Londra, Madrid, Barcellona… sono alcuni degli Zoo che ho avuto l’occasione di visitare.

Prima di allora non mi ero posta la domanda se questo potesse essere più o meno giusto, ma ora vorrei condividere i miei vissuti…

Allo zoo di Barcellona ho avuto il piacere di conoscere “Fiocco di Neve“, il vecchio gorilla albino, unico nella sua specie per il colore candido che lo contraddistingueva, purtroppo deceduto un paio d’anni fa.

Mi avvicino al finestrone che mi divide dall’habitat ricostruito su misura per lui…
Infinite sono le persone che a rotazione hanno ammirato Fiocco di Neve, ma lui rimane impavido, fermo, nell’angolo del suo piccolo quadrato verde.

Avanza lentamente per scorgere qualcosa che pare essergli sfuggito…

Un bastoncino, un sasso nascosto o semplicemente un briciolo di curiosità

Non c’è molto che possa fare, se non diventare parte di una cartolina che molti avranno in casa un giorno

Allo zoo di Madrid un paio di orsi bruni si rotolano a ridosso di grandi massi nel bel mezzo di una spianata di cemento…

Giocano, si rincorrono e si azzuffano, il tutto sotto gli occhi divertiti dei turisti.

E’ assai evidente la loro bellezza, curata nei minimi particolari e messa in palese mostra.

Tanto è maestosa e quasi “impaurente” (passami il termine) la loro grandezza, tanto sembrano esternare quel lato bambinesco che li rende goffi e simpatici.

L’area è limitata da alte cancellate, si trovano all’aria aperta, sotto il cielo di una calda giornata invernale…

Alcune foche si dilettano in tuffi contenuti, non sembrano essere motivate allo spettacolo…

La vasca nella quale nuotano è sufficentemente grande per ospitarne quattro o cinque, ma restano comunque unite e non accennano e separarsi.

Il sole miscelato all’acqua rende il loro manto nero e lucido, e i lunghi baffi si appoggiano all’orlo della vasca.

Allo zoo di Londra vivaci scimpanzè si spulciano dall’alto di alberi che li accolgono da numerosi anni.

Vivono gli istanti della loro vita con calma, saltando di ramo in ramo e prendendosi quasi in giro.

Una vita racchiusa tra quattro reti che delineano una grande gabbia senza tetto…

I barriti degli elefanti risuonano per tutto il parco, così come i loro passi che si ripetono imponenenti e con cadenza precisa.

L’area a loro destinata è vasta, considerata infatti la mole che li caratterizza…

Ma mai posto fu abbastanza grande per poterli ospitare…

Un paio di giraffe si cibano delle foglie che generose pendono da un ramo; fatico a vederne il muso appuntito, esse non accennano a voltarsi verso di me…

Avanzano con passo quasi felpato verso lo spazio ridotto  di cui dispongono.

I flash delle fotocamere si rincorrono all’impazzata, per poter immortalare un attimo, un movimento, un espressione.

Pure io mi affretto per stampare un’istantanea che un indomani verrà inserita nel mio album fotografico.

Ora mi ritrovo a pensare a ciò che queste immagini mi hanno lasciato

Credo che non esista un luogo sufficentemente adeguato, pur curato che possa essere, in grado di sostituire la terra di origine di questi animali

In grado di sopperire a quella che dovrebbe essere la loro dimora, la loro casa…

Lo so, alcuni esemplari sono addirittura nati in cattività e non conoscono nemmeno la terra dei loro progenitori ma il senso di tristezza mi rimane ugualmente.

Magari anche tu, come me, un giorno andrai a visitare alcuni zoo in famose città

Camminerai mossa/o dalla più pura e semplice curiosità, dalla voglia di tenerezza…

E allora quel giorno, potrai dirmi cos’hai provato.

Ciao,
Chiara