpatico e disponibile sfoggia la sua dote di buon venditore e nel mentre sistema gli altri abiti che pendono dai chiodi sul muro.
Basta un attimo per perdere di vista la gonna guardata prima, questa si mescola tra le altre che ammassate sventolano dall’alto.
Proseguo e da un cesto escono ciabatte di cuoio e raso, altre di iuta e tela, tutte taglia unica e per poterle acquistare non si deve far altro che…
Provare!!!
Sono fatte a mano e questo contribuisce a renderle diverse da paio a paio.
E’ assai divertente vedere la contrattazione dei prezzi unita alla prova di abiti o scarpe; è un vero e proprio mercato!
Continuo la salita e mi ritrovo in una strettoia dove le stoffe mi sorprendono…
Penserai che la sorpresa sia dovuta dalla loro bellezza…
Certo, ma non solo, in quanto durante la mia camminata queste mi si gettano in viso perchè stese da parte a parte del muro.
Giallo, rosso, viola, fucsia, una miriade di colori gettati su stoffe morbide e fresche.
Ma a caratterizzare questa folkloristica salita non sono solamente bancarelle, ma anche i ristoranti etnici.
Sono nascosti all’interno di vie ancora più piccole di quelle appena percorse, e c’è nè uno in particolare che mi colpisce.
E’ un ristorante marocchino chiamato Arrayanes, sbircio dalla vetrata e posso vederne solo l’entrata buia che emana già profumo di cous cous alle verdure…
Non potrò andarmene senza prima aver provato le pietanze che caratterizzano questa terra…
Mi giro su me stessa e compio il percorso a ritroso, per gustarmi nuovamente il mercato da un’altra visuale…
Visto dall’alto i colori hanno ancora più risonanza e un piccolo fiume di gente sta avanzando…
Mi invade una sensazione di pienezza, nell’aver visto una parte così ricca di vivacità, simpatia e perchè no, anche di arte culinaria…
Un mercato con la M maiuscola.
Ciao,
Chiara