Nella seconda parte dell’articolo sui treni in India troverai parecchi consigli pratici.
Se non hai ancora letto la prima parte la trovi a questo indirizzo:
=> L’India e il Treno, Informazioni Pratiche e Sensazioni – Parte Prima
Ok… partiamo.
Se parliamo di treni a lunga percorrenza, non mancano le cuccette:
– AC 1 aria condizionata in scompartimenti da 2 o 4 cuccette, lenzuola, servizio pasti;
– AC 2 aria condizionata in carrozza/camerata con 2 piani di cuccette con tendine;
– AC 3 aria condizionata in carrozza/camerata con 3 piani di cuccette senza tendine;
– 1a Classe ventilatori in scompartimenti da 2 o 4 cuccette;
– Sleeper carrozza /camerata con 3 piani di cuccette, 2 nei corridoi, niente lenzuola né servizio;
– 2a Classe senza prenotazione;
– AC chair Exec. tipo intercity 1a classe, solo poltrone;
– AC chair 2 tipo intercity 2a classe, solo poltrone.
Il sito migliore che ho potuto trovare ed utilizzare è il seguente:
=> Seat61
qui troverai informazioni utili con riguardo alle tariffe, ai prezzi, e agli orari e soprattutto potrai dare uno sguardo alle 8 classi di cui ti ho elencato.
Un altro sito da consultare è:
In linea di massima ti sconsiglio l’aria condizionata specie per i viaggi lunghi perché fa davver molto freddo o altrimenti portati dietro una copertina.
Il miglior consiglio che posso darti è però quello di prenotare con largo anticipo (ciò significa perlomeno due mesi prima) perché i treni sono sempre super affollati e i posti migliori (le prime classi per intenderci) non sono così tanti.
Puoi prenotare via internet sul sito:
=> IRCTC
e quando per completare l’acquisto, ti sarà chiesto un recapito in India dai pure il nome di un albergo dove alloggerai con sicurezza, così nel caso ti debbano comunicare cambi di orari o altro sapranno dove contattarti.
Per sapere tutto su orari e itinerari dei treni indiani, nelle stazioni potrai comunque acquistare la guida nazionale “Trains at a Glance”.
Se poi hai intenzione di usare il treno come mezzo privilegiato per il tuo viaggio in India ti consiglio l’acquisto dell’Indrail Pass, valido fino a un max di 3 mesi e acquistabile presso l’International Tourist Bureau della stazione di Delhi e nelle principali stazioni ferroviarie indiane.
Inoltre ti ricordo che nelle principali stazioni indiane si trovano gli uffici per i turisti dove è possibile acquistare i biglietti ferroviari relativi a posti riservati ai turisti.
È stato detto che “la ferrovia ha unito l’India.”
E dando uno sguardo ai numerosissimi collegamenti, potrai notare che è proprio così!
Se vorrai, potrai salire su un treno a Jammu, nelle zone montane dell’Himalaya, e scendere a Kanyakumari, la punta più meridionale dell’India, bagnata dall’Oceano Indiano, il Mare Arabico e il Golfo del Bengala che qui si incontrano davanti al tempio “Kumari Amman”.
Avrai percorso circa 4.000 chilometri, attraversato 12 stati e trascorso circa 66 ore in treno spendendo meno di 80 euro.
In compenso avrai conosciuto persone di svariate culture e religioni, con il quale abbozzare una conversazione, che difficilmente andrà a buon fine per il problema della lingua, ma non ti importerà più di tanto perchè nel frattempo avrai visto molte cose di questo paese affascinante.
Gli indiani infatti utilizzano tantissimo il treno, perché le loro tradizioni prevedono spostamenti lunghi e frequenti per andare a trovare i parenti lontani, per eventi familiari come nascite, feste, funerali, matrimoni o malattie.
Io ho viaggiato in treno nel Rajastan nel periodo di aprile, il periodo dei matrimoni, quando i colori di questa terra sventolano nei mercati e addosso alle donne in colorati abiti, percorrendo la tratta Varanasi – Delhi.
Da una delle 7 città sacre dell’India, dove i pellegrini vengono a lavare i loro peccati nelle acque del Gange, dove vengono a cremare i loro cari (perché questa è la città dove un induista vuole morire) fino alla caotica capitale.
Un viaggio in notturna dove ho potuto osservare la gente che sedeva davanti a me.
Un ragazzo che leggeva dispense fatte di grafici e numeri; una coppia con tre bambini e un uomo sulla cinquantina che teneva ben stretta la sua cartella.
Per ognuno di essi, perfettamente a loro agio in quegli spazi stretti dove io invece faticavo a girarmi, mentre loro mangiavano il thali prenotato al servizio mensa, si mettevan comodi togliendosi le scarpe e tirando via la cintura mentre si sbottonavan la camicia.
Ho immaginato la loro storia: e così ho pensato che quel ragazzo potesse esser un universitario che, rientrato a casa per il fine settimana, si riportasse nella capitale per i suoi studi di ingegneria o matematica.
Ho pensato che quella famiglia fosse di ritorno dalla visita ai parenti ed osservato la donna avvolta nel suo sari arancione con i disegni color oro e che in quel lungo viaggio non ha mai discostato dal suo corpo per non lasciar trapelare nulla.
Ho guardato il signore con la ventiquattrore sotto il braccio per tutto il tempo è ho immaginato un impiegato che andava a lavorare nella capitale… il nostro pendolare insomma.
Quelle ore in treno e la lunga attesa alla stazione (inutile dire che la puntualità non è proprio il loro forte!) mi hanno fatto apprezzare momenti di vita quotidiana indiana di una classe, forse medio bassa, lontanissima dalle centinaia di mendicanti e di gente povera incontrata fino ad allora nel mio viaggio in Rajastan.
Forse in quella stazione e dentro quelle strette cuccette ho potuto, per la prima volta durante il mio viaggio, osservare la gente senza che mi si chiedesse nulla in cambio o mi mandassero a quel paese perchè non acquistavo qualcosa o non lasciavo l’ennesima offerta.
Ma questa è un’altra storia.
Dentro quei vagoni un pezzo di vita indiana da assaporare lentamente.
Buon viaggio.
Articolo di
Bianca Ferracani