L’isola di Naxos emana la sua palese bellezza, e nasconde fiera paradisi immacolati, quasi come se non volesse sciupare la loro bellezza.
Scooter, casco, zaino e una cartina per ritrovarsi.
Tante mete ma nessuna idea particolare, se non la voglia di smarrirsi tra il caldo sole greco e i suoi sentieri inerpicati.
Questa è la volta di Lionas, ma non avrei mai pensato che per arrivarvici avrei dovuto scendere talmente in basso da raggiungere gli inferi bollenti.
La strada che sto percorrendo permette il passaggio stretto di due macchine, pendenza e curve decise.
In lontananza inizia a scorgersi il mare, ma il tragitto e ancora lungo, invasa dal pensiero se il mezzo avrebbe sopportato la salita di ritorno…
Non importa, qualcosa là mi attende.
Lungo la via incontro rocce scavate, forse miniere, fuori dalle quali vi è parcheggiato un carrello arrugginito che tanto mi ricorda i film del far-west.
Carrucole sospese da una parte all’altra delle collinette, lasciano immaginare un lavoro faticoso per la terra arsa dal caldo.
Scendo, è trascora un’ora dalla partenza e la sorpresa non è più tanto lontana.
Eccola…
Il vento acquista potenza, il mare convoglia le onde verso la riva…
Ancora un attimo, il tempo di parcheggiare lo scooter e lo spettacolo ha inizio.
Mi ritrovo immersa in un mare di acqua celeste che si ingigantisce davanti ai presenti.
C’è una lingua di sassi, di ogni colore e dimensione, bagnati dall’acqua e di corsa asciugati dal phon che soffia sopra di essi.
Una barchetta è ormeggiata poco più avanti, i pochi bagnanti si tuffano dagli scogli pendenti…
Qui si trovano solo un paio di taverne, una di queste sfoggia orgogliosa due personaggi che chiamano a gran voce coloro che arrivano.
Richiamano anche me, con la speranza che possa accettare l’invito di sedermi al loro tavolo per consumare qualche ghiotto piatto greco.
Non si tratta di un mero scopo al guadagno, è un saluto, fragoroso e sentito, per quei pochi che hanno avuto il piacere di scoprire questo luogo magico.
Mi siedo sui sassi roventi, ne raccolgo alcuni per guardarne le sfumature ed evocare i miti che aleggiano intorno…
Scorgo un ponticello, qualche casetta sparsa qui e là, il nulla intorno…
Pochi alberi formano ombre, il sole è a picco e il mare non accenna a calmarsi.
Lionas è ricca di particolari, piccoli, impercettibili, ma che una volta scoperti divengono un patrimonio.
Sono rimasta poco, ma il tempo necessario per immagazzinare i profumi e le bellezze.
Ora riguardo ai sassi, ripenso a quel mare e rivivo la simpatia dei due locandieri…
Ignari forse di essere padroni e spettatori di un paesaggio mozzafiato…
Lionas.
Ciao,
Chiara